BERNA (A. T., 20-21)
Capitale federale e città tra le più belle della Svizzera. Per molto tempo la località conservò carattere militare e fu solo dopo la pace di Vestfalia che cominciò ad espandersi ad ovest dei suoi vecchi confini, invadendo via via i colli circostanti. Lo stesso Aar fino al 1648 non ebbe che un ponte, essendo stati costruiti solo dopo il 1841 gli altri oggi esistenti. Divenne la capitale della Svizzera nel 1848 e da allora iniziò la sua rinascita edilizia e i suoi continui progressi economici.
Il terreno su cui sorge Berna è quanto mai accidentato e ha la forma d'uno sperone a penisola che scende dall'ovest all'est, prima in modo dolce e poi assai ripido verso l'alveo incassato dell'Aar che un tempo faceva da fossato ai suoi bastioni. Unica interruzione della vecchia Berna era il corso del Sulgenbach, che tagliava in due uno dei quartieri della città per andare a sboccare in basso nel fossato stesso. Le colline arcuate sul cui orlo interno sorse la città sono i residui della morena frontale dell'antico ghiacciaio dell'Aar, la quale prosegue poi attraverso ai Gran Bastioni fino al versante nord-est del Gurten, ricco anch'esso, come tutto l'altipiano bernese, di massi erratici e di tracce glaciali. Cessato l'interesse di mantenere alla città il suo originario carattere militare, l'uomo si servì genialmente degli accidenti del terreno per collegare le parti vecchie alle nuove, edificando queste sulla destra dell'Aar e sugli ameni pendii dei suoi colli. La demolizione della doppia vecchia cinta diede luogo a due grandi e nuove arterie, ma esse furono tosto occupate da ogni sorta di edifici e il borgo dell'antica arx svizzera poco mutò, nelle vecchie strade, il suo tipico aspetto.
L'altitudine media di Berna è di 545 m. Il suo clima, per effetto delle ampie foreste che circondano la zona e delle vicine catene montuose, è piuttosto umido e freddo. I suoi caratteri sono dati dai seguenti valori medî annui: pressione 712,6; temperatura 8°,1 (massima 18°, minima −2°); precipitaz. mm. 127; ore di sole 1809; giorni chiari 49; giorni coperti 150. Nel 1928, sui 365 giorni dell'anno, 163 furono piovosi, 41 con neve, 66 con nebbia, 152 coperti, 30 con temporali e soli 51 di bel tempo. L'acqua caduta, sia in pioggia, sia allo stato di neve, salì nell'anno a mm. 1016, con uno scarto sulla media cinquantennale di +76. I venti predominanti spirano da sud-ovest e sono a tipo caldo-umido, ma sono contrastati spesso da una corrente di nord-est secca e fredda.
Nel 1850, Berna contava 29.670 abitanti, che salirono nei successivi censimenti; 1860, 31.050; 1870, 37.548; 1880, 45.743; 1888, 48.605; 1900, 67.550; 1910, 90.937; 1920, 104.626, e furono calcolati nel 1925 a 106.680. Di essi, nel censimento del 1920 48.253 erano uomini, 56.373 donne; 89.656 protestanti, 12.225 cattolici; 95.995 di lingua tedesca, 5.396 francese, 1963 italiana.
A differenza di altre città svizzere anche più popolate, Berna seppe conservare, pure evolvendosi, i caratteri del passato, e ne sono luminosa prova le passeggiate che derivarono dai vecchi bastioni, le antiche torri trasformate, le numerose case con le arcate a piano terra, i ballatoi e i loggiati in legno, le fontane con statue allegoriche e patriottiche piene di richiami storici e religiosi e lo stesso unico ponte basso sull'Aar (tutti gli altri sono più alti), elegantemente collegato con strade a larghe curve alla parte più collinosa della città e ai nuovi, arditi ponti di Kirchenfeld o di Nidegg.
