BENTI (Garberini Benti), Maria Anna, detta la Romanina
Nacque a Roma e fu cantante celebre, soprattutto. per essere stata per un certo periodo l'ispiratrice e la migliore interprete delle prime opere metastasiane. L'ipotesi generalmente accettata che sia nata nel 1684; ma da due documenti riportati dal Celani si dovrebbe desumere che la sua nascita risalga invece al 1686. Infatti nello Stato delle anime del 1728 della parrocchia di S. Maria del Popolo, a Roma, la B. figura di "anni 41" e nel Liber mortuorum del 1734 della stessa parrocchia "di anni 48".
Non è documentata la notizia, riferita da più autori, secondo la quale la B. avrebbe debuttato a Roma nel 1703. È invece accertata la presenza a Venezia di "Maria Anna Garberini Benti detta la Romanina" nel ruolo di protagonista dei "drammi per musica" Armida abbandonata (libretto di F. Silvani, musica di G. M. Ruggeri) e Armida al campo (libretto di F. Silvani, musica di G. Boniventi), rappresentati al Teatro S. Angelo nel 1707.
A questo proposito il Wiel narra che al Teatro S. Angelo -un "barcariolo", che si era espresso contro di lei, fu "con bastonate e pugni ridotto in cattivo stato" dai componenti la corte dell'ambasciatore di Francia, l'abbé Henri-Charles Arnauld de Pomponne, protettore della cantante; ne segui un tafferuglio e gli spettatori atterriti si rifugiarono nei palchi, "per paura non soggiacere a qualche flagello d'archibugiate". Ma la B. - prosegue l'Einstein - non contenta di ciò aizzò contro il suo offensore un "bandito".
La B. era ancora a Venezia nel I 708 come una delle interpreti, al Teatro S. Cassiano, di tre "drammi per musica" (libretti di A. Zeno e P. Pariati), dal titolo l'Astarte (musica di T. Albinoni), Il falso Tiberino (musica di C. F. Pollarolo) e Engelberta (musica di F. Gasperini). Alle rappresentazioni prese parte anche Francesco Bernardi detto il Senesino; con lui, nel carnevale del 1709, la B. viene ricordata, a Genova, tra gli "attori di grido" che interpretarono, al Teatro S. Agostino, la "opera in musica" l'Odio e l'amore (poesia di M. Noris, musica di C. F. Pollarolo). Notizia quest'ultima desunta da una Tavola cronologica de quelle opere in Musica che ho potuto rinvenire, state recitate ne' due teatri del Falcone e S. Agostino, da cento anni in addietro, cioè nell'anno 1670 fino all'anno 1771 inclusive..., di un anonimo compilatore, riesumata dal Giazotto. Con il Senesino ella cantò ancora con successo nello stesso Teatro S. Agostino nell'autunno del 1712 nella Tenzon (libretto di A. Zeno, musica di A. Lotti), e la B. si ripresentò nuovamente al pubblico genovese, nella primavera del 1717, nel Venceslao (libretto di A. Zeno, musica di C. F. Pollarolo).
I teatri di Napoli e di Venezia dovevano riservarle i maggiori successi. Il 10 ott. 1714, in occasione delle feste per la nascita di Carlo VI, la B. esordì a Napoli, al Real Palazzo, in L'amor generoso (musica di A. Scarlatti); al Teatro S. Bartolorneo nello stesso anno, fu interprete efficace di altre due opere dello Scarlatti, Arminio e Tigrane, e del Vincislao musicato da F. Mancini. Dal 1716 al carnevale del 1718 ritornò a Venezia, dove, al Teatro S. Giovanni Crisostomo, prese parte a parecchie rappresentazioni. Nel 1716 cantò in Ariodante (libretto di A. Salvi, musica di T. Albinoni) e in Alessandro Severo (libretto del Salvi, musica di M. Gasparini). Il 1° ott. 1718 è di nuovo a Napoli, ove si tratterrà fino al 1724: impersona la Vittoria e Armida nel Rinaldo di N. Serino (musica anonima), che venne rappresentato al Real Palazzo per il compleanno di Carlo VI.
In questi anni di soggiorno napoletano la B. fu interprete di numerosi melodrammi che si avvicendarono sulle scene del Teatro S. Bartolomeo e del Real Palazzo, tra i quali meritano particolare menzione: Arsace nel 1718, Cambise (ambedue con musica di A. Scarlatti) e Faramondo (musica di N. Porpora) nel 1719, Ginevra principessa di Scozia (musica di D. Sarro), Tenzone (musica di F. Feo), Tito Manlio (musica di C. F. Pollarolo), Caio Gracco (musica di L. Leo) nel 1720 e La Fortezza del Cimento (musica di F. Mancini) nel 1721.
