Herrmann, Bernard
Compositore statunitense, nato a New York il 29 giugno 1911 e morto ivi il 23 dicembre 1975. Fu uno dei musicisti più capaci e ispirati del mondo del cinema per il suo anticonformismo, l'instancabile ricerca di nuove e originali soluzioni espressive, la sapienza nell'orchestrazione, dovuta anche al fatto che ‒ contrariamente all'uso hollywoodiano ‒ non si avvalse mai di orchestratori. Il suo sodalizio con il regista Alfred Hitchcock (interrotto bruscamente dopo dieci anni di collaborazione e otto film in comune) ha prodotto risultati esemplari per quanto riguarda la funzione drammaturgica della musica e dei suoni. Altrettanto rilevanti furono i contributi dati da H. alle opere di registi come Orson Welles, Joseph L. Mankiewicz, François Truffaut, Martin Scorsese. In particolare per la colonna sonora di The devil and Daniel Webster, noto anche con il titolo All that money can buy (1941; L'oro del demonio) diretto da William Dieterle, fu premiato con l'Oscar nel 1942.
Appartenente a una famiglia ebrea della media borghesia, di origine russa, cominciò giovanissimo a suo-nare il pianoforte e a comporre canzoni. Dopo i primi studi frequentò, a New York, l'università e la Juillard School of Music. Durante tale periodo compose la musica di un balletto e formò un gruppo da camera (The New Chamber Orchestra) con lo scopo di eseguire musica d'avanguardia. Nel 1933 venne assunto dalla compagnia radiofonica CBS (Columbia Broadcasting System), presso la quale compose e diresse musiche per numerose trasmissioni, diventando più tardi direttore principale dell'orchestra sinfonica della stessa compagnia. Nel 1937 curò la parte musicale di una trasmissione intitolata The Mercury Theater on the air, realizzata da un giovane teatrante e autore radiofonico, Orson Welles. Con quest'ultimo H. collaborò poi a numerosi programmi per la radio e quando Welles, nel 1940, decise di dirigere il suo primo film, Citizen Kane (1941; Quarto potere), volle H. come musicista. Già i risultati ottenuti per quest'opera risultano fuori dell'ordinario: in tempi in cui i commenti musicali hollywoodiani si basavano sul sinfonismo post-romantico, il compositore utilizzò, per questa biografia a incastro di un magnate della stampa, piccoli gruppi di strumenti cui affidò un gioco sottile di leitmotiv (soprattutto il tema della nostalgia dell'infanzia e quello della sete di potere). La grande orchestra venne utilizzata solo nelle sequenze che descrivono la rappresentazione di un'opera lirica (con un brano per soprano spinto composto per l'occasione) e nel finale. Per Welles il musicista lavorò anche a The magnificent Ambersons (1942; L'orgoglio degli Amberson), ma con esiti che apparvero meno notevoli, nonostante l'uso interessante dei temi melodici e i folgoranti cambiamenti di tempo e di stile. Tra il primo e il secondo film di Welles, H. venne richiesto dal regista Dieterle per The devil and Daniel Webster, e realizzò una partitura assai brillante per una vicenda fantastica di tipo faustiano, con una 'danza macabra' dominata da dissonanze. Le doti tecniche e la scelta decisa di soluzioni audaci, per cui H. ‒ dato anche il carattere ruvido del personaggio ‒ si impose fieramente in tutta la sua carriera, maturarono man mano nei risultati successivi: per Jane Eyre (1944; La porta proibita) di Robert Stevenson compose una colonna sonora caratterizzata dalla ricerca di atmosfere della provincia inglese ottocentesca, ma anche dall'uso di suoni cupi ritmati da timpani minacciosi per gli sviluppi drammatici, mentre per Hangover Square (1945; Nelle tenebre della metropoli) di John Brahm realizzò un Concerto macabre basato su uno di quegli 'scherzi' sulfurei di cui il compositore era specialista. Per The ghost and Mrs. Muir (1947; Il fantasma e la signora Muir) di Mankiewicz firmò la sua partitura più romantica, creando un'atmosfera fantastica, leggera, delicata e un commento pieno di sottigliezze; ma vanno anche ricordate le musiche di On dangerous ground (1951; Neve rossa) di Nicholas Ray, con uno strepitoso uso dei corni e degli ottoni, e quelle di The day the Earth stood still (1951; Ultimatum alla Terra) di Robert Wise, con effetti 'siderali' ottenuti con l'uso del theremin, uno strumento elettronico dai suoni eterei.