Il monumento più tipico di Berna è il suo Palazzo federale. In esso si tengono le sedute delle due camere federali e si trovano poi le sedi dei varî dicasteri. Nel vicino parco fu eretto nel 1909 il monumento dell'Unione Postale Universale, ideato da René de Saint-Marceau, e che non richiama soltanto all'Ufficio Internazionale delle Poste che dal 1874, anno della sua fondazione, ha la sua sede in Berna, ma a tutti quegli altri bureaux d'interesse internazionale, che, dato il carattere neutro della Svizzera, sorsero dopo di esso e nella stessa città o in quelle vicine di Basilea e di Ginevra
La principale arteria di Berna segue più o meno il vecchio asse della città, dallo sperone o mastio di Nydeck al centro dei bastioni occidentali, ora spianati. Essa prende varî nomi (Kramgasse, Marktgasse, Spitalgasse, Laupenstrasse, ecc.) e permette di conoscere, a chi la percorre tutta, la vecchia Berna feudale e signorile. Notevoli assai sono tra gli altri edifici il Zeitglockenturm basso e tarchiato; il Kornhaus o Fondaco delle Biade, ridotto dal 1896 a Scuola e a Museo industriale; e la famosa Fossa degli orsi. Nella Kesslergasse si trova la Biblioteca civica e universitaria. A Kirchenfeld, in uno dei quartieri nuovi, al sud-ovest del ponte dello stesso nome, vi sono il Museo storico e gli Archivî e la Biblioteca federale. Come molte città moderne, anche Berna ha il suo quartiere degli studî in un sobborgo nuovo e più precisamente in quello detto dei Gran Bastioni, al nord della stazione ferroviaria, fra i colli che la fiancheggiano e la foresta di Bremgarten. Sorsero colà, infatti, l'osservatorio astronomico, l'università, i laboratorî di chimica, di fisiologia e d'anatomia, varie scuole secondarie, una scuola normale per insegnanti primarî, l'ospizio della maternità con annesse cliniche e scuole e il palazzo di giustizia. Nel quartiere dell'est che sorge dirimpetto a questo sulla destra dell'Aar (Quartiere Schaenzli) vi sono, invece, il Giardino botanico, molti stabilimenti e ville private, un arsenale, alcune caserme e presso il Kursaal Schaenzli uno dei più aperti belvederi di Berna.
La vita economica di Berna è strettamente legata, da un lato, al suo carattere politico di capitale, e, dall'altro, alla natura del suo cantone. È quindi nello stesso tempo sede d'istituti bancarî da cui dipende tutto il movimento finanziario dello stato, e di agenzie di commercio e direzioni d'industrie d'interesse puramente locale. Due volte all'anno si tiene in Berna una grande fiera, ch'è assai frequentata svolgendosi in essa un gran numero d'affari. I prodotti che sono oggetto di maggior traffico sono il bestiame, i legnami, la carta, i formaggi, il cioccolato, la birra, i tessuti di cotone e di seta, i filati, gli strumenti di precisione, le armi. Anche le industrie sono, quindi, oggi assai sviluppate, e non solo in Berna e nel suo attivo distretto, ma in tutto il cantone.
Storia. - La città fu fondata nel 1191, su territorio dell'impero, dal duca Bertoldo IV di Zähringen, rettore della Borgogna. Nella parte orientale della penisola su cui fu costruita la città, secondo un piano unitario, esisteva già la rocca della Nidegg, che divenne sede del vicario del signore della città. Il duca, grande amatore e fautore della poesia epica, diede alla nuova città un nome tolto dalla leggenda eroica germanica; e la chiamò Berne, latinamente Bernum o Berna, da Dietrich von Bern, il re ostrogoto Teodorico di Verona della storia. Qua e là ricorre anche la denominazione "Berna" o "Verona in Burgundia". La città era soprattutto una piazza militare e un mercato. Essa fu affidata alla protezione della nobiltà dei dintorni, il che decise del suo avvenire aristocratico. Estintasi la famiglia degli Zähringen, Eerna non dipese più che dall'impero. Fino al 1313, un balivo imperiale vi fece valere i diritti dell'impero; lo scoltetto (Schultheiss, scultetus, chiamato consul dal sec. XV in poi) resse l'amministrazione cittadina e il tribunale. Le inimicizie dei conti di Kiburg, eredi degli Zähringen, finirono col dare la città in braccio ai conti di Savoia. Nel maggio del 1256, Berna accolse come protettore il conte Pietro II, il quale aiutò la città a costruire il primo ponte sull'Aar e a compiere il primo ampliamento (fino alla torre della Gabbia). Nella lotta tra la casa di Savoia e il conte Rodolfo d'Asburgo (1265-1267), Berna si schierò dalla parte della prima e nel 1268 strinse con il conte Filippo di Savoia una nuova alleanza difensiva che durò fino al 1273. Il re Rodolfo confermò a Berna, nel 1274, la carta di franchigia che portava la data del 1218, ed era una falsificazione ufficiale. Ma divenuta avversaria di re Rodolfo, la città sostenne nel 1288 due assedî. Nel maggio del 1289, toccò una sconfitta alla Schosshalde. A quanto si dice, fu in quella occasione che lo stemma civico, il quale prima portava un orso nero in campo bianco, prese i colori asburgici, rosso ed oro, assumendo così la sua forma defnitiva: banda rossa in oro, con un orso nero. Dopo la morte di re Rodolfo, Berna rinnovò, il 9 agosto 1291, il trattato difensivo con il conte Amedeo di Savoia (fino al 1293). In una riforma costituzionale del 18 febbraio 1294, fu istituito il Consiglio dei 200, ma i nobili continuarono ad avere il predominio e la città acquistò completa autonomia.
