BERENICE (Βερενίκη; Bernik)
Città della Cirenaica (odierna Bengasi), fondata intorno al 246 a.C., sostituì Euesperides diventando il centro greco più occidentale della regione.
La città sorgeva su una lingua di terra che Strabone chiamava Pseudopeniade (XVII, 836), distesa approssimativamente da NE a SO tra il mare e una laguna che può essere probabilmente identificata con il lago Tritonias di cui parla Strabone. Prima della fondazione della città, il promontorio di Pseudopeniade fu forse sede di un insediamento destinato alle attività portuali di Euesperides quando il porto originario di questa non fu più agibile, anche se di ciò manca finora una conferma archeologica. Sconosciuta è l'esatta ubicazione del porto.
Lo Stadiasmus Maris Magni sembra descrivere un porto accessibile solo a piccole navi, situato sulla sinistra del promontorio di Pseudopeniade per chi viene da Tauchira (57) e, dunque, lungo il lato settentrionale della laguna.
La fondazione della città coincise, probabilmente, con la costruzione della cinta muraria fatta erigere da Berenice, figlia di Magas di Cirene e moglie di Tolemeo III: la data delle nozze, il 246 a.C., è da considerare come termine post quem. L'abbandono definitivo del sito di Euesperides, in concomitanza con la fondazione di B., deve essere stato determinato da una decisione autoritaria che obbligò la popolazione a trasferirsi e potrebbe essere interpretata come un atto punitivo di Tolemeo nei confronti di una città che si era opposta al dominio egiziano. AB., come a Tolemaide, è attestata una evidente continuità delle consuetudini civiche rispetto a quelle della città più antica, chiaramente comprovata, p.es., dal persistente uso del dialetto cirenaico per scopi civici, o dal locale sistema di datazione: l'anno era indicato mediante la menzione di un sacerdote di Apollo eponimo, oppure dai nomi di alcune istituzioni cittadine. È probabile che, per motivi tattici, il circuito murario abbia racchiuso approssimativamente tutto il promontorio di Pseudopeniade a SO di Sidi Khrebiš, come è dimostrato anche dalla distribuzione dei rinvenimenti effettuati nella città moderna. Il numero dei nuovi abitanti dovette essere considerevole perché fosse possibile occupare tutto lo spazio disponibile, anche ammettendo che tutti i cittadini di Euesperides si fossero trasferiti a Berenice. Mentre Euesperides aveva goduto di agevoli comunicazioni con i centri vicini, B. era collegata via terra solo da un lato.
Scavi recenti nella località Sidi Khrebiš hanno fornito nuove informazioni sullo sviluppo della città. Le testimonianze più antiche relative al sistema viario urbano risalgono al II sec. a.C., quando esso fu tracciato con uno schema a griglia rettangolare. Ancora oggi non si conosce l'esatta ubicazione del centro di B.; a meno che non si vogliano accettare come indizî della sua localizzazione il ritrovamento di una testa-ritratto dell'imperatore Tiberio, nella zona sottostante al Belediye, e il rinvenimento di alcune statue drappeggiate nella zona dell'adiacente fonduq. La recente proposta di localizzare il tempio urbano di Apollo nella zona poi occupata dalla chiesa di Sidi Khrebiš, avanzata sulla base della riutilizzazione nella chiesa di alcune pietre provenienti dal tempio, risulta infondata. Per tutto il primo secolo di vita della città, dalla zona di Sidi Khrebiš non provengono testimonianze archeologiche.
Risalgono alla metà del II sec. a.C. quattro insulae più o meno completamente edificate, nelle quali si possono riconoscere case modeste e un piccolo tempio dedicato, secondo quanto fanno pensare i suoi ex voto, ad Asclepio e Igea. Le case erano di tipo greco, con ambienti disposti intorno a cortili scoperti, che spesso ospitavano pozzi. Erano costruite con una muratura in pietra e mattoni crudi poggiante, all'esterno, sopra uno zoccolo costituito da ortostati di pietra; avevano un unico piano e copertura piana, mentre il pavimento era di solito realizzato in terra battuta e in alcuni casi in calcestruzzo. Le decorazioni erano rare, anche se gli stipiti delle porte e gli architravi dovevano mostrare alcuni elementi caratteristici, con parti dipinte. I confronti più stretti per questo tipo di case sono le dimore più modeste in Olinto e Delo.
