Vedi BERLINO dell'anno: 1959 - 1994
BERLINO
Musei Nazionali. - Il materiale archeologico dei Musei di B., fino all'inizio della seconda guerra mondiale, era collocato in tre edifici: il "Vecchio Museo", il "Nuovo Museo" ed il "Museo di Pergamo".
Il "Vecchio Museo", costruito dallo Schinkel, fu aperto il 3 agosto 1830. Al pianterreno esso conteneva la raccolta delle sculture greche, romane ed etrusche di marmo e di pietra e, al primo piano, le raccolte di arte minore, ossia bronzi, terrecotte, gioielli, antichi vetri ed elmi. Il "Nuovo Museo" era unito al "Vecchio Museo" da un passaggio al di sopra della strada, costruito negli anni 1843-1845 dall'architetto Stüler. Al pianterreno esso conteneva la raccolta dei vasi greci; in un ambiente più piccolo erano collocati i ritratti di mummie del Fayyūm. Nel 1930 fu inaugurato il complesso dei nuovi edifici ideati dal Messel, il centro dei quali fu occupato dal Museo di Pergamo.
Il nucleo archeologico dei Musei di B. è formato dalla raccolta di oggetti d'arte degli Hohenzollern. I primi acquisti risalgono all'epoca dei Grandi Elettori. Acquisti più importanti furono però fatti solo all'epoca del re Federico II per i suoi castelli di Potsdam. Nel 1742 egli acquistò a Parigi la raccolta archeologica del cardinale Melchiorre de Polignac e, insieme a questa, anche opere della importanza del Fanciullo orante e del Busto di Cesare di basalto. Nel 1770 fu acquistata una serie di importanti sculture in marmo del Cavaceppi. Dopo aver condotto a termine la costruzione del museo al Lustgarten, una commissione presieduta da W. von Humboldt fece, nel 1830, una scelta fra gli antichi oggetti dei palazzi reali e la destinò ai Musei. A questo punto ha inizio la creazione sistematica di questa raccolta. Accanto ad importanti opere isolate come l'Amazzone, la Menade danzante e la Statua di Augusto, furono acquistate in Italia le Collezioni Sermoneta, Grimani, Nani e Tiepolo, e, nel 1884, si riuscì a comprare la Collezione Saburoff, consistente specialmente in oggetti di scavo attici e nel bel bronzo di Eleusi. Seguirono altri acquisti, in gran parte di opere isolate, ma attuati con ritmo quasi continuato, in misura tale che la collezione delle sculture antiche assunse il suo vero carattere con le opere acquistate dopo il 1900. Fra esse occupano un posto eminente la Dea in trono di Taranto, la statua femminile attica arcaica, il Leone giacente di Mileto e il torso del Doriforo, già Pourtalès.
Al primo piano del Vecchio Museo la collezione di antichi elmi della Fondazione F. von Lipperheide si trovava nell'ingresso. Seguivano le sale con bronzi antichi e terrecotte, con i ricchi trovamenti del santuario di Zeus a Dodona, i quali furono acquistati fra il 1877 e il 1904 e con le più belle figure fittili di Atene, Tanagra, Corinto, Taranto e Asia Minore. Le sale seguenti contenevano prodotti dell'antico artigianato. Importanti oggetti isolati si trovavano accanto a gruppi più nutriti; altri oggetti erano stati scelti da importanti raccolte private regalate ai Musei o acquistate con mezzi privati o dello Stato. Fra questi nominiamo: gli argenti di Hildesheim; gli ori di Vettersfelde; la collezione di oreficerie, di vetri antichi, di terrecotte e di bronzi donata al museo nel 1912 da F. L. von Gans; la collezione della signora M. vom Rath, con vetri antichi della regione renana, acquistata nel 1913; e, infine, la Collezione Schiller, che comprendeva antichi lavori di artigianato di ogni specie che, in gran parte, pervenne ai Musei nel 1929 in seguito ad un'asta. In queste sale erano esposti anche molti piccoli oggetti di scavo provenienti da Olimpia, Pergamo, Priene e Maguesia.
Il posto d'onore fra tutti i reparti era tenuto dalla raccolta di vasi; essa riempiva quasi tutto il pianterreno del Nuovo Museo ed era una delle più ricche e vaste collezioni di questa specie. La realizzazione di essa fu merito imperituro del Gerhard (v. Gerhard, ed.) il quale ne raccolse il gruppo più importante a cominciare dall'anno 1833 fino alla sua morte (1867).