Dopo che ebbe vinta ad Ober Wangen, il 2 marzo 1298, la rivale Friburgo, Berna cominciò ad impadronirsi delle terre circonvicine. Grazie all'energia dei cittadini e all'accortezza dei loro capi, questa politica espansionista, attuata mediante conquiste e compere, procurò alla città un territorio assai considerevole. Nel 1324 furono conquistate anche la rocca e la città di Laupen, dove, il 21 giugno 1339, Berna riportò ancora una strepitosa vittoria su Friburgo e sulla nobiltà della Svizzera occidentale e dell'Austria, alleate con essa. Il 6 e il 7 marzo 1353, Berna conchiuse un'alleanza perpetua con i cantoni forestali. Nel 1334 acquistò la terra imperiale di Hasle; nel 1358, la città e la signoria di Aarberg; nel 1375, la città di Thun, già appartenente ai Kiburg; nel 1384 anche Burgdorf, invano assediata l'anno prima con l'aiuto dei Savoia, con i quali, il 4 aprile 1384, Berna conchiuse un'alleanza. I torbidi interni degli anni 1350, 1364, 1368 e 1384 non valsero a mutare il reggimento aristocratico. Alla guerra di Sempach (1385-1389), Berna, indebolita da incendî e oppressa da debiti, non prese grande parte da principio; e s'impegnò a fondo solo dopo la battaglia di Sempach (1386). Nel 1388, prese Büren e Nidau, e, nella conclusione della pace, si tenne i territorî della regione alta (Oberland). Vennero poi gli acquisti di Simmenegg, Signau e Frutigen, con gravi sacrifici finanziarî; diritti comitali sulla riva destra dell'Aar nella Piccola Borgogna (possedeva già di fatto fin dal 1388 quelli sulla riva sinistra); l'acquisto della signoria di Sumiswald (1408) e, in comunione con Soletta, di quelle di Bipp, Wiedlisbach ed Erlinsburg (1413). Per la signoria di Oltigen, ch'era feudo savoiardo, quasi scoppiò nel 1410 una guerra tra la Savoia e Berna; ma fu evitata con la vendita di quel possedimento a Berna. Il re Sigismondo visitò la città dal 3 al 5 luglio del 1414 e in tale occasione le confermò i suoi privilegi e le conferì la vera e propria sovranità sul suo territorio. La città estese poi i suoi confini conquistando l'Argovia (v.) e comprando dalla Savoia, nel 1423, in comunione con Friburgo, la signoria di Grasburg. Guerreggiò, poi, nel 1419 nel Vallese; nel 1425, a Domodossola; nel 1443-44, contro gli Armagnacchi. Le sue truppe si coprirono di gloria a San Giacomo sulla Birsa. Seguì, nel I468, la spedizione contro l'Austria nel Sundgau e a Waldshut. Riconciliati con l'Austria per la mediazione di Luigi XI di Francia, i Bernesi e, per mezzo loro, i Confederati, s'impegnarono nella guerra contro il duca di Borgogna che fruttò a Berna l'acquisto di Aigle ed Erlach (Cerlier), in unione con Friburgo, Morat, Echallens, Grandson e Orbe. In quegli stessi anni, il Consiglio faceva valere i diritti della città in tutti i campi della sovranità statale; e nella contesa dei signori giustizieri, scoppiata nel 1470-71 (Twmgherrenstreit), si riservava la giurisdizione alta di fronte ai signori giurisdicenti. Berna partecipò poi all'alleanza perpetua con l'Austria, e per lungo tempo seguì una politica austrofila; ma nella guerra sveva (1499), i cittadini bernesi combatterono contro il re Massimiliano. A cominciare dal 1494, essi parteciparono anche alle calate degli Svizzeri in Italia. Dalla spedizione del 1512 riportarono una bandiera del papa Giulio II; nel 1513, adescati dal soldo elevato al servizio francese, subirono la sconfitta di Novara; ebbero gravi perdite alla Bicocca e nel 1525 a Pavia, in servizio dei Francesi
Intanto, il movimento riformatore si estendeva dalla Germania e da Zurigo anche a Berna. Qui, il Consiglio assunse un atteggiamento riservato ed incerto. Proibì gli abusi, ma protesse l'antico stato di cose. E tuttavia, gli sforzi del prete secolare Bertoldo Haller, il rinnovamento del Gran Consiglio e la disputa del gennaio 1528 aiutarono la riforma a prendere piede nella città e, dopo, nell'intero territorio dello stato, in parte riluttante. I conventi furono secolarizzati. Lo stato si assunse la vigilanza sui costumi e l'assistenza ai poveri. Coadiuvato dai teologi, cercò di elevare e unificare spiritualmente il popolo. Il governo procedé con rigore contro gli anabattisti. Queste vicende interne non arrestavano l'attività politica di Berna all'esterno. Inimicatasi per causa dei ginevrini col duca di Savoia, Berna lo costrinse nel 1530 a conchiudere la pace di San Giuliano