Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
In Prussia, tra Rivoluzione e Restaurazione, Schinkel rappresenta l’uomo di cultura che contribuisce attivamente al riscatto morale e materiale del proprio Paese, mantenendo lucidità ed equilibrio in tempi di forti tensioni politiche e sociali. La sua opera, necessaria per comprendere l’architettura moderna, è fondamentale per lo studio del neoclassicismo e del Romanticismo in Europa.
Dalla provincia alla capitale
Karl Friedrich Schinkel nasce a Neuruppin il 13 marzo 1781; il padre, arcidiacono, muore nel 1787 per le conseguenze del grande incendio della città che distrugge anche la sua casa. Sette anni dopo, Karl Friedrich Schinkel lascia la provincia con la madre e due fratelli e si trasferisce a Berlino. I cantieri per la ricostruzione della città natale dopo il devastante incendio, la porta di Brandeburgo di Langhans e i progetti di Friedrich Gilly per un monumento a Federico II di Prussia costituiscono i punti di riferimento visivi su cui il giovane Schinkel matura la decisione di diventare architetto. Friedrich Gilly diventa suo maestro d’elezione e nel 1799 Schinkel si iscrive all’Accademia di architettura, che lascia però dopo la morte di Gilly; porta quindi a termine alcuni lavori lasciati incompiuti dal maestro e riceve le prime commissioni di disegni per la fabbricazione di mobili e la decorazione di porcellane. Schinkel, inoltre, ha notevole disposizione per la pittura e compone paesaggi idealizzati e ispirati al medioevo, ma si interessa anche di filosofia, legge Schelling e Fichte.
Nel 1803, Schinkel investe tutto il denaro di cui dispone per programmare il primo viaggio in Italia: parte in maggio e tocca Dresda, Praga e Vienna; visita poi Trieste, Venezia, Padova, Bologna e Firenze. In ottobre è a Roma, dove resta fino al maggio 1804, qui frequenta la comunità di artisti e intellettuali tedeschi, e in particolare Wilhelm von Humboldt e Joseph Anton Kock. Ripreso il viaggio, Schinkel raggiunge Napoli e la Sicilia. In Italia viene colpito soprattutto dal paesaggio e la sua capacità di trasfigurarlo in chiave pittoresca troverà espressione in composizioni romanticheggianti. Durante il viaggio di ritorno – dopo aver visitato Pisa, Livorno, Genova e Milano – Schinkel si ferma a Parigi, dove assiste all’incoronazione di Napoleone imperatore. Durante il viaggio esegue moltissimi disegni dal vero e progetta uno studio teorico che intende illustrare con esempi di architettura medievale italiana.
Rientrato a Berlino nel marzo 1805, attraversando Strasburgo, Francoforte e Weimar, Schinkel riprende a lavorare per David Gilly – padre di Friedrich – e a dipingere paesaggi con architetture. Intanto Napoleone vince ad Austerlitz e nel settembre 1806 la Prussia è sconfitta a Jena. Berlino subisce allora l’occupazione francese fino al 1808 e Federico Guglielmo III sottoscrive a Tilsit le condizioni di pace imposte da Napoleone. Così, insieme alle difficoltà di bilancio e alla prostrazione morale, per gli architetti viene meno ogni opportunità di lavoro.
In questo periodo Schinkel perfeziona ogni tecnica artistica che gli consenta di lavorare; manifatture di tessuti, cristalli e mobili richiedono disegni originali. Dipinge inoltre panorami e diorami, particolarmente apprezzate sono le sue prospettive ottiche con vedute di paesaggi meridionali e nordici, oltre alle rappresentazioni di soggetto medievale. La sua opera pittorica, che riscuote grande ammirazione presso i contemporanei, comprende migliaia di schizzi e disegni e più di cinquanta quadri anche di grandi dimensioni.
Bettina von Arnim, moglie dello scrittore Achim Armin, commenta la Visione della fioritura della Grecia del 1825 con queste parole: “Schinkel sarà più famoso per questo quadro che per tutti i suoi edifici”. Nell’inverno tra il 1807 e il 1808, in funzione antifrancese, patriottica e nazionalista, Johann Gottlieb Fichte pronuncia i Discorsi alla nazione tedesca, che influiscono notevolmente sull’orientamento del gusto verso caratterizzazioni formali tipicamente germaniche.
