BERGAMO (VI, p 699; App I, p. 264; II, 1, p. 385)
La popolazione residente del comune è aumentata da 86.043 ab. nel 1936 a 103.256 nel 1951 e successivamente a 111.955 nel 1958; la città, nel 1958, contava 99.570 ab. L'aumento della popolazione si deve a due fattori concomitanti: cioè alla forte eccedenza naturale e all'attivo dei movimenti migratorî. L'indice di natalità si è sempre mantenuto cospicuo durante tutto il periodo, anche se è andato soggetto ad una sensibile diminuzione: dal 1952 al 1958 esso è sceso dal 20,9 al 16,2‰: costituisce tuttavia, ancora oggi, il più alto indice dei capoluoghi di provincia lombardi, dopo Sondrio. Pure la mortalità è diminuita, ma non con la stessa intensità: cosicché nell'ultimo settennio l'incremento naturale si è contratto di circa 2/5. L'eccedenza dei movimenti migratorî, cospicua dal dopoguerra fin verso il 1953, quando toccò e superò spesso 1000 unità all'anno, si è gradualmente abbassata negli ultimi tempi.
La popolazione attiva costituisce, in base al censimento 1951, il 48% di quella totale con più di 10 anni, e risulta occupata prevalentemente nelle attività industriali. Queste ultime hanno accusato un sensibile rafforzamento, soprattutto nelle branche delle meccaniche (7131 addetti), delle tessili (4635) e di quelle che trattano i minerali non metallici (1802). In rapporto a questo incremento, anche il settore dell'edilizia ha avuto un forte impulso, ma soprattutto se ne sono avvantaggiate le attività commerciali e il settore creditizio. Notevolmente diminuiti risultano al contrario gli addetti all'agricoltura.
In seguito alla nuova espansione industriale e all'incremento demografico, l'impianto urbano si è sensibilmente accresciuto. Nuovi quartieri residenziali sono sorti nell'area occidentale, al di là del Borgo San Leonardo, con particolare intensità a nord della strada per Lecco, dove si sono spinti fin sugli sproni del colle della città alta, e in quella orientale, sull'asse stradale di Seriate, dove hanno occupato tutta la zona posta tra la sede ferroviaria e le case di cura e riposo (manicomio e Pia Casa di ricovero). Una nuova area residenziale si è sviluppata al margine meridionale della città, fuori Porta S. Bernardino, dove la fascia d'insediamento imperniata sulla strada di Colognola del Piano si è rafforzata fino a catturare il vicino centro abitato.
Bibl.: R. Petrali Cicognara, Bergamo e le sue valli, Bergamo 1939; S. Locatelli Milesi, Bergamo vecchia e nuova, Bergamo 1939; B. Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, Milano 1940; G. Rinaldi, Le miniere del Bergamasco, Bergamo 1940; L. Angelini, Il volto di Bergamo nei secoli, Bergamo 1951.