Al centro del Museo di Pergamo (v.) si trovava l'altare omonimo. L'ingegnere tedesco K. Humann lo scoperse e lo scavò negli anni dal 1878 al 1886. Nelle sale attigue furono erette, come utile complemento, varie facciate antiche e grandiose colonne con la relativa trabeazione, tutte a grandezza naturale; nella sala ellenistica si ricostruirono parte di edifici di Priene, Magnesia, Mileto e Pergamo; nella sala romana edifici e frammenti architettonici dell'epoca imperiale romana fino al sec. IV d. C. e, soprattutto, la porta del mercato di Mileto e parti del monumento funebre di Carfinia. Il grande mosaico del centro della sala con la rappresentazione del cantore Orfeo fu rinvenuto a Mileto in una casa romana.
Il 3 febbraio 1945, poco tempo prima della fine della guerra, durante una grave incursione aerea su Berlino che distrusse quasi tutto il centro, caddero 28 bombe pesanti sugli edifici della zona del museo. Il Nuovo Museo fu quasi completamente distrutto, il Vecchio Museo e il Museo di Pergamo subirono gravi danni e anche la porta del mercato di Mileto fu colpita da una bomba. Questo fu però l'unico danno subito dal reparto archeologico durante la guerra, essendo stato sgomberato il materiale mobile.
Molto gravi furono invece le perdite dopo la fine delle ostilità. Nel Bunker, cioè deposito sotterraneo praticato sotto una delle grandi torri costruite a partire dal 1942 per la difesa antiaerea, presso il Friedrichshain, bruciarono 53 grandi casse con oggetti di arte minore, fra cui tutta la collezione dei vetri antichi. Dal gruppo di opere d'arte depositate sotto la sorveglianza inglese nel castello di Celle furono sottratti più di 150 oggetti d'oro antichi.
La situazione del reparto archeologico nel 1951 era la seguente: a B. era rimasto tutto il museo di architettura con i preziosi mosaici di Pergamo e di Mileto; la collezione epigrafica, poche statue antiche di marmo, ma numerosi oggetti di scavo di Pergamo, Priene e Magnesia; infine l'archivio del reparto archeologico con circa 25.000 lastre fotografiche. Nella Repubblica Federale Tedesca si trovavano grandi quantità di oggetti d'arte minore, soprattutto bronzi greci, i più bei vasi a figure rosse, la raccolta di elmi e una scelta di piccoli bronzi. Prese in consegna dall'esercito sovietico furono circa 18oo opere greche e romane in marmo, i fregi dell'altare di Pergamo, grandi quantità di oggetti di arte minore e tutta la biblioteca; La ricostruzione degli edifici è stata iniziata con lena nel 1950; nel 1957 tutti gli oggetti dell'Antiquarium depositati nel castello di Celle e a Wiesbaden sono stati trasferiti a Dahlem nei nuovi Musei di B. occidentale. Il Tesoro di Hildesheim e il cosiddetto Tesoro Guelfo (Welfenschatz) sono stati assegnati dalla Repubblica Federale di Bonn al museo di Hannover. La restituzione delle opere da parte delle autorità sovietiche, iniziata nel settembre 1958 e terminata nel febbraio 1959, ha comportato 100 vagoni ferroviari contenenti ciascuno il carico di 16 autocarri di casse. Tutto quanto non aveva subito perdite per cause belliche è ritornato ai Musei di B. in ottimo stato (compreso il monetiere, la collezione dei sigilli babilonesi e alcuni preziosi bronzetti greci e il noto sarcofago Caffarelli, che si erano dati per perduti). L'opera di ricostruzione dell'altare di Pergamo e la nuova sistemazione delle sale sarà terminata nel corso del 1959 (direttore C. Blümel).
La sezione delle antichità dell'Asia Anteriore (Vorderasiatische Abteilung; direttore G. F. Meyer, direttore generale dei Musei), costituita principalmente dal materiale degli scavi di Babilonia, Zincirli, Teli Halaf e Boǧazköy e la sezione egiziana (scavi di Tell el-Amārnah), sono invece uscite dalla guerra con danni minimi e sono state interamente ricomposte.
Le collezioni preistoriche e protostoriche del Museo Etnografico (Museum für Völkerkunde) sembra che siano quasi interamente disperse, compreso il cosiddetto "tesoro di Priamo", cioè gli oggetti d'oro e d'argento scavati dallo Schliemann. Le collezioni centro-asiatiche e dell'Estremo Oriente e alcuni pezzi delle raccolte egiziane (busto di Nefertiti) si trovano nel Museo di Dahlem.