RIBEIRO, Bernardim
Poeta e scrittore portoghese, nato probabilmente in Alemtejo alla fine del sec. XV, morto intorno al 1552. Della sua vita non si hanno che pochissime notizie e queste assai approssimative, non solo per il difetto di documenti, ma anche perché lo stesso poeta nella sua lirica e nella sua prosa idillico-sentimentale ha avvolto le proprie vicende nel velo della favola, sicché presto ne derivò una biografia leggendaria a cui il romanticismo non mancò di indulgere. Forse l'unica traccia risulta dall'opera di Sá de Miranda, che gli fu amico e quasi coetaneo, e, secondo il costume poetico del tempo, alluse alla vita del R. nelle sue egloghe, specie in Alejo. Da questi accenni pare che il R. abbia goduto da prima la protezione del re Don Manuel, ma in seguito, caduto in disgrazia d'un potente della corte, il conte di Castanheira, favorito di Juan III, dovette esulare (forse confinandosi nella solitudine della campagna, come pare confermare il suo romanzo; ma non è escluso che abbia trovato rifugio oltre i confini, in Spagna, e si sia spinto fino in Italia). Il lirismo delle sue egloghe e soprattutto la vaga malinconia della sua Menina e moça rivelano appunto l'esperienza di chi non è riuscito a inserirsi nella realtà concreta della vita e non conosce che le vie solitarie e ombrose della nostalgia.
Del R. figurano nel Cancioneiro geral (1516) alcune composizioni di tono ancora impersonale. Una tecnica più matura rivelano invece le sue cinque egloghe, che insieme con quelle dell'amico Sá de Miranda e del discepolo Cristovam Falcão, costituiscono il meglio della letteratura bucolica portoghese; il R. tende a liberare l'egloga dall'involucro mitologico e a renderla, anche dal punto di vista metrico, strumento di pura espressione sentimentale: l'ultima specialmente, che descrive gli amori di Persio per Catalina. Ma nel romanzo Menina e moça (il titolo deriva dalle prime due parole che aprono la narrazione: "piccola e giovane"; ma è più celebre il sottotitolo Saudade o Saudades, cioè "rimembranze" e "rimpianti" che esprime l'atteggiamento fondamentale dell'opera), il R. ha tradotto con un linguaggio di commossa semplicità il suo intimo e desolato lirismo. Nel romanzo si consertano sullo schema della novella pastorale e psicologica (non mancano reminiscenze della Fiammetta boccaccesca) i procedimenti del racconto cavalleresco, ma solo per quel tanto che di misterioso e gentile può avere l'avventura e la figura del cavaliere. Gli addentellati che si possono ritrovare con il Cárcel de Amor di Diego de San Pedro e con la Estoria de los dos amadores di Rodríguez de la Cámara rivelano meglio l'originalità dello scrittore portoghese, del suo stile piano e modulato, in cui il senso della malinconia vaga, indistinta e quasi egrotante si fa vera e propria condizione spirituale. Dalla storia centrale, intessuta di fragile ed elegiaca sentimentalità, che il cavaliere Bimnander (anagramma di Bernardim) soffre per la giovane Aonia, che egli perde perché andata sposa di un principe, è sorta la leggenda che pretendeva riconoscere in lei la figlia del re Don Manuel, Beatrice, sposatasi col duca di Savoia: riferita da Manuel de Silva Mascarenhas nella sua edizione di Menina e moça (1645), era narrata più diffusamente da Manuel de Faria y Sousa (nel 1646, nella sua Fuente de Aganipe; e nel 1679, nella sua Europa portuguesa), finché ebbe forma d'arte col romantico Garret in una delle sue migliori opere: Um auto de Gil Vicente (1841).
Ediz.: La prima ediz. di Menima e moça è del 1554 a Ferrara; la 2ª, Évora 1557, rimasta come modello per le successive, porta anche la Segunda parte das Saudades de B. R.: si tratta d'un libro apocrifo di carattere cavalleresco e macchinoso che ricorda l'Amadís. Ediz. moderna a cura di J. de Pessanha, Oporto 1891; inoltre: Obras, Lisbona 1852.
Bibl.: T. Braga, B. R. e os Bucolistas, Oporto 1872; id., B. R. e o Bucolismo, ivi 1897; id., B. R. e o genero pastoril, in Historia da lit. port., II, Lisbona 1914, pp. 103-150; M. Menéndez y Pelayo, Orígines de la novela, I, Madrid 1905, pp. cdxxxii-cdxlviii; A. Pellizzari, B. R. e la poesia italianeggiante in Portogallo, in Portogallo e Italia nel sec. XVI, Napoli 1914, pp. 17-40; L. de Almeida, A máscara de un poeta (B. R.), Lisbona 1913; F. de Figueiredo, Hist. da lit. clássica, ivi 1917, pp. 233-42; M. Da Silva Gaio, B. R., Coimbra 1932.