I progetti per la città di Berlino
Al termine dell’occupazione francese, e ripristinata la capitale a Berlino, la famiglia reale sollecita l’opera di architetti e artisti. I sovrani particolarmente – la regina Luise – apprezzano gli spettacoli panoramici presentati da Schinkel con effetti di luce e con accompagnamento musicale: è l’occasione favorevole per essere presentato a corte e perché gli siano affidati progetti di arredo e decorazione. Grazie anche all’amico von Humboldt, Schinkel viene nominato assessore della soprintendenza alle opere di architettura e ha così inizio la sua trentennale carriera al servizio dello Stato. Nel 1810 Schinkel collabora con Heinrich Gentz alla progettazione di un mausoleo dorico da erigersi a Charlottenburg in memoria della regina Luise, morta quell’anno. Accanto al progetto effettivamente realizzato, Schinkel ne elabora uno proprio, ideale: una cappella gotica a tre navate che si ispira a un medievalismo romantico e patriottico. Nel 1811 Schinkel diventa membro dell’Accademia di Belle Arti e progetta un monumento, da realizzarsi in ghisa, in memoria della regina a Gransee. Nel 1813 entra a far parte della milizia territoriale e – in occasione della guerra di liberazione contro i Francesi – su richiesta del re, disegna la massima decorazione prussiana al valore militare, la Croce di ferro, che verrà simbolicamente inserita tra le foglie di quercia della corona della Vittoria, quando la Quadriga di Joham Gottfried Schadow – requisita da Napoleone nel 1807 – sarà restituita e ricollocata sulla porta di Brandeburgo.
Con il Congresso di Vienna e la Restaurazione si prospettano per Berlino grandi programmi urbanistici e, di conseguenza, cospicui investimenti per opere edilizie. Schinkel porta avanti le produzioni artistiche degli anni precedenti (quadri, pannelli panoramici, disegni e litografie) ma – a partire dalla ricostruzione della Petrikirche e della chiesa di Neu-Hardenberg – intraprende anche l’attività vera e propria di architetto. Disegna allora un Walhalla, il paradiso teutonico in occasione del concorso indetto da Luigi di Baviera, ma gli sarà preferito il progetto dell’architetto Leo von Klenze. Esegue scenografie per il teatro regio, a partire da quelle per la prima esecuzione del Flauto magico di Mozart, accolta entusiasticamente il 18 gennaio 1816, e lo stesso anno redige un documento per la conservazione e la tutela dei monumenti storici di Prussia.
Con la battaglia di Waterloo e la definitiva sconfitta di Napoleone, vengono restituiti i tesori d’arte sottratti dai Francesi e a Berlino cresce la richiesta di un pubblico museo nazionale.
Schinkel viaggia per trattare l’acquisto di collezioni d’arte per i musei reali e a Weimar incontra per la prima volta Goethe, che tornerà a visitare nel 1820.
Le realizzazioni
Il 1816 rappresenta la data d’inizio della febbrile attività di Schinkel come architetto; egli comincia a lavorare al progetto per la costruzione della Neue Wache, l’edificio per la guardia sull’Unter den Linden: ultimato nel 1818, viene considerato il manifesto dell’arte di Schinkel. La Neue Wache è una costruzione cubica in pietra arenaria e cotto, con un portico di colonne doriche e un timpano con scene di battaglia in rilievo.
Accanto agli innumerevoli progetti sulla carta, moltissime sono le realizzazioni degli anni seguenti che daranno al paesaggio urbano un’impronta schinkelliana per antonomasia, come il grandioso impianto per il complesso teatrale dello Schauspielhaus, al centro del Gendarmenmarkt. Per questo edificio Schinkel dichiara di ispirarsi a forme e criteri costruttivi greci, ma l’articolazione dei volumi è moderna e originale.
Altrettanto imponente è la costruzione dell’Altes Museum; modello riconosciuto in tutta Europa per grandi edifici pubblici, è a pianta rettangolare e ha un fronte che si sviluppa orizzontalmente. Il portico con 18 colonne ioniche poggia su uno zoccolo ed è rafforzato da due pilastri angolari. Dal vestibolo si accede alla grande rotonda con volta a cassettoni, ispirata al Pantheon, mentre le sale di esposizione sono allineate lungo il perimetro su due piani. Altre realizzazioni di Schinkel sono il Kreuzberg, monumento a ricordo della guerra di liberazione, la Werder Kirche, la Sankt Johannis-Kirche e le suburbane Sankt Pauls-Kirche e Nazareth-Kirche. Una delle opere più interessanti cui Schinkel si dedica a partire dal 1831 è l’Allgemeine Bauschule, che si chiamerà in seguito Bauakademie. Si tratta di un edificio costruito con una tecnica nuovissima: prima vengono eretti i pilastri, che sono poi imbrigliati tra loro da archi e ancoraggi di ferro, e successivamente vengono alzate le pareti, stese le volte e posati i piani. Il rivestimento esterno è in mattoni fugati di bianco e decorato con lastre di terracotta e piastrelle smaltate. La Bauakademie viene inaugurata nel 1836 e all’architetto viene riservato un appartamento che diventerà, dopo la sua morte, un museo a lui dedicato. Opera prediletta dallo stesso Schinkel, che la ritiene esemplare, la Bauakademie sarà gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale e irresponsabilmente demolita nel 1961.