e intraprese al principio del 1535 una spedizione guerresca, conquistando Vaud, il Chiablese e il paese di Gex e poi anche Losanna e Chillon (liberazione di Bonivard). Ma col trattato di Losanna del 30 ottobre 1564, Berna dovette cedere i baliaggi di Thonon, di Ternier e di Gex. Gravi avvenimenti turbarono la città a mezzo il sec. XVII. La guerra dei contadini, del 1653, provocata dal deprezzamento della moneta e dalle condizioni economiche peggiorate dopo la guerra dei Trent'anni, mise in serio pericolo il governo; ma terminò con la sconfitta dei contadini e con l'estremo supplizio del loro capo Nicolao Leuenberger e di altri. Seguivano le guerre coi cattolici, nelle quali i Cantoni riformati si trovarono impegnati. Nella prima guerra di Villmergen, i Bernesi furono sconfitti il 24 gennaio 1656. In seguito all'abrogazione dell'editto di Nantes (1685), vennero in Isvizzera molti Ugonotti. Berna prese cura di loro e dei Valdesi ch'erano pure perseguitati. Crebbero le forze di Berna protestante. Nella seconda guerra di Villmergen o guerra del Toggenburg, la città riportò, il 25 luglio 1712, una vittoria decisiva su Lucerna e gli altri cattolici e conseguì acquisti territoriali.
Nell'interno, si sviluppò nel secolo XVII il patriziato, che occupò il Piccolo e il Gran Consiglio e diede balivi per i 52 baliaggi, con una durata in carica di 6 anni. Berna divenne così un tipico stato aristocratico. Buona l'amministrazione, cospicuo il tesoro pubblico che veniva investito in titoli esteri di stato, soprattutto in Inghilterra. Ma i pericoli si addensavano, dopo la Rivoluzione francese. Sollecitato dai cosiddetti patriotti che si trovavano a Parigi (profughi del Vaud e di Friburgo), il direttorio francese risolse, alla fine del 1797, d'invadere la Svizzera. Berna si mise sulla difesa e vinse il 5 marzo 1798, a Neuenegg. Ma fu sconfitta a Grauholz. Allora il tesoro pubblico fu saccheggiato e venne imposta alle famiglie patrizie una contribuzione di 2 milioni di lire. Il territorio bernese fu diviso nei nuovi cantoni di Vaud, Berna, Oberland e Argovia, ch'erano semplici circoscrizioni amministrative della Repubblica Elvetica. La sommossa dei patrizî nella guerra dello Steckli costrinse la Repubblica a capitolare il 18 settembre 1802; ma il nuovo governo, formato prevalentemente di patrizî, entrò in funzione solo il 10 marzo 1803, dopo la mediazione di Napoleone. Furono riassestate le finanze, ritornò il benessere, ma il paese ebbe a gemere sotto l'oppressione di Napoleone, essendo vincolato dall'alleanza difensiva del 1803. Sotto l'influenza dell'Austria e grazie agli sforzi del cosiddetto Comitato di Waldshut, la costituzione fu abrogata il 23 dicembre 1813 con l'entrata degli alleati; e l'antico Consiglio dei duecento, completato più tardi con deputati della campagna, rilevò il governo. Berna, che chiedeva la restituzione di Vaud e dell'Argovia, fu compensata dal Congresso di Vienna del 1815 con il territorio dell'antico vescovado di Basilea. L'aristocrazia ebbe il predominio fino al 1830 e questo periodo è conosciuto, anche nella storia bernese, col nome di Restaurazione. Ma favorito dalla Rivoluzione parigina del luglio di detto anno, e incitato da moti liberali nel paese, il popolo ottenne che la costituzione fosse riveduta da un'assemblea costituente. Le deliberazioni di quest'ultima diedero vita a una costituzione progressista che entrò in vigore il 21 ottobre 1831 e inaugurò il cosiddetto periodo della Rigenerazione. Dopo molti incidenti politici, il governo dovette cedere il campo, nel 1846, al partito radicale, che con la costituzione del 31 luglio di quell'anno introdusse principî più democratici. Nel 1848, Berna divenne la sede delle nuove autorità federali. Dopo un intermezzo di quattro anni (1850-54), durante il quale il governo fu costituito da conservatori, entrarono a farne parte i radicali, che nel 1858 divennero maggioranza. La Costituzione vigente risale al 1893. Nel 1906 fu introdotta l'elezione popolare del Governo, nel 1921 l'elezione del Gran Consiglio col sistema proporzionale. Il partito liberale-democratico è divenuto minoranza dopo la costituzione del partito dei contadini e borghesi, avvenuta nel 1918. Nell'amministrazione della città di Berna, il partito conservatore fu sostituito nel 1888 dal partito radicale a cui successero i socialisti nel 1917-1922 e nel 1930.
