Vedi BERNA dell'anno: 1973 - 1994
BERNA (Bern)
Museo storico di Berna (Musée d'histoire de Berne). - Sezione di preistoria e di archeologia. Già nel XVIII sec. cominciò a B. la raccolta di antichità attraverso un organismo ufficiale, la Commissione della Biblioteca (Bibliothekcommission).
In uno erano riunite tutte le rarità e curiosità in possesso dei borghesi di B., nel campo della zoologia, della geologia, dell'archeologia, della preistoria, dell'etnologia e della numismatica. La più antica menzione stampata di questi oggetti si trova nell'opera di Grüner (Deliciae Urbis Bernae. Merckwürdigkeiten der Hochlöbl. Stadt Bern, Zurigo 1732). Dal 1810 si parla di un museo. Nel 1844 il catalogo della sezione archeologica comprendeva 113 numeri, per la maggior parte antichità romane provenienti dai luoghi archeologici di Nyon, Avenches, Augst, Windisch, Prilly, Vidy, Moudon (l'attuale cantone di Vaud fu bernese fino al 1815), e dagli scavi eseguiti a Muri, vicino a B., nel 1832 (Dea Artio, Dea Nana, Triade Capitolina), e descritti in gran parte da Franz Ludwig von Haller von Königsfelden (1755-1833) nella sua opera Helvetien unter den Römern, Berna 1811-1812. Nel 1845 il museo si arricchi di una collezione di 182 vasi antichi, greci in gran parte, della regione di Nola, acquistati dagli ufliciali del reggimento bernese al servizio del re di Napoli e restituiti solennemente alla madrepatria nel 1830.
La scoperta delle stazioni lacustri nel 1854 svegliò nel cantone di B. ugualmente una febbre archeologica e una ricerca delle antichità dei laghi ai piedi del Jura e del Seeland. L'interesse per le antichità celtiche andava crescendo e numerosi furono i tumuli sventrati verso la metà del XIX secolo. La maggior parte degli oggetti trovati in questi scavi furono donati al museo dallo scavatore Gustave de Bonstetten (1816-1892). Mentre il barone di Bonstetten si era specializzato nei tumuli, il suo compagno di scavi Albert Jahn (1810-1899) si interessò a tutti i periodi e a tutte le regioni del cantone di Berna. La sua opera Der Kanton Bern, antiquarisch-topographisch beschrieben, Berna 1850, è ancora preziosa per l'archeologia bernese. Jahn conosceva tra l'altro in maniera notevolmente esatta la topografia della penisola di Enge, a N di B., oppidum celtico e vicus gallo-romano, i cui trovamenti, fra cui la collezione di Jahn, costituiscono una parte importante delle collezioni del museo.
Dotti come il dottor Johann Uhlmann (1820-1882) ed il geologo Adolf von Morlot contribuirono inoltre ad arricchire il museo, costituendo collezioni private donate durante la loro vita al museo, o acquisite dal museo attraverso i loro discendenti. Durante la prima deviazione delle acque del Jura tra il 1868 e il 1874, numerose stazioni preistoriche furono messe in secco e saccheggiate. La maggior parte delle antichità del periodo di La Tène scoperte a Port, vicino a Nisau, nell'antico letto della Thièle, e quelle dell'Età del Bronzo messe in luce tra Brugg e Schwaderbau trovarono la via del museo grazie ad Edmund von Fellenberg (1838-1902), allora conservatore della sezione archeologica, chiamata Antiquarium, unita al Museo Antiquario (Antiquarische Museum). Grazie a lui furono ugualmente salvati numerosi oggetti neolitici delle stazioni di Luscherz e di Schaffis e della stazione dell'Età del Bronzo di Mörigen. Von Fellenberg scavò ugualmente sull'Enge, ed è autore di una notevole pubblicazione sul cimitero barbarico di Wahlern-Elisried. Nel 1894 il cantone, la città e i borghesi di B. si associarono per costruire un museo, il Museo Storico Bernese (Musée d'Histoire de Berne; Bernisches Historisches Museum) comprendente una sezione di storia, una sezione di etnografia, un gabinetto di medaglie ed una sezione di preistoria e di archeologia, dove furono definitivamente riuniti tutti i tesori storici del cantone di Berna. Jakob Wiedmer-Stern (1876-1928) fu troppo brevemente di passaggio al museo (1904-1910), ma sotto la sua direzione furono scavate in maniera esemplare la necropoli La Tène a Münsingen e la necropoli gallo-romana di Rossefeld sull'Enge. Dal 1912 al 1952 Otto Tschumi (1878-1960) fu il responsabile dell'archeologia bernese ed intraprese numerosi scavi nelle stazioni neolitiche, dell'Età del Bronzo, celtiche e gallo-romane e del periodo delle invasioni. Insegnò anche preistoria all'Università. Dal 1953 Hans Georg Bandi, conservatore della sezione di preistoria e professore all'Università è responsabile della sorte dell'archeologia bernese; sotto la sua direzione le collezioni hanno continuato ad arricchirsi; gli scavi più importanti sono stati quelli della stazione mesolitica di Birsmatten, Basisgrotte, dell'abitato neolitico meridionale del lago di Burgäschi, e di molti complessi celtici e gallo-romani nella penisola di Enge.