Il II sec. a.C. è caratterizzato anche da importazioni di oggetti ceramici provenienti dalla penisola italica. Nello stesso periodo è attestata l'importazione di silfio dalla Cirenaica in Campania (Plaut., Rud., 631; presenza del nome tipicamente cirenaico di Arimmas in un graffito del periodo osco a Pompei); d'altra parte va considerato che, nell'ambito dei traffici marittimi diretti verso l'Italia, la posizione della città di B. risultava indubbiamente piuttosto favorevole (essa rappresentava ovviamente il primo scalo per le navi che provenivano dall'Italia e l'ultimo porto in Cirenaica per la navi che seguivano la rotta inversa). I mercanti delle regioni meridionali della penisola italica incrementarono le loro attività commerciali nelle zone del Mediterraneo orientale, proprio mentre Tolemeo Physcon, re di Cirene dal 163 e re d'Egitto dal 145 a.C., a partire dal secondo quarto del secolo stringeva amichevoli rapporti con Roma. Una prova dei rapporti commerciali che legavano tra di loro un vasaio dell'Italia Meridionale, la Cirenaica e l'Egitto, in un periodo ancora precedente a quello che stiamo ora esaminando, è la presenza a B. di una considerevole quantità di ceramica di Gnathia (v.), del tipo conosciuto come Gruppo Alessandrino.
Lo sviluppo urbano di B. difficilmente poté continuare nel periodo della pirateria, alla fine del II sec. a.C., e ciò è dimostrato da evidenti segni di decadenza, come la brusca interruzione delle importazioni di ceramica dalla penisola italica. Gravi disordini sono descritti in una iscrizione rinvenuta a B. (SEG, 1540, con aggiunte da parte di Laronde, p. 465), nella quale si parla anche di assalti condotti nelle campagne da parte di «criminali». Si può ritenere che le testimonianze offerte dallo scavo del sito di Sidi Khrebiš confermino le notizie riportate dall'iscrizione: alcuni edifici situati in tale zona caddero infatti in disuso nel I sec. a.C.; in due di essi furono allestite fornaci per ceramica.
Né la decisione presa dai Romani nel 75 a.C. di introdurre un qualche tipo di governo provinciale (Sall. C., Hist., II, 43M), né la vittoria decisiva riportata da Pompeo sui pirati nel 67 a.C., bloccarono il processo di decadenza già avviato. La Cirenaica fu ancora sconvolta dagli effetti delle guerre civili che travolsero Roma tra il 49 e il 30 a.C. Durante tale periodo B. è nominata soltanto una volta, quando Catone Uticense radunò nella regione un esercito di più di diecimila uomini, con i quali attraversò il Golfo della Sirte, in occasione della campagna di Tapso: le esigenze militari rappresentavano probabilmente per la città un autentico disastro.
Le testimonianze offerte dal sito di Sidi Khrebiš relativamente al periodo augusteo evidenziano che l'area di B. rimase in uno stato miserevole, nonostante sia documentata l'offerta di alcuni doni votivi nel tempio. La costruzione di un acquedotto che, attraversando l'intera zona, portava acqua in città servendo alcuni edifici situati in una località piuttosto distante, dimostra che una ripresa dello sviluppo urbano era già stata avviata, ma che interessava soltanto il centro cittadino. Tale considerazione è avvalorata anche dall'abbondante presenza di ceramica importata e dal rinvenimento all'interno delle città di due iscrizioni giudaiche databili all'età augustea o alla prima età tiberiana (SEG, 16,931; IGR, I, 1024).
Nuovi cambiamenti sono attestati nella località di Sidi Khrebiš in un periodo non anteriore alla metà del I sec. d.C., quando le guarnigioni delle fortezze situate lungo il Golfo della Sirte dovettero affrontare le guerre marmariche. In tale periodo l'acquedotto fu sostituito da un sistema idraulico convogliato a mezzo di tubazioni, collegate a un acquedotto rinvenuto nel 1968 nei pressi di Euesperides. Parimenti al vecchio acquedotto, tale sistema non serviva Sidi Khrebiš, ma alcuni edifici più lontani. In quella stessa occasione tutte le opere murarie furono rase al ruolo compresa, sembra, la cinta difensiva di età ellenistica. In alcuni punti si realizzò un interro che elevò il terreno di un metro: le strade lastricate furono ricostruite a questa nuova quota, mantenendo il vecchio tracciato; l'attività edilizia mostra una ripresa.
