BERALDO
Non si sa dove e quando sia nato questo vescovo di Tivoli, né quale sia stata la sua formazione. Lo troviamo designato come "episcopus Tiburtinus electus" in una lettera del 21 ag. 1252, a lui indirizzata da Innocenzo IV, nella quale il pontefice gli dà facoltà di impegnare i beni della Chiesa di Tivoli per un prestito da lui contratto per 50 libbre provisine.
Ben poco si sa delle opere intraprese da B. negli anni del suo vescovato. Con una lettera del 9 ag. 1255 diretta a Enrico III, abate di S. Scolastica di Subiaco, Alessandro IV risolse le controversie di giurisdizione sorte tra il vescovo di Tivoli e quel monastero, al quale furono assegnate varie chiese comprese entro la diocesi tiburtina (P. Egidi, Notizie storiche, in I monasteri di Subiaco, I, Roma 1904, p. 116).
Il nome di B. è collegato nei registri pontifici e negli annali dei frati minori al trasferimento del monastero e della chiesa di S. Maria Maggiore di Tivoli dai benedettini ai frati minori. Il 4 maggio 1256, infatti, Alessandro IV incaricò il vescovo di investire della chiesa e del monastero i frati minori, che occupavano il pericolante convento di S. Giovanni in Votano, curando che i benedettini che ancora, in scarso numero, occupavano S. Maria Maggiore fossero destinati ai monasteri di S. Clemente e di S. Angelo in Valle Arcese. Il 5 luglio dello stesso anno B. investì dunque, del manastero, secondo l'ordine ricevuto, il custode fra, Sinibaldo e il guardiano fra, Andrea per tutti i conventuali, con uno strumento rogato dal notaio Niccolò di Pietro Iaquintello e riportato nella bolla pontificia del 15 luglio. La popolazione tuttavia, sobillata forse dai benedettini, si ribellò a tale cambiamento e scacciò i frati dal monastero appena occupato. Il 15 luglio il pontefice si rivolse allora a Gerardo, vicario del vescovo, e a Giovanni di Paolo, canonico tiburtino, chiedendo loro di promulgare sentenza di scomunica contro qualsiasi persona che arrecasse molestia ai frati minori. Il fatto che Alessandro IV si rivolgesse al vicario del vescovo, non viene spiegato: si può forse pensare a una lontananza temporanea di B. dalla sua sede.
Infine il pontefice, con una lettera, datata Viterbo ii novembre 1257, attribuì al capitolo della basilica vaticana i beni del monastero, di cui i minori, secondo la regola, non potevano godere, dietro obbligo da parte del capitolo di provvedere al mantenimento dei benedettini trasferiti (Les registres de Alexandre IV, a cura di C. Bourel de la Roncière, J. de Loye, P. de Cenival, A. Coulon, I, Paris 1917., pp. 710 s., n. 2302). Il 2 dic. 1258, il pontefice Alessandro IV esortava nuovamente B. ad ammonire i Tiburtini che restituissero tutti quei libri e tutti quegli ornamenti che avevano sottratto alla chiesa e al monastero di S. Maria Maggiore.
Dopo questa data non troviamo più alcuna notizia di B., del quale si ignora anche l'anno di morte. Solo il 23 ag. 1265 troviamo nominato quello che doVette essere il suo successore, Gottifredo, in occasione del suo trasferimento al vescevat, o di Rieti (Les registres de Clement IV, a c. di E. Jordan, Paris 1893, p. 33, n. 139).
Fonti e Bibl.: A. Potthast, Regesta Pontif. rom., II, Berolini 1875, nn. 16355, 16483, 17423; Les registres d'Innocent IV, a cura di E. Berger, III, Paris 1897, p. 102, n. 5936; F. Ughelli-N. Coleti, Italia Sacra, I, Venetiis 1717, col. 1309; G. C. Crocchiante, L'istoria delle Chiese della città di Tivoli, Roma 1726, p. 88; S. Viola, Storia di Tivoli..., II, Roma 1819, pp. 187-189; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, VI, Venezia 1847, pp. 676-679; G. Melchiorri, Mem. stor. del culto e della veneraz. dell'Immagine di S. Maria Santissima venerata in Tivoli nella chiesa di S. Maria Maggiore, Roma 1864, pp. 41-44; P. B. Gams, Series episcoporum..., Ratisbonae 1873, p. 733; C. Eubel, Hierarchia catholica..., I, Monasterii 1913, p. 484; G. Cascioli, Nuova serie dei vescovi di Tivoli, in Arti e mem. d. Soc. tiburtina di storia e arte, IV (1924), pp. 182-189; L. Wadding, Annales Minorum, a cura di J. M. Fonseca ab Ebora, IV, ad Claras Aquas (Quaracchi) 1931, p. 50; Dict. d'Hist. et de Géogr. Eccl., VIII, coll. 313 s.