La storia delle collezioni lascia intravvedere che tutti i periodi archeologici sono rappresentati nella sezione di preistoria del Museo di Storia di Berna. Oltre al materiale uscito dal suolo bernese, si sono acquistati fin verso il 1900 i trovamenti in diversi cantoni svizzeri, tra l'altro dal Ticino e dal Vallese. Una breve enumerazione, molto incompleta dei principali complessi può dare un'idea della ricchezza di una collezione comprendente circa 50.000 numeri.
Paleolitico: materiale delle grotte di Simmental, utensili della stazione di Moosbühl; utensili della stazione del Jura.
Mesolitico: materiale di Birsmatten-Basisgrotte e delle stazioni del Jura.
Neolitico: collezioni delle stazioni del lago di Neuchâtel di Bienne e di Morat; del lago di Burgäschi; di Moossee.
Età del Bronzo: materiale del Bronzo Antico di Renzenbühl e di Ringoldswill; del Bronzo Medio di Spietz, di Neuenegg; del Bronzo Recente di Binningen, di Mörigen.
Civiltà di Hallstatt: trovamenti dei tumuli di Ins, di Jegenstorf, di Grächwill.
Civiltà di La Tène: trovamenti dell'Enge (Tiefenau, Rossfeld); trovamenti di Port; necropoli di MinsingenRain e di Minsingen-Tägermatten; tombe del Ticino; materiale della stazione La Tène.
Periodo gallo-romano: materiale di Enge; pitture e mosaici di Minsingen; villa di Ersigen-Murrain; bronzi di Muri presso Berna.
Periodo delle invasioni: necropoli di Wahlern-Elisried; necropoli di Berna-Bümpliz; necropoli di Stabio, Ticino.
Bibl.: Jahresberichte des Historischen Museums in Bern, 1894-1920; Jahrbuch des Bernischen Historischen Museums in Bern, dal 1920.
Gabinetto numismatico (Münzkabinett). - Collezione generale con più di 30.000 esemplari, dei quali un terzo sono monete antiche.
Monete greche, celtiche dalla Svizzera, monete della Magna Grecia della Sicilia, della Madrepatria, dell'Asia Minore (soprattutto del periodo imperiale), dei Seleucidi, di Alessandria. Monete romane della repubblica, soprattutto denari degli ultimi secoli, dell'impero (in generale), monete da ritrovamenti. Oriente, monete parthiche, della Battriana, dei Sassanidi e degli Unni iranici che sono ben rappresentate.
Il nucleo principale della collezione è formato dal grande trovamento di denari del periodo imperiale del 1602 da Kernernied.
Bibl.: F. L. Haller, Catalogus numismatum veterum, 1829; R. Wegeli-P. Hofer, Die Münzen der römischen Republik. Inventar der Münz-sammlung des Bernischen Historischen Museums in Bern, 1923; B. Kapossy, Alexandrinische Münzen in Bernischen Historischen Museum, Schweiz. Num. Rundschau, 45, 1966, pp. 51-115. Altri cataloghi, studî e rendiconti annuali nello Jahrbuch des Bernischen Historischen Museums.