BENNONE (Benno, Bennus, Beno, Benone, Benus)
Poco sappiamo circa l'origine di questo vescovo di Imola del sec. XII.
L'Ughelli (col. 624) e il Gavanti (p. 24) affermano erroneamente, rifacendosi al De regno Italiae di Sigonio, che B., nato a Firenze, fu educato agli studi umanistici nella università di Bologna, dove divenne celebre nel 1118. In realtà, "Benus" fiorentino e maestro d'arti a Bologna compare non nel De regno Italiae, ma nella Historia Bononiensis di Sigonio (col. 209), sotto l'anno 1218. Appare, invece, verosimile l'opinione degli storici locali Manzoni (pp. 79-80) e Alberghetti (pp. 73-74), fondata su atti capitolari dei 1108, in base alla quale B. sarebbe stato imolese ed arcidiacono della cattedrale.
Successore di Otrico, il cui vescovato è registrato negli anni 1122-1125, B. fu chiamato ad amministrare la diocesi di Imola intorno al 1126. La sua importanza nella storia della Chiesa e dei Comune imolese è legata al privilegio con il quale, tra il 1126 e il 1130, Onorio II lo investiva dei diritto di amministrare la giustizia ed esigere i tributi a Imola e a Castello d'Imola, nonché del pieno dominio sul porto di Conselice e su numerosi castelli, pievi e abbazie delle vicinanze. Sembra che con questo privilegio il papa restituisse alla Chiesa imolese quei diritti da essa goduti per la prima volta sotto il vescovo Morando, il quale, divenuto scismatico, vi avrebbe rinunciato intorno al 1082. Del tutto arbitraria è, invece, l'affermazione di S. Alvisi (p. 93), non suffragata da documentazione, che Onorio II avrebbe fatto seguire alla nomina vescovile di B. l'investitura del medesimo a conte d'Imola: si può pensare, forse, a una suggestione sullo storico dell'appellativo di "comes", attribuito a B., senza alcun fondamento, dallo Zaccaria (p. 25).
La soggezione a B. di terre indispensabili al transito del commercio imolese e l'aumentata autorità del vescovo, fondata anche suU'appoggio dei propri sudditi di Castello di San Cassiano, abituale residenza episcopale, e di Castello d'Imola, fecero sorgere tra il Comune imolese e le terre vescovili gravi attriti, sfociati, intorno al 1131, in un conflitto armato. Infatti gli abitanti dei due castelli parteciparono all'assedio, di cui in quell'anno Bolognesi e Ravennati cingevano Imola: quest'ultima, sconfitta, chiese la protezione dei Faentini, con l'aiuto dei quali, nel 1132, non solo poté resistere a un altro attacco dei Bolognesi e dei Ravennati, ma addirittura distruggere il castello di San Cassiano, la sua cattedrale, il suo episcopio. B. fu costretto a riparare in Conselice, dove rimase anche dopo la riedificazione di Castello di San Cassiano, avvenuta nel 1133, e dove morì, probabilmente prima del 1140, anno in cui è registrata la presenza del vescovo Randuino nella cattedra episcopale di Imola.
Secondo gli storici imolesi Manzoni (p. 85) e Gavanti (p. 24), il nome di B. comparirebbe per l'ultima, volta in un contratto di enfiteusi del 1132.
Fonti e Bibl.: P. Jaffé-S. Löwenfeld, Regesta Pontif. Rom., I, Lipsiae 1885, n. 7390; P. F. Kehr, Italia pontificia, V, Berolini 1911, p. 163; Chartularium Imolense, a c. di S. Gaddoni e G. Zaccherini, II, Imolae 1912, pp. 291-294; [Mittarelli] Magistri Tolosani chronicon Faventinum, in Rerum Italic. Script., 2 ediz., XXVIII, 1, a cura di G. Rossini. pp. 30-31; B. Gavanti, Decreta Synodi diocesanae Imolensis..., Faventiae 1622, p. 24; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, II, Venetiis 1717, col. 274; A. M. Manzoni, Episcoporum Corneliensium sive Imolensium historia, Favontiae 1719, pp. 79-85; Caroli Sigonii Historiarum bononiensium libri VI, in Opera omnia, a c. di L. A. Muratori e F. Argelati, III, Mediolani 1733, coll. 209-210; G. Alberghetti, Compendio della storia civile ecclesiastica e letteraria della città di Imola, II, Imola 1810, pp. 73-78; F. A. Zaccaria, Series episcoporum Forocorneliensium, Forocornelli 1820, I, pp. 25-26, 113-114; II, pp. 32-38; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, II, Venezia 1844, pp. 209-211, 238; G. C. Cerchiari. Ristretto storico della città d'Imola, Bologna 1847, p. 23; L. Baldisserri, I vescovi d'Imola, Imola 1896, p. 4; S. Alvisi, Il Comune d'Imola nel secolo XII, Bologna 1909, pp. 91-108.