Bibl.: L. Wurstemberger, Geschichte der alten Landschaft Bern, voll. 2, Berna 1862; v. Wattenwyl, Gesch. d. Stdt u. Landsch. Bern, voll. 2, Sciaffusa 1867 e Berna 1872; J. Hodler, Geschichte d. Bernevolks, Berna 1929; A. v. Tillier, Gesch. d. Freistaates Bern, Berna 1838-40, voll. 5; W. F. v. Mülinen, Berns Geschichte, 1191-1891, Berna 1891; R. Feller, Das Berner Volk in s. Entwicklung, Berna 1920; Blösch, 30 Jahre bern. Geschichte, Berna 1872; Festschrift zur 7. Säkularfeier der Gründung Berns, Berna 1891; Fontes rerum Bernensium, voll. 9, Berna 1877-1908; E. Welti, Stadtrecht von Bern, Aarau 1902; id., Stadtrechnungen 1375-1452, voll. 2, Berna 1896-1904; rchiv d. Histor. Vereins d. Kantons Bern, dal 1848; Berner Taschenbuch, dal 1852; Blätter f. bern. Geschichte, dal 1905; Neujahrsblätter d. Histor. Vereins 1894-1908; Neujahrsblätter der literar. Gesellschaft, dal 1891; H. Morgenthaler, Bilder aus des ältern Gesch. d. Stadt Bern, Berna 1924; Ed. v. Rodt, Bern im 13-19 Jahrh., voll. 6, Berna 1898-1907; H. Türler, Bilder aus Vergangenheit u. Gegenwart, 1896; H. Markwalder, Die Stadt Bern 1798-99, Berna 1927; Dict. histor. et biogr. de la Suisse, II, 74-128 (R. Feller); Cronache bernesi di C. Justinger N. Tschachtlan, D. Schilling, V. Anshelm, Mich. Stettler.
Monumenti. - L'aspetto generale della città è dato al giorno d'oggi dall'architettura settecentesca di stile francese. Pochi monumenti rimangono del periodo gotico: la chiesa dei Domenicani (oggi chiesa francese), col coro trecentesco e affreschi del Maestro col garofano, risale al 1494. Gli affreschi della Danza macabra di Niklaus Manuel (1520) non esistono più. Particolarmente interessante è la cattedrale. Fondata nel 1421 su disegni di Matteo Ensinger, fu compiuta nel 1573; la parte superiore del suo campanile fu terminata solo nel 1893. La navata è a vòlta, il coro ha belle vetrate del Quattrocento e stalli scolpiti del 1924; un importante rilievo, il Giudizio universale, sormonta la porta principale (circa 1500). Le due porte gotiche sulle vie principali (Gerechtigkeits-, Kram-, Marktgasse) sono sormontate da torri; nell'una (Zeitglockenturm) l'orologio del 1527 ha curiosi automi. Le case lungo le vie succitate appartengono quasi tutte al Settecento; sono d'un tipo uniforme, ispirato al rococò francese, tutte a portici nel pianterreno. Pure settecentesche la chiesa dello Spirito Santo (Heiliggeistkirche), una delle più belle chiese protestanti, edificata da Niklaus Schildknecht (1726-1729), il "Kornhaus" (1716), l'ospedale (1741), la "Polizeiwache" (1766) e la bella facciata dell'antica biblioteca (N. Sprüngli, 1775). Il palazzo della Confederazione (Parlamento) fu cominciato nel 1852.
