BĚRAKYĀH ha-NAQDĀN
. Favolista ebreo, di età e patria incerta. Visse, non sappiamo se in Francia o in Inghilterra, non oltre la metà del sec. XIII. Scrisse in ebraico una raccolta di favole, col titolo Mishlē Shu‛ālīm (Favole di volpi), probabilmente rifacimento delle favole di Maria di Francia. Compose inoltre, pure in ebraico, due operette morali, un rifacimento delle Quaestiones naturales di Adelardo di Bath, e un Lapidario.
Ediz. princ. delle favole: Mantova 1557-58; con traduzione latina: Praga 1661; altre edizioni ebraiche: Berlino 1756,1921; traduzione giudeo-tedesca: Friburgo circa 1583, e varie volte di poi; altra traduzione parziale giudeo-tedesca: Francoforte s. M. 1687. - Operette morali: Gollancz, The ethical Treatises of B., Londra 1902.
Bibl.: M. Steinschneider, Die hebräischen Ũbersetzungen des Mittelalters, Berlino 1893, pp. 440, 464, 958-962, 963-964.