BERENGARIO da Carpi, Jacopo (Barigazzi)
Medico, nato a Carpi presso Modena, studiò medicina a Pavia e a Bologna, ove divenne professore di anatomia e insegnò dal 1502 al 1527; si dedicò poi interamente alla pratica, dalla quale ritrasse considerevoli ricchezze, e morì a Ferrara nel 1550. Anatomico di gran valore, fu uno dei precursori del Vesalio e scrisse un celebre commentario all'Anatomia di Mondino con disegni dal vero (Venezia 1521). Nelle sue Isagogae (Bologna 1523) si occupò particolarmente dell'anatomia del cuore. Fu uno dei primi a praticare regolarmente sezioni anatomiche: alcune delle sue figure rivelano un osservatore obiettivo e indipendente dalle tradizioni galeniche. Fu il primo a descrivere l'appendice vermiforme, e la ghiandola timica. E ritenuto altresì il primo che abbia descritto la forma dei ventricoli cerebrali e l'azione delle valvole cardiache; ma ciò aveva fatto anche Leonardo, se non prima, certo contemporaneamente. Chirurgo di non comune valore e operatore famoso, fu uno dei più ricercati sifilologi e applicò su vasta scala l'uso del mercurio nella cura della sifilide; ebbe in cura Benvenuto Cellini, il quale racconta di lui e delle sue cure. Nel campo della chirurgia il suo Tractatus de fractura calvariae, seu cranii (Bologna 1518) fu considerato come testo classico fino alla fine del '600. Fu anche grande collezionista e intenditore d'arte, e, come si rileva dal Vasari, ebbe in dono dal cardinal Colonna, per una sua cura, il S. Giovannino di Raffaello. Fu mosso a B. ancora in vita il rimprovero di aver sezionato uomini vivi: intorno a questa accusa, certo infondata, si svolse una lunga polemica, sulla quale riferisce diffusamente M. Medici (Comp. stor. della Scuola anatomica di Bologna, 1857).
Bibl.: Oltre al citato studio del Medici si veda Ch. Singer: The evolution of anatomy, Londra 1925 (v. anche anatomia umana).