Il museo storico, oltre a collezioni etnografiche e archeologiche importanti, conserva una bella raccolta d'arte orientale e soprattutto gli arazzi fiamminghi del Quattrocento (storia di Giulio Cesare) che gli Svizzeri presero a Carlo di Borgogna nella battaglie di Grandson e Morat (1476). Importanti le collezioni di scultura, d'oreficeria, di vetrate e di paramenti ecclesiastici. Nel Museo delle belle arti si trovano quadri del Rinascimento, specialmente di Niklaus Manuel. La pittura italiana vi ha una preziosa iconetta di Duccio, tavole di Taddeo Gaddi, del Daddi, di Giovanni del Biondo, un ritratto del Boltraffio. L'arte svizzera del Novecento è largamente rappresentata con quadri di Stauffer, Stäbli, Calame, Keller ed altri; fra i moderni specialmente il Hodler.
Bibl.: R. Nicolas, Das Berner Münster, Lipsia 1923; K. Escher, in G. Dehio, Handb. d. deutschen Kunstdenkmäler, IV, Berlino 1926, p. 512 segg.; P. Toesca, Trecentisti tosc. nel Museo di Berna, in L'Arte, 1930, pp. 1-3.
Istituti di cultura. - L'università di Berna risale al 1834 e ospitò largamente nei suoi inizî gli studenti profughi per motivi politici dalla Germania reazionaria. Ebbe per alcun tempo un'esistenza agitata dalle ripercussioni della vita politica e delle lotte cittadine; ma si sviluppò ininterrottamente, favorita anche dal fatto che la città è capitale della confederazione. Ha buone tradizioni, specialmente negli studî di teologia, diritto e medicina: e fra i suoi istituti meritano rilievo quelli per lo studio dei sieri e dei vaccini animali e per lo studio delle malattie infettive, fondati nel 1897. Il numero degli studenti supera i 1500 in ogni semestre.
L'"Associazione bernese per l'Università", fondata nel 1884, aiuta quest'ultima con sussidî e organizza conferenze a Berna e nel Cantone. La scuola di musica fu fondata nel 1858 e trasformata in Conservatorio nel 1928. L'Università popolare risale al 1919. Il Museo storico bernese, con la collezione etnografica, fu aperto nel 1894, il Museo di scienze naturali nel 1882, il Museo d'arte nel 1879, il Museo d'arti e mestieri nel 1897, il Museo alpino nel 1902, il Museo postale nel 1906 e il Museo scolastico svizzero nel 1878. La Società di belle arti esiste dal 1813, la Società di musica dal 1815; risale al medesimo anno la Società di scienze naturali; la Società di medicina e chirurgia fu fondata nel 1809, la Società storica nel 1846 (si vedano le pubblicazioni nelle notizie bibliografiche), la Società geografica nel 1873. L'Archivio federale serve al'Autorità centrale svizzera e risale al 1798; pel copioso materiale dell'Archivio di stato del Cantone di Berna si veda l'inventario pubblicato da H. Türler (Raccolta degl'inventarî degli archivî svizzeri, Berna 1895).
Biblioteche. - La biblioteca principale di Berna è la Bibliothèque nationale Suisse (Schwwzerische Landesbibliothek), fondata nel 1895, attualmente ricca di circa 425.000 voll. e di cospicue collezioni di incisioni e carte geografiche; dato il suo carattere moderno e la sua recente formazione non sorprende il numero esiguo di manoscritti (circa 1000). Suo scopo precipuo è la raccolta integrale di pubblicazioni svizzere o relative alla Svizzera, cominciando dal 1848 in poi. Fu riorganizzata nel 1911. Oltre a cataloghi a stampa, fra cui uno interessantissimo sugli scritti in dialetto tedesco-svizzero, la Nazionale pubblica mensilmente un bollettino delle opere stampate nella Svizzera e delle principali accessioni delle biblioteche svizzere: Der Büchermarkt. Dal 1900 in poi essa riceve gratuitamente le pubblicazioni stampate nella Confederazione.
La Eidgenossische Zentralbibliothek, fondata nel 1850 con circa 75.000 voll., ha valore internazionale in quanto essa è la centrale per lo scambio librario internazionale. La biblioteca civica, Stadtbibliothek, che data dal 1528 e consta di 260.000 voll., 190.000 opere e 7500 mss., funge anche da biblioteca universitaria e ha carattere enciclopedico.
Sulla Bibliothèque nationale suisse cfr. specialmente i due articoli di G. Meier e H. Escher, Die Schweizer Landesbibliothek, in Zentralblatt f. Bibliothekswesen, XIX, XXVIII.
