ARNOLFINI, Bernardino
Nacque a Lucca da Girolamo e da Chiara Guinigi. Fu battezzato nella chiesa di San Frediano il 13 maggio 1534. Dopo la morte del padre, ereditò il patrimonio, che rimase in comune con i fratelli Francesco, Giuseppe e Lazzaro, fino al 1568. La sua attività commerciale lo portò a risiedere quasi ininterrottamente a Lucca, dove diresse la compagnia per il commercio della seta, "Eredi di Bonaventura Michaeli e Bartolomeo Arnolfini e C.". Di questa società sappiamo solo che era ancora attiva nel 1586, e che in essa, Faustina, vedova di Giovanni Arnolfini di Alberto, lontano parente dell'A., aveva investito 750 scudi della sua dote. Tra il 1563 e il 1578 l'A. effettuò numerosi acquisti di beni immobili, sia a conto proprio, sia come procuratore dei fratelli.
Nel 1563 comprò "a dechiarire"da Filippo e Bartolomeo di Poggio una casa sita in contrada San Donnino, la quale era vincolata da un credito che i Poggio avevano verso Benedetto di Martino, Alessandro e Girolamo di Lodovico Buonvisi, per la compagnia di Lione "Eredi di Antonio Buonvisi e C.", e verso Maria di Agostino Balbani, vedova di Benedetto di Bartolomeo di Poggio. Nel 1567 prese in affitto alcuni terreni in San Pantaleone da Benedetto Calandrini suo cognato, marito di Maddalena Arnolfini, che lasciò Lucca in quell'anno assieme a un gruppo di eretici lucchesi. Nel 1568 diede a livello fino alla quarta generazione, a nome dei fratelli Giuseppe e Lazzaro assenti da Lucca, alcuni terreni siti in comune di Mozzano, per un canone annuo di 44 stara di grano. Nel 1571 fu assente da Lucca, dove il fratello Francesco agiva come suo procuratore (pare che già nel 1567 egli si fosse recato a Parigi, assieme a tutti i fratelli, per un soggiorno brevissimo, di cui d'altronde ignoriamo il fine). Nel 1579 vendette una casa con orto, sita in Lucca in contrada San Giusto, un atto, questo, che costituisce la indubbia testimonianza di difficoltà finanziarie, che possiamo interpretare sia come ripercussioni del fallimento, avvenuto l'anno prima, della compagnia di Lucca "Eredi di Iacopo Arnolfini, Bernardino Viviani e Lodovico Penitesi e C.", sia come una delle prime avvisaglie del fallimento della compagnia "Eredi di Bonaventura Michaeli e di Girolamo Arnolfini e C." di Lione, che doveva avvenire di lì a pochi mesi, nel marzo 1579. Lo stesso anno, fu eletto a Lucca come giudice arbitrale, assieme a Girolamo de Nobili, per definire una vertenza commerciale sorta tra Vincenzo e Giovan Bantista Arnolfini da un lato e Francesco e Silvestro Arnolfini dall'altro (tutti figli di Iacopo di Battista Arnolfini), in relazione al recente fallimento.
Nel 1582 vendette un'altra casa, sita in Lucca nel terziero di San Paolino "sotto il gonfalone", per 500 scudi, a Gerolamo Buonvisi. Il patrimonio immobiliare dell'A. fu iscritto nell'estimo lucchese del 1599 per un valore di 11.000 scudi.
L'A. prese parte attiva alla vita politica della repubblica fin dal 1578, quando fu eletto per la prima volta gonfaloniere di giustizia. Esercitò questa carica per altre due volte, nel 1604 e nel 1611. Nel 1584 fu inviato come ambasciatore presso Andrea Doria principe di Melfi, per congratularsi a nome della repubblica della sua elezione ad ammiraglio della flotta