FRANCI, Benvenuto
Nacque a Pienza il 1° luglio 1891 da Carlo, impiegato comunale, cantante dilettante, e da Agata Lorenzini. Intorno ai dodici anni iniziò lo studio della musica con il maestro della banda cittadina, imparando a suonare vari strumenti. Più tardi venne indirizzato allo studio del canto.
Nel 1910, venuto a Roma per prestare il servizio militare nel genio pontieri, incontrò casualmente il baritono A. Cotogni che rimase impressionato dalla sua voce baritonale e lo affidò a un insegnante di canto affinché potesse affrontare gli esami di ammissione al liceo musicale di S. Cecilia. Qui il F. entrò nella classe di canto dello stesso Cotogni. Ebbe tra i suoi compagni di studio G. Volpi (poi Lauri Volpi) e B. Gigli, con il quale ultimo dividerà anche le prime esibizioni in pubblico. Per poter continuare gli studi di canto, e quindi rimanere a Roma, prolungò annualmente la ferma del servizio militare, partecipando nel frattempo a diversi concerti di beneficenza; cantò tra l'altro all'Augusteo nel secondo atto del Cristoforo Colombo di A. Franchetti (10 dic. 1916), diretto da L. Mancinelli, e partecipò al concerto dell'Accademia di S. Cecilia del 30 marzo 1917, come interprete delle romanze Il bove di A. Casella e Selvaggia di A. Gasco, accompagnato al piano dallo stesso Casella.
Il 26 dic. 1917 debuttò al teatro Costanzi di Roma nella parte di Giannotto in Lodoletta di P. Mascagni in una compagnia di canto di cui facevano parte il Gigli e Gemma Bellincioni Stagno; l'opera, diretta da E. Panizza, venne replicata sette volte e segnò l'inizio della lunga e brillante carriera del Franci. Seguì, nella stessa stagione teatrale, la sua partecipazione al Falstaff di G. Verdi, nel ruolo di Ford (22 genn. 1918), al Mosè di G. Rossini, nella parte del faraone (23 apr. 1918) e alla Bohème di G. Puccini, nella parte di Marcello (24 maggio 1918). Ancora nel 1918 cantò per la prima volta al teatro Lirico di Milano nell'Aida di Verdi, nella parte di Amonasro, un ruolo che interpreterà fino alla fine della sua carriera. Tra il 1919 e il 1921 si esibì al teatro S. Carlo di Napoli in varie opere, tra le quali Francesca da Rimini di R. Zandonai, Parsifal di R. Wagner e Le Beatitudini di C. Franck; nello stesso periodo incise undici dischi acustici a doppia facciata con la Phonotype Record di Napoli. Tornerà a cantare al S. Carlo anche negli anni successivi fino al 1941.
Frattanto, nel 1919 aveva sposato Palma Bove, conosciuta durante gli studi a S. Cecilia, anch'ella allieva di canto dotata di una bella voce di contralto, che, dopo aver debuttato al S. Carlo di Napoli nel 1921 nella Gioconda di A. Ponchielli, decise di rinunciare alla carriera per dedicarsi alla famiglia. Dal matrimonio nacquero due figli: nel 1921 a Roma Marcella, che intraprenderà la carriera di cantante lirica, e nel 1927 a Buenos Aires Carlo, che diventerà direttore d'orchestra.
Nell'estate del 1920 il F. si recò per la prima volta in tournée all'estero: al teatro Coliseu di Lisbona si esibì nei Puritani di V. Bellini e nell'Africana di G. Meyerbeer. Rientrato in Italia, fu al Comunale di Bologna in Dejanice (25 dic. 1920) di A. Catalani, con Augusta Concato e N. Piccaluga, teatro in cui tornerà a cantare negli anni 1921, 1924-1929 e per l'ultima volta il 17 marzo 1940 nell'opera Maria Egiziaca di O. Respighi. Il 2 maggio 1921 segnò una data importante per la carriera artistica del F., che venne scritturato per la prima assoluta del Piccolo Marat di Mascagni, diretta dall'autore, nella parte del soldato, al teatro Costanzi di Roma. Il 10 settembre dello stesso anno debuttò al Politeama genovese nell'Andrea Chénier di U. Giordano, nella parte di Gérard, che diverrà uno dei suoi ruoli più celebri e che fin dalla prima rappresentazione fu salutato come una delle creazioni più riuscite.