Il Cantone di Berna.
Cantone della Svizzera. La sua area è di kmq. 6885 e, oltre alla città e al distretto che gli dànno il nome, contiene molti altri centri di vita agricola e industriale abbastanza cospicui, distribuiti o lungo le rive dell'Aar, che solca quasi per metà la regione, o lungo quelle dei suoi maggiori affluenti o sui pendii più riparati. Geologicamente il Cantone è costituito a sud-est da rocce arcaiche (gneiss, scisti e graniti), al sud e in generale in tutto l'Oberland da rocce secondarie del Giurassico, del Cretacico e dell'Eocene. Nei rispetti orografici il paese, diviso in Oberland, Mittelland, Emmental, Seeland e Giura, appare prevalentemente montuoso. È costituito, di fatto, dalla grandiosa catena delle Alpi Bernesi che s'innalzano fra il Rodano, l'Aar e la Simme; dalle Alpi dell'Emmental che vanno dal Lago di Thun al Pilatus, e, al di là della piana bernese e dell'Aar, da quella parte del Giura che dipende dal cantone. Nella parte più alta del cantone, cioè nell'Oberland Bernese, s'innalzano i maggiori colossi delle Alpi Svizzere, come il Finsteraarhorn, la Jungfrau, lo Schreckhorn, il Wetterhorn, il Wildhorn, il Wildstrubel, limitati tutti all'ovest dallo Stockhorn e all'est dallo Schrattenfluh, e si distendono i maggiori ghiacciai dell'Europa, come quelli dell'Eiger, del Mönch, del Finsteraarhorn, ecc. L'altipiano per la sua posizione è detto Mittelland e comprende coi vicini territorî dell'Emmental e del Seeland le terre più fittamente popolate del cantone. La sezione giurese è costituita da alcune catene parallele che vanno o dall'ovest all'est o dal sud al nord. L'idrografia è rappresentata in special modo dall'Aar, e da tutti i suoi affluenti di destra e di sinistra (Grosse Emme, Kander, Simme, Sarine, ecc.); mentre tra i laghi sono notevoli specialmente quelli di Brienz, di Thun, di Bienne e molti laghetti glaciali o morenici. I laghi di Brienz e di Thun sono attraversati dall'Aar, e questo fu poi immesso artificialmente nel Lago di Bienne, da cui esce con un apposito canale a chiuse. Il clima del cantone è assai vario, ma il tipo che vi prevale è quello della Svizzera settentrionale, per quanto in alcune valli ben riparate si abbiano località a clima mite e, per eccezione, perfino mediterraneo. Valgano a conferma i seguenti dati presi da 4 stazioni fra le più tipiche della zona:
Il cantone è diviso in 6 regioni, 30 distretti e 507 comuni, con un terreno che per il 22% è improduttivo. La sua popolazione, che nel 1850 era di 458.301 ab., nel 1880 salì a 530.411, nel 1910 a 645.877, secondo l'ultimo censimento era di 674.394 e venne calcolata nel 1925 di 692.200, con un aumento rispettivo di densità da 66,5 nel 1850, a 100,5 nel 1925. Tale densità - dedotte le aree inabitabili - si porta però a 122 circa per kmq., contro 121, valore generale della Svizzera, e a cifre molto diverse tra loro secondo ci si riferisca all'Oberland o al Mittelland o al Giura. I maggiori proventi del cantone sono dati dai materiali da costruzione, dai boschi, dai pascoli, dall'agricoltura, dall'allevamento del bestiame, ma la copiosità delle acque e la facilità di servirsene per uso di forza favorirono già da tempo le industrie. I centri più attivi e degni di nota per la loro importanza sono nell'Oberland: Frutigen, con 11.166 abitanti, cospicuo mercato di legname, di bovini e centro di lavorazione di ardesie e di fiammiferi, sulla linea del Lötschberg; Lauterbrunnen, capolinea della famosa cremagliera della Jungfrau, con numerosi laboratorî di merletti e di prodotti del caseificio; Brienz, sul lago omonimo, con 3000 ab., varie fabbriche di utensili e sculture in legno, centro di escursioni alpine assai frequentato; nel Mittelland, Belp, paese agricolo presso la riva sinistra dell'Aar e sulla ferrovia Berna-Thun; Wohlen, sulla destra dello stesso fiume e a soli 7 km. da Berna, con varî stabilimenti di filati e di macchine utensili; nell'Emmental, Langnau, centro pel commercio dei formaggi e con alcuni opifici di tessitura; Langenthal, sulla Berna-Olten, con ricchi mercati di bestiame; Signau, sulla Berna-Lucerna, centro agricolo e industriale; Wangen, diviso in due parti (Nieder e Ober Wangen) che distano l'una dall'altra 1 km. e mezzo circa, pieno di segherie e di officine per la lavorazione del legno; nel Seeland, Erlach, a sud-ovest del Lago di Bienne, fra Berna e Neuchâtel, paese agricolo di 952 ab., e Nidau, allo sbocco dell'Aar nel Lago di Bienne e sul Canale di Nidau che fa parte della grande opera di canalizzazione dell'Aar intrapresa in questa regione l'anno 1868 pel prosciugamento del Gran Marais, paese di industrie e di commercio; nel Giura, Delémont, capoluogo di 23 comuni, con 17.000 ab., famosa per le sue fabbriche d'orologi e di tessuti; Moutier, con 28.340 ab., capoluogo di 34 comuni, in posizione pittoresca e amena, sulla linea Basilea-Bienne, con stabilimenti siderurgici e meccanici; Porrentruy, S. Ursanne, centri agricoli e industriali, con dintorni ricchi di boschi e di acque.