Nel corso dell'età flavia vennero edificate completamente o parzialmente sette insulae e il quartiere fu occupato molto più densamente di prima. Accanto ad alcuni edifici piuttosto poveri, simili a quelli precedenti, cominciarono a comparirne altri di dimensioni maggiori e più articolati, che presentavano peristili, elementi decorativi e alcune cisterne sotterranee al di sotto dei cortili, in aggiunta ai pozzi.
Alla fine del I e durante il II sec. d.C., si diffuse la tendenza ad abbellire le abitazioni con decorazioni più ricche, rivestendo le pareti con intonaco dipinto, i pannelli con marmo venato e i pavimenti con mosaici. Anche in altre parti della città sono stati effettuati rinvenimenti fortuiti di pavimenti musivi, di statue di marmo e di busti-ritratto (Rosenbaum, 1960, nn. 32, 202, 287). Un peristilio dorico, sul cui architrave era incisa una monumentale iscrizione latina, era annesso a un altro che non è stato scavato. Il rinvenimento di alcuni pezzi di opus signinum e di alcuni tubuli nell'area settentrionale del peristilio ha fatto pensare che si trattasse di un impianto termale, ma ciò resta incerto. Il peristilio ebbe vita piuttosto breve e, considerata la sua cronologia, si può ipotizzare che sia stato distrutto durante la rivolta giudaica del 115 d.C. Per il resto, sembra che il quartiere scavato nella zona di Sidi Khrebiš non mostri ulteriori segni di danneggiamento.
Alla metà del II sec. Β. doveva essere in una fase di notevole fioritura, se richiese all'imperatore Antonino Pio di essere scelta come sede dell'assemblea provinciale (SEG, 28, 1560): richiesta che peraltro fu respinta. A quel periodo deve essere riferito il numero più considerevole di statue-ritratto pervenuteci dalla città. Alla stessa epoca risale la maggior parte delle sepolture rinvenute nelle necropoli.
Tra le nuove costruzioni realizzate all'inizio del III sec. è compreso un edificio di splendore insolito, il quale, per la prima volta, fu costruito sopra il tracciato della vecchia cinta muraria di età ellenistica. Nel secondo quarto del III sec. i segni della decadenza divennero i però generali; intorno al 250 d.C. venne eretta intorno all'area di Sidi Khrebiš una nuova cinta di mura, più ristretta rispetto a quella ellenistica. Dalla seconda metà del III sec. non possediamo alcuna testimonianza, ma sappiamo che successivamente nella zona furono stanziate alcune piccole imprese industriali.
La maggior parte delle tombe di età romana ha restituito corredi piuttosto modesti. Nell'ambito del II sec. d.C. si trovano sarcofagi e urne di marmo scolpito, cofanetti di piombo, busti-ritratto di modesta qualità e figurine di gesso forse riproducenti eroti, oltre a statuette di terracotta raffiguranti divinità e a un braciere, presumibilmente utilizzato per cuocere i cibi durante i banchetti funebri.
Non possediamo altre testimonianze sulle vicende urbane di B. fino all'inizio del VI sec., quando, forse durante il regno di Anastasio, venne costruita nella zona di Sidi Khrebiš una chiesa: un edificio fortificato realizzato con materiali di spoglio tra i quali sicuramente alcuni appartenenti a un Tempio di Apollo.
Per quanto riguarda il cristianesimo, il primo riferimento relativo alla città di B. risale al 260 d.C. e riguarda il vescovo Ammonas, un deciso sostenitore dell'eresia di Sabellio; un altro vescovo, Dachis, è ricordato nel Concilio di Nicea del 325. È degno di nota il fatto che entrambi i vescovi avessero nomi libici piuttosto che greci; ma ciò indica soltanto la coesistenza a B. di differenti etnie (particolarità comune ad altre città cirenaiche) senza darci ulteriori informazioni per un'epoca così antica.
Sappiamo da Procopio che Giustiniano fece costruire a B. un edificio termale, del quale non si sa nulla, e una cinta muraria. Dopo tali avvenimenti non possiamo dire nulla sulla storia di B. fino alla sconsacrazione della chiesa, che deve essere stata chiaramente conseguente alla conquista araba della Cirenaica nel VII secolo.
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