Dopo una tournée al Real di Madrid e al Liceo di Barcellona, nell'estate del 1922 fu al teatro Dal Verme di Milano nella prima assoluta de La tempesta (23 nov. 1922) di F. Lattuada. Il 20 nov. 1923 iniziò la sua collaborazione artistica con il teatro alla Scala di Milano, interpretando Aida, Traviata di Verdi e Tristano e Isotta di Wagner, tutte dirette da A. Toscanini. In questo teatro partecipò, il 1° maggio 1924, alla prima assoluta di Nerone di A. Boito, nella parte di Fanuel, e ancora, nello stesso anno, alla prima assoluta de La cena delle beffe di Giordano (20 dic. 1924), diretto da Toscanini, nella parte di Neri. Oltre alle varie opere in repertorio alla Scala, partecipò ad altre prime teatrali quali: I cavalieri di Ekebù (7 marzo 1925) di Zandonai, nella parte di Cristiano, ruolo che gli offrì l'occasione di mettere in evidenza le potenti note del suo registro acuto, modulando poi al cantabile con la dolcezza della mezza voce, che fu una delle sue principali caratteristiche; partecipò poi a La bella e il mostro (20 marzo 1936) di L. Ferrari Trecate, nella parte del condottiero, e a Palla de' Mozzi (5 apr. 1932) di G. Marinuzzi, nel ruolo del protagonista. Le scene scaligere lo videro per l'ultima volta il 6 genn. 1940 nella parte di Barak in La donnasenz'ombra di R. Strauss.
Di questi anni va ricordata la sua partecipazione a tre opere rimaste memorabili per l'eccezionale interpretazione di tutti gli artisti: Carmen (23 febbr. 1924) di G. Bizet, nella parte di Escamillo, con Gabriella Besanzoni, diretta dal V. Gui; Il Trovatore (30 apr. 1925) di Verdi, nella parte del conte di Luna, insieme ad A. Pertile, Fanny Anitua e Rosa Raisa, diretta da Toscanini, e Il barbiere di Siviglia (22 apr. 1933) di Rossini, nella parte di Figaro, con T. Schipa, Toti Dal Monte e F.I. Šaljapin, diretta da A. Votto.
Nell'estate del 1925 fu in tournée al Covent Garden di Londra, apparendo in Andrea Chénier, Aida, Tosca e Barbiere di Siviglia. Verso la fine di giugno del 1926 fu all'Opéra di Parigi in Tosca e poi in Sudamerica al Colón di Buenos Aires e al teatro Municipal di Rio de Janeiro con un complesso artistico di prim'ordine (A. Pertile, Claudia Muzio, Lauri Volpi, T. Pasero, Giannina Arangi Lombardi e i direttori Marinuzzi e G. Santini); ripeterà questa tournée nel 1927 e 1928. Il 27 febbr. 1928 partecipò all'inaugurazione del vecchio Costanzi di Roma, ristrutturato e ribattezzato teatro reale dell'Opera, con il Nerone di Boito, diretto da Marinuzzi.
Dal 1928 al 1952 fu regolarmente presente a tutte le stagioni liriche, interpretando un'infinità di personaggi legati al repertorio classico, romantico e verista, come i verdiani Rigoletto, Macbeth, Jago (Otello), don Carlos (Forza del destino), Renato (Un ballo in maschera), Simon Boccanegra, Germont (Traviata), i pucciniani Scarpia (Tosca), Gianni Schicchi, Michele (Tabarro), Jack Rance (Fanciulla del West) e tanti altri come Guglielmo Tell, di Rossini, Alfio (Cavalleria rusticana), di P. Mascagni, Tonio (Pagliacci), di R. Leoncavallo, Barnaba (Gioconda) di A. Ponchielli, Federico (Lohengrin) di Wagner, ma furono senz'altro il conte di Luna (Trovatore), Escamillo (Carmen), Neri (Cena delle beffe) e Amonasro (Aida) i personaggi che più di tutti segnarono il punto di forza della sua carriera artistica, personaggi in cui poteva esprimere il suo temperamento e l'esuberanza della sua voce di amplissima estensione e ricca di armonici.
