BENVENUTO di Giovanni
Figlio di Giovanni di maestro Meo del Guasta, da San Quirico, nacque a Siena il 13 sett. 1436. Idocumenti di archivio pubblicati dal Milanesi (III, 1856, pp. 79 s.) offrono poche notizie biografiche di B.: si limitano a segnalare sporadicamente qualche lavoro o reclami per il pagamento delle tasse. È presumibile che egli sia rimasto a Siena sino alla sua morte, perché non si conoscono altri soggiorni, né i dati in possesso permettono di congetturarli. Partecipò alla vita pubblica del Comune: nel 1480 fucapitano della compagnia militare di S. Giusto, e nel 1490 di quella del borgo S. Maria. La data di morte è incerta e può collocarsi tra il 1509, amo dell'ultima sua opera firmata, e il 1518, quando un atto notarile fa cenno alla vedova di lui, Iacopa di Tommaso da Cetona. Da questa B. aveva avuto sei figli, uno dei quali, Gerolamo, seguì l'arte del padre.
Scolaro del Vecchietta, che lasciò tracce inconfondibili nella sua arte, B. nel 1453lavorava con lui agli affreschi del battistero di S. Giovanni a Siena. È difficile stabilire quanta parte vi ebbe: alcuni, tra cui il Brandi, gli attribuiscono i Miracoli di sant'Antonio. La prima opera firmata e datata è l'Annunciazione, eseguita nel 1466per la chiesa di S. Gerolamo di Volterra: nelle quattro predelle, Storie della Madonna.
La raffigurazione è elegante e curata nei particolari, secondo una cristallina costruzione visiva; rivela uno studio approfondito dei contemporanei e soprattutto del Vecchietta e del suo coetaneo, Neroccio. L'interesse maggiore è nella disposizione ieratica e nell'asciutta delineazione delle figure che ricorda i modi della miniatura settentrionale e in particolare padovana. Ma ad un riferimento diretto (Gerolamo da Cremona e Liberale da Verona, ambedue presenti a Siena tra il 1466 e il 1473), è preferibile rilevare l'innegabile influenza di elementi culturali diversi, lombardi, fiorentini e veneti: una cultura composita, avvisabile in quasi tutti i pittori senesi di quest'ultimo quarto di secolo, e accentrata in B. intorno al particolare problema della linea.
Quattro anni dopo (1470) dipinse l'Annunciazione di S. Bernardino a Sinalunga e l'Adorazione dei Pastori della Pinacoteca di Volterra, tavole firmate e datate, che aprono un decennio ricco di felici risultati e dimostrano una maturità ormai pienamente acquisita.
Nello stesso anno B. lavora all'ospedale di Siena, dove sinora è stato possibile rintracciare la sua mano in alcuni frammenti di affreschi raffiguranti S.Andrea e due figure maschili.
L'emblematicità della composizione, l'eleganza e l'asciutta raffigurazione delle immagini si ritrovano nel trittico della pieve di Montepertuso, con Madonna e santi, firmato e datato nel 1475. Quattro anni più tardi B. dipinge il suo capolavoro, il trittico con la Madonna, san Pietro e san Nicola della National Gallery di Londra.
La nervosità lineare, il plasticismo secco ed accentuato dei volumi, l'astrattezza della figura riconfermano quel suo rapporto continuo -anche se non definibile su un preciso piano storico - con la cultura figurativa settentrionale. Sono richiami non solo stilistici, ma iconografici, evidenti anche in alzre opere come nella Deposizione della collezione .
Berenson a Settignano o nella simile raffigurazione contenuta nella lunetta della tavola di S. Domenico a Siena, Madonna, santi ed angeli del 1483.
Le ricerche di B. continuano nel senso già indicato, ma, adesso, all'ispirazione subentra ben presto una maniera colta che lo porta a risultati mediocri e ad un'arte raggelata nelle, figure e incerta nella composizione.
Nel'1481 B. esegue la parte centrale dell'affresco con la Vergine della Misericordia, del Monte dei Paschi di Siena; tra il 1480 e il 1490 collabora ai cartoni per il pavimento dei duomo senese e precisamente alla figura di una Sibilla e alla Cacciata di Erode, ed esegue alcune miniature e lettere miniate per i libri antifonari dello stesso duomo.
L'arida e confusa Ascensione del 1491, della Pinacoteca di Siena, rivela, soprattutto nel paesaggio, una meditazione accorta, e facilitata da una naturale propensione all'asciuttezza formale, di stampe tedesche: una spazialità disegnata più che avvertita realmente; un ritorno al Medioevo, insomma, che non era mai stato rinnegato.
La vicenda artistica di B., già esauritasi, continua in una serie di opere che ricorrono ad una formula rigida e fredda, e si confonde, in quest'ultimo periodo, con la mano sempre più preponderante dei figlio Gerolamo. Tra le sue ultime opere: la tavola di S. Flora a Torrita in Val di Chiana, con Madonna e santi, firmata e datata nel 1497; l'Assunzione dei Metropolitan Museum di New York, firmata e datata nel 1498, elaborata come l'Ascensione dei 1491, ma meno confusa e più delicata nei colori; la lunetta con S. Caterina e papa Gregorio, nella Galleria della Società di Pie Disposizioni in Siena, attribuita al 1501-1502; e la Madonna con s. Sebastiano e s. Martino, a S. Lucia di Sinalunga, firmata e datata nel 1509.
Il catalogo di B. è molto ricco e non privo di sorprese, ma allo stato attuale degli studi non è possibile discernere, tra le tante attribuzioni, ciò che gli appartiene. Nell'ambito della vivace cultura senese della seconda metà del sec. XV, egli conserva il valore di un autentico artista e di pittore colto, sensibile ed aperto ad influssi diversi, anche se geloso della tradizione e nello stesso momento incapace di uscirne.
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