Fra le piante coltivate tengono il primo posto le conifere, i faggi e i castagni, i cereali, le patate, il lino, gli alberi da frutto; fra gli animali d'allevamento i bovini, che, specialmente nell'Emmental, raggiungono un alto grado selettivo, sia nei tipi, sia per gli scopi per cui vengono cresciuti. Al 21 aprile 1926 c'erano nel cantone di Berna 349.473 bovini, fra cui 183.406 mucche da latte, contro 1.587.110 bovini, di cui 873.293 mucche, dell'intera Svizzera. Il commercio e l'industria sono pure assai sviluppati e mirabile appare il progresso delle vie di comunicazione, che favoriscono con tutti i mezzi e in tutte le forme gli uomini d'affari e i viaggiatori di diporto. Il cantone è percorso da una fitta rete di ferrovie primarie e secondarie, sia di gran traffico, sia alpine, oggi in gran parte elettrificate, e, mentre alcune linee congiungono il suo capoluogo, ch'è anche la capitale federale, alle principali città e vallate svizzere, non poche ardite funicolari o cremagliere permettono ai turisti di spingersi nell'estate in mezzo ai colossi delle Alpi Bernesi e ai loro ghiacciai. Le officine idroelettriche che producevano 10.000 HP. di energia o più al 31 dicembre 1925 erano nel cantone ben otto, di cui la maggiore per 48.000 HP. a Mühleberg sull'Aar e la seconda per 26.000 a Spiez sulla Kander. Il numero degli stabilimenti ammontava alla stessa data a 1306.
Una nota caratteristica portano in questo campo le piccole industrie locali felicemente conservatesi per il tenace tradizionalismo bernese fino ai giorni nostri (tele fatte a mano dell'alta Argovia e dell'Emmental, terrecotte di Heimberg, giocattoli e ordigni casalinghi in legno dell'Oberland, merletti a fusetto di Kandersteg e di Lauterbrunnen). I progressi delle applicazioni elettriche e della meccanica hanno favorito in ogni modo il sorgere di varî notevoli stabilimenti, sia per la lavorazione dei metalli, sia per la fabbricazione di macchine d'ogni genere. L'orologeria si è sviluppata in special modo nei distretti del Giura e più precisamente a Biel, a la Chaux-de-Fonds, a Moutier, a Porrentruy, a Saint Imier.
Bibl.: Oltre alle opere generali citate all voce appenzell, vedi A. Baltzer, Das Berneroberland und Nachbargebiete. Specieller Theil, Berlino 1906; F. Nussbaum, Die landschaften des bernischen Mittellandes, Berna 1912; G. Studer, Über Eis und Schnee. Die Berneralpen, 1914; I. Elzingre, Der bernische Iura (vom Iura zum Schwarzwald), 1888; H. Fischer, Flora des Berner Oberlandes; e Flora von Bern und Umgebungen, Berna 1910 segg.; B. Studer, Über die natürliche Lage von Bern, Berna 1916; E. v. Rodt, Bern in 19. Jahrhundert, Berna 1902; I. Imobersteg, Das Emmenthal. Geschichte, Land und Leute; H. Frey, Das Emmenthal, Berna 1911, e nello Jahrebs. Geogr. Gesellschaft von Bern, XXII; e il Catalogue d'ouvrages d'Histoire et de Géographie locales du Canton de Berne, uscito nel 1915 per cura della Società Geografica di Berna.