Proprio nel 1721 il viceré di Napoli, Marco Antonio Borghese, affidò al Porpora l'incarico di comporre la musica per l'azione teatrale de Gli Orti Esperidi, che doveva essere rappresentata per celebrare il giorno natalizio dell'imperatrice d'austria, Elisabetta: la B. vi ebbe la parte di Venere e - prestando fede a un aneddoto riferito da un contemporaneo -sarebbe stata proprio lei a scoprire, nell'anonimo poeta della cantata, il Metastasio. Da allora una feconda amicizia unì alla cantante il poeta, il quale ebbe così modo di venire a diretto contatto con i compositori della scuola operistica napoletana, che trovarono nella B. una delle loro più intelligenti interpreti. Nel 1723 ella impersonò Erifile in Amore per regnare (musica di N. Porpora), Variate in Siface (musica di F. Feo) ed Emilia in Silla dittatore (musica di L. Vinci). Ma la sua più personale e più geniale interpretazione fu quella del personaggio di Didone nella Didone abbandonata, su libretto del Metastasio e musica di D. Sarro, che venne rappresentata a Napoli nel 1724. Nel 1725, al Teatro S. Cassiano di Venezia, la Didone abbandonata, questa volta con musica di T. Albinoni, ebbe nuovamente in lei l'interprete più applaudita. La B. continuò a portare sulle scene le opere metastasiane: nel carnevale del 1726 Siroe re di Persia (musica di L. Vinci) e Siface (musica di N. Porpora) al Teatro S. Crisostomo di Venezia. Ritornò quindi a Napoli per breve tempo, prendendo parte alle rappresentazioni di Sesostrate (musica di J. A. Hasse) e di Ermelinda (musica di L. Vinci) nel 1726 e, nel carnevale del 1727, a Siroe re di Persia (con musica di D. Sarro). La B. si trasferì poi a Roma col marito Domenico Bulgarelli; il Metastasio l'aveva preceduta nel 1726. Qui aiutò il poeta nell'allestimento delle sue opere: al Teatro Alibert venne rappresentato il Siroe re di Persia su musica dei Porpora nel 1727 e la B., poiché era allora proibito a Roma alle donne di cantare in teatro, istrui i musici che dovevano cantare da donna, fra cui il famoso cantore evirato Farfallino (Giacinto Fontana).
Nel 1730 il Metastasio si recò a Vienna, ove era stato invitato come poeta cesareo: la B. e il marito lo accompagnarono, ma, per ragioni sinora ignote, solo il marito giunse a destinazione. Il Metastasio scriveva frequentemente all'amica (che a Roma fra l'altro curava i suoi interessi): l'informava sui suoi lavori, chiedeva consigli, la pregava di assistere all'allestimento scenico delle sue opere.
Il 26 febbr. 1734 la B. morì a Roma, lasciando erede delle sue sostanze il Metastasio, che vi rinunziò a favore del marito di lei, il quale morì, da quanto si apprende da una postilla ad un ritratto della B. fatto dal pittore Pier Leone Ghezzi, il 17 luglio del 1740.
Se il ricordo della B. è soprattutto legato all'influenza determinante esercitata sul giovane Metastasio, ella deve però la sua notorietà come cantante, non tanto alla sua voce di soprano, non sempre gradevole, quanto ad uno spiccatissimo senso teatrale che le permetteva di avere larga presa sul pubblico. A Roma in particolar modo la B. fu oggetto di consensi per la sua arte e di favori: il Metastasio affidò l'incarico di ritrarla al pittore Pier Leone Ghezzi, che ne fece un disegno a penna e uno "schizzo" in data 14 luglio 1728. Il disegno doveva servire per una medaglia da incidersi in Inghilterra, dove "stamperanno tutti i Musici famosi e le famose canterine", come si apprende dalla postilla dei Ghezzi stesso al ritratto. Ma a Roma "il Maestro del sacro Palazzo Giovannelli non volse dare l'incidatur et non volse che si stampasse, perché è canterina". Il ritratto così rimase nella grande raccolta del pittore conservata tuttora alla Biblioteca Apostolica Vaticana.
Fonti e Bibl.: Roma, Bibl. Ap. Vat., Ottob. lat. n. 3116: Il mondo nuovo del Cavaliere Pier Leone Ghezzi, cioè ritratti e caricature di vari soggetti da lui disegnate, V, cc.144 e 145; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori, II, Napoli 1882, p. 314; III, ibid. 1882, pp. 28, 33, 34; IV, ibid. 1881, pp. VII, 15, 17, 19, 21, 23, 481, 483; T. Wiel, I teatri musicali venez. del Settecento, Venezia 1887, passim (v. Indice, pp. 558, 566); E. Celani, Il primo amore di P. Metastasio, in Riv. musicale ital., XI (1904), pp. 228, 229, 234, 243, 251, 252, 253, 254, 257-264; A. Einstein, Note alla traduz. tedesca di B. Marcello, Das Theater nach der Mode, München und Berlin 1917, pp. 144, 147 s.; F. Clementi, Il Carnevale romano nelle cronache contemp. dalle origini al sec. XVII, II, Città di Castello 1939, pp. 35, 37, 48; A. De Angelis, I drammi di P. Metastasio rappresentati al Teatro Alibert o "delle Dame", in Riv. ital. del Teatro, 15 nov. 1943, p. 14 dell'estr.; B. Brunelli, Tutte le opere di P. Metastasio, I, Milano 1943, pp. XIV, XV, XVI, XVII, XVIII, XIX, XX, XLV, XLVI, XLVII; III, ibid. 1952, pp. 52, 54 s., 57 s., 60 s., 63, 65, 67, 78, 83, 85, 88; B. Croce: I teatri di Napoli dal Rinascimento alla fine del sec. XVIII, Bari 1947, pp. 154-158, 159; R. Giazotto, La musica a Genova nella vita Pubblica e privata dal XIII al XVIII secolo, Genova 1951, pp. 232, 328, 329, 330; A. De Angelis, Il teatro Alibert o "delle Dame", 1717-1863, nella Roma Papale, Tivoli 1951, pp. 66 s., 69, 72, 73, 74, 146, 152; Encicl. d. Spett., II, col. 1310; Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, Milano 1959, p. 138; Encicl. della Musica Ricordi, Milano 1963, p. 236.