Anche fuori dalla capitale sono molte le opere realizzate su progetto di Schinkel: la Nikolai Kirche a Magdeburgo, il teatro di Aquisgrana, il Padiglione Antonin presso Poznan, la residenza estiva di Federico Guglielmo III nel parco di Charlottenburg(ora Schinkel Pavillon), che si rifà, per espressa richiesta del re, alla Villa Chiatamone di Napoli; e, ancora, il castello di Glienike, il faro di Arkona a Rügen, la Nikolai Kirche con i Bagni romani e la Casa del giardiniere, il ponte di Glienike, l’università (Augusteum) di Lipsia, l’ampliamento del castello di Tegel per Wilhelm von Humboldt, l’Alte Wache di Dresda, il castello di Babelsberg presso Potsdam e la ricostruzione della fortezza di Stolzenfels sul Reno, per il principe ereditario Federico Guglielmo IV.
Per una architettura ideale.
Negli anni della maturità Schinkel compie molti viaggi per obbligo d’ufficio e ritorna per la seconda volta in Italia nel 1824: sosta a Roma, Napoli e Venezia. Indispensabile per comprendere le sue opere successive è il viaggio del 1826 a Parigi e in Inghilterra, dove si interessa particolarmente di architettura industriale, raccogliendo dati e informazioni sulle innovazioni tecnologiche a essa connesse. Nel 1838 Schinkel è promosso regio soprintendente generale alle opere edilizie, in riconoscimento del suo lavoro. Già malato, dedica le ultime energie a un grande progetto per la residenza estiva a Orianda (presso Yalta, in Crimea) della principessa Charlotte di Prussia, divenuta zarina Alexandra Feodorovna. Ma quella che dovrebbe essere, secondo il sogno architettonico di Schinkel, “la più grande residenza imperiale sulla terra”, viene ritenuta irrealizzabile dai committenti. Il progetto sarà pubblicato come esempio di alta architettura insieme a quello per un palazzo reale sull’Acropoli di Atene, disegnato per Ottone I Wittelsbach, re di Grecia, e insieme al progetto cui pensava fin dal 1821 e che rappresenta l’ideale residenza di un principe.
Schinkel muore a Berlino il 9 ottobre 1841, dopo una lunga malattia.
L’opera d’arte totale
Notevolissimo è anche il materiale bibliografico di Schinkel che comprende raccolte di disegni, di tavole a colori, di repertori per le arti applicate destinati ad architetti, ingegneri e artigiani. Restano inoltre lettere, diari e manoscritti e molto del materiale necessario alla realizzazione del grande progetto di un trattato di architettura: non averlo potuto terminare è il cruccio di tutta la sua vita. Secondo le intenzioni di Schinkel, il testo avrebbe potuto dare una soluzione pratica a ogni problema edilizio. Gli appunti per il trattato sono stati ordinati ed elaborati da Goerd Peschken, Das architektonische Lehrbuch (1979).
La vastità di interessi in diversi campi di attività, l’uso di forme, tecniche e materiali in apparente contrasto tra loro, la necessità di assecondare esigenze di committenza non sempre condivise e l’obbligo di assolvere doveri istituzionali portano a considerare il lavoro di Schinkel secondo ripartizioni di competenze: architettura, teoria dell’architettura, urbanistica, pittura, disegno e incisione, tecnica delle costruzioni, arti applicate, scenografia. Ciò è inevitabile per ragioni pratiche, ma non deve far dimenticare che c’è un legame morale ed estetico che unifica e caratterizza l’opera di Schinkel: ottimismo della volontà e ottimismo della ragione, insieme, strutturano un pensiero positivo fondato sulla certezza che l’uomo, come individuo di una società, è perfettibile per mezzo della cultura in genere e dell’arte in particolare. C’è sempre coerenza profonda nelle scelte artistiche di Schinkel, una ragione forte che consente di guardare il “suo” gotico accanto al “suo” classico senza avvertire dissonanze, e che permette altresì di riconoscere la sua mano tanto nella solidità della Neue Wache quanto nell’utopia del palazzo di Orianda. È convinzione di Schinkel che occorra rifarsi al passato, da cui non si può storicamente prescindere, non per imitare ma per rinnovare. A conferma di quanto il suo stile sia autonomo, e quindi non automaticamente riproducibile per semplice trasposizione di elementi visivamente salienti, sono i molti edifici costruiti per imitazione a Berlino, negli anni successivi alla sua morte: genericamente e approssimativamente neogotici, neogreci, neorinascimentali. L’affermazione dello scrittore Theodor Fontane, secondo cui Schinkel dipinge come un architetto e costruisce come un pittore, potrebbe essere parafrasata per dire che Schinkel progetta come un filosofo e dipinge come un poeta.
L’idea dell’opera d’arte totale (Gesamtkunstwerk), in cui convergono e convivono unitariamente letteratura, arte, musica e teatro, e che nella cultura tedesca si ripropone ciclicamente – a partire da Wagner – nell’espressionismo e nel Bauhaus, presuppone l’esistenza di un artista polivalente. Non stupisce quindi che a Schinkel si attribuisca la paternità di soluzioni in grado di sostenere tendenze e movimenti quali il razionalismo e l’architettura funzionale o che lo si metta in relazione ad autori come Behrens, van der Rohe, Le Corbusier e Loos.