Interpretò inoltre alcuni personaggi in opere cantate solo occasionalmente, quali: Fidelio di L. van Beethoven (Pizarro) 23 marzo 1929, Orfeo di C. Monteverdi (nella parte principale) 26 dic. 1934, La vigna di G. Guerrini (Arrighetto), prima assoluta 7 marzo 1935, La bisbetica domata di M. Persico (Petruccio di Verona) 3 marzo 1938, La figlia del re di A. Lualdi (Svarga) 26 dic. 1938, Le maschere di Mascagni (capitano Spavento) 14 dic. 1940, Ecuba di G.F. Malipiero (Polimestore) 11 genn. 1941, Enoch Arden di O. Gerster (Enoch Arden) 28 marzo 1942, Isabeau di P. Mascagni (re Raimondo) 17 apr. 1947, Paolo e Francesca di L. Mancinelli (Gianciotto) 14 maggio 1948, Il sacrificio di Lucrezia di B. Britten (Tarquinio), prima assoluta 12 febbr. 1949, Cecilia di L. Refice (Amachio) 30 apr. 1950, Le preziose ridicole di Lattuada (visconte Jodolet) 7 giugno 1950. Il 9 luglio 1938 cantò per la prima volta alle terme di Caracalla di Roma in una magnifica Aida, con Gigli, Maria Caniglia e Ebe Stignani, diretta da O. De Fabritiis, e l'anno seguente, il 4 luglio 1939, inaugurò la stagione estiva di Caracalla con una storica Forza del destino di Verdi con la Caniglia, la Stignani e T. Pasero, sotto la direzione di T. Serafin. Cantò poi a Caracalla ininterrottamente dal 1946 al 1951. L'ultima sua recita romana fu in Aida al teatro dell'Opera il 16 febbr. 1952.
Partecipò, per diversi anni di seguito, nel periodo estivo, al Carro di Tespi lirico, toccando diverse città italiane e straniere.
Dopo essere rimasto inattivo per oltre un anno in seguito a un incidente, tornò a cantare il 13 febbr. 1956 con i Maestri cantori di Norimberga di Wagner (nella parte di Hans Sachs), al teatro Massimo di Palermo. Dopo questo impegno si ritirò dalle scene.
Morì a Roma il 28 febbr. 1985.
Incise, durante la carriera, numerosi dischi tra il 1926 e il 1933 con la Columbia e la Voce del padrone di Milano, alcuni dei quali sono stati reincisi in microsolco dal 1956 al 1958.
Fonti e Bibl.: Necr. in Il Messaggero, 1° marzo 1985; Il Tempo, 1° marzo 1985; intervista concessa dal F. a Maurizio Tiberi, riportata sul retro del L.P. "Baritono Benvenuto Franci", ediz. del Timaclub, Castelnuovo di Porto (Roma) 1984; Musica d'oggi, XX (1938), 8-9, 1938, pp. 280 s.; F. De Filippis - R. Arnese, Cronache del teatro S. Carlo (1937-1960), I, Napoli 1961, p. 98; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), II, Milano 1964, pp. 77, 84, 86, 89, 92, 93 s., 97, 104; L. Trezzini, Due secoli di vita musicale. Storia del teatro Comunale di Bologna, II, Bologna 1966, pp. 154, 156, 162, 174 s., 184; V. Frajese, Dal Costanzi all'Opera, III-IV, Roma 1978, ad Indicem; E. Frassoni, Due secoli di lirica a Genova, II, Genova 1980, pp. 143 s., 147, 165, 173, 181, 204, 211, 229, 237 s., 252, 256, 259, 273, 304, 312; A. Basso, Storia del teatro Regio di Torino, V, Torino 1988, pp. 149, 180; Enc. dello spettacolo, V, col. 594.