Nel 1955 avvenne l'incontro con Hitchcock e cominciò quella collaborazione che fu definita leggendaria. Il primo risultato fu la colonna sonora di The trouble with Harry (1955; La congiura degli innocenti), un grottesco macabro che il compositore punteggia con interventi dei fiati di apparenza tragica ma spinti verso la caricatura (il che non gli impedisce di proporre una dolcissima melodia di archi per i momenti idilliaci). Il commento del successivo The man who knew too much (1956; L'uomo che sapeva troppo) ingloba, per la scena clou, la cantata Storm clouds, composta dall'inglese A. Benjamin e già utilizzata da H. nella prima versione del 1934, mentre in The wrong man (1956; Il ladro), vicenda dolorosa e spoglia, la musica rinuncia a ogni virtuosismo per ridursi all'essenziale. Un vertice espressivo venne raggiunto con il commento di Vertigo (1958; La donna che visse due volte), in cui la musica continua, insidiosa, allucinante come le immagini, ha un peso rilevante: è a causa della sottile suggestione dei suoni che lo spettatore, insieme al protagonista, è vittima della realtà sempre sfuggente di una donna che sembra tornare dopo la morte provocando una vertigine da cui non si può uscire. La colonna sonora di North by Northwest (1959; Intrigo internazionale) ha ritmi diversi, duri, angolosi, nei momenti di agguato e di 'caccia', e un sapiente uso del silenzio, come nell'episodio più famoso, quello dell'aereo che mitraglia Cary Grant in una vasta, vuota e assolata pianura. La musica di Psycho (1960; Psyco) segna un altro vertice (e non a caso Gus Van Sunt l'ha riutilizzata nel suo remake del 1998): la profonda angoscia, suscitata da una vicenda basata su una trappola senza uscita, trova negli interventi di soli archi il corrispettivo di un impatto tormentoso, fino alla celebre sequenza dell'assassinio della protagonista sotto la doccia, che appare 'insopportabile' proprio grazie alla musica di H., il quale utilizza le note più alte del 'cantino' (la corda del violino dal suono più acuto). Per The birds (1963; Gli uccelli) H. fu il consigliere-supervisore di una partitura di effetti sonori approntata da due musicisti tedeschi d'avanguardia, Remi Gassmann e Oskar Sala, mentre per Marnie (1964) la colonna sonora, affidata alla grande orchestra sinfonica, si basa sulla dialettica continua e febbricitante di due temi, uno per la 'normalità' e l'altro per i turbamenti psichici della protagonista. Questo fu l'ultimo contributo di H. al cinema di Hitchcock: i due si incontrarono per preparare il lavoro successivo, Torn curtain (1966; Il sipario strappato) e il musicista compose anche la partitura completa, ma il risultato non piacque al regista (e soprattutto alla produzione) che la voleva maggiormente in linea con le mode musicali giovanili. Il netto rifiuto di H. sancì una separazione insanabile, che portò il compositore a rompere anche con Hollywood e a trasferirsi in Europa (la colonna sonora di Torn curtain fu invece commissionata all'inglese John Addison).
Nel periodo (1955-1965) in cui fu attivo per Hitchcock, H. lavorò anche per film di altri autori. Fra questi: The man in the grey flannel suit (1956; L'uomo dal vestito grigio) di Nunnally Johnson, con il commento sostenuto dall'ottimo contrappunto d'archi; A hatful of rain (1957; Un cappello pieno di pioggia) di Fred Zinnemann, dove la musica ha un doppio carattere, con gli archi che sottolineano gli affetti familiari del protagonista e gli ottoni che evidenziano il suo rapporto angoscioso con la droga; The naked and the dead (1958; Il nudo e il morto) di Raoul Walsh, caratterizzato dagli incessanti fremiti di tensione della colonna sonora, con gruppi di terzine discendenti e ritmi diversi con effetti dissonanti; Journey to the center of the Earth (1959; Viaggio al centro della Terra) di Henry Levin, dove H. fa un uso audace dell'arpa e dell'organo, con effetti inediti per descrivere le meraviglie del sottosuolo; Cape Fear (1962; Il promontorio della paura) diretto da J. Lee Thompson, il cui commento si sviluppa attraverso scalette discendenti e note ribattute nei corni che suscitano una tremenda suspense musicale (questa partitura, con una nuova orchestrazione, sarà ripresa da Elmer Bernstein nel remake realizzato a trent'anni di distanza da M. Scorsese).In Europa H. fu attivo per diversi registi, a partire da Truffaut, per il quale compose le musiche di Fahrenheit 451 (1966), film in cui ritmi violentissimi accompagnano tutte le azioni delle forze oscurantiste, mentre la dolcezza degli interventi romantici e del finale afferma la vittoria dell'intelligenza sulla brutalità, e quelle di La mariée était en noir (1968; La sposa in nero). Lavorò anche con Sidney Gilliat in Endless night (1972; Champagne per due dopo il funerale) e con Larry Cohen in It's alive (1973; Baby killer), realizzando classici effetti dell'orrore (che sarebbero stati ripresi nel seguito del film, It lives again, girato dallo stesso regista nel 1978, quando ormai H. era scomparso dalla scena). Tra gli ultimi lavori per registi statunitensi, oltre alle due colonne sonore composte per Brian De Palma (Sisters, 1973, Le due sorelle, e Obsession, 1976, Complesso di colpa) merita una menzione la musica di Taxi driver (1976) di Scorsese, che descrive l''inferno metropolitano' con il famoso tema blues dai filamenti metallici tenuti e indefiniti, affidato al sassofono, e risolve il finale con una solenne trenodia. La musica di H. è stata riutilizzata, oltre che nei remake, anche in occasioni diverse, come in La morte al lavoro (1978) di Gianni Amelio. Anticonformista a Hollywood, contrario agli schemi, seppe subordinare ogni elemento alle esigenze del discorso filmico. E più che un musicista cinematografico, deve essere definito un 'musicista che ha scritto per il cinema'.
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