TSCHUMI, Bernard
Architetto franco-svizzero, nato a Losanna il 25 gennaio 1944. Vive e lavora tra New York e Parigi. Dopo gli studi svolti a Parigi e al Politecnico federale di Zurigo (ETH), ha insegnato all'Architectural Association a Londra (1970-79), all'Institute for architecture and urban studies a New York (1976) e all'università di Princeton (1976 e 1980). Membro del Collège international de philosophie, attualmente è preside della Graduate school of architecture, planning and preservation alla Columbia University a New-York.
Nella sua attività professionale possiamo distinguere due periodi. Il primo (1970-82), essenzialmente teorico, è quello delle esperienze londinesi prima e newyorkesi dopo, che confluiscono in alcune mostre e installazioni che si pongono al limite dell'architettura convenzionalmente intesa e propongono un approccio anti-funzionalista e più avant-gardiste nel senso delle avanguardie futuriste e costruttiviste, influenzate da artisti, scrittori e registi. È di questo periodo The Manhattan transcripts: theoretical projects (1981), il cui obiettivo fondamentale è quello di dimostrare i rapporti di disjunction, di dissociazione tra spazio e uso, tra forma e programma (funzione): una trascrizione architettonica della realtà attraverso una storia d'amore e di morte a Manhattan. Il secondo periodo è caratterizzato dal tentativo di mettere in pratica i concetti precedentemente teorizzati. Il punto di partenza è il concorso per il Parc de la Villette a Parigi (1983), nel quadro dei Grands Projets mitterrandiani. È in questo progetto che si concretizzano, finalmente in un'opera di grande respiro, i concetti di ripetizione, discontinuità, rottura, frammentazione, trasformazione e superposizione, che sono la base della sua attività di ricerca. Il Parco è definito da tre sistemi autonomi: il sistema degli oggetti (punti), il sistema dei movimenti (linee) e il sistema degli spazi (superfici); la loro sovrapposizione crea un parco fortemente strutturato e dalla massima flessibilità programmatica. Tra gli altri progetti ricordiamo: Galerie d'Art Vidéo, Groninga 1990; Centre Pompidou, Parigi, allestimento dell'esposizione Art et Publicité, 1990; Le Fresnoy-Studio national des arts contemporains, Tourcoing (Francia) 1991; Metropont, Losanna 1992; Villa a L'Aia 1992-94. E tra i concorsi: Teatro dell'Opera di Tokyo, secondo premio, 1986; Valée du Flon, Losanna 1988-92; New Kansai Airport, Osaka 1989; Chartres, Jardin d'Entreprises 1991. Una raccolta di suoi saggi è in Architecture and disjunction (1994).
Bibl.: Questions of space: the pyramid and the Labyrinth (or the Architectural Paradox), in Studio international, settembre-ottobre 1975; The pleasure of architecture, in A + U, giugno 1980; Bernard Tschumi, ibid., numero speciale (giugno 1980); O. Fillion, Interview with Bernard Tschumi, in Architecture Intérieure Créé, 197 (ottobre-novembre 1983); J. Lacan, Travaux de Bernard Tschumi, in AMC (dicembre 1984); J. Derrida, Point de folie - Maintenant l'architecture, in AA Files, 12 (1986); Cinegramme folie: le parc de La Villette, Parigi 1987; D.C. Garcia, Les folies Tschumi à la Villette, in Domus, 703 (marzo 1989); Praxis: Ville-Evenements, Tourcoing-Parigi 1993; Event-Cities (Praxis), Cambridge (Mass.)-Londra-Roma 1994 (catalogo della mostra organizzata nello stesso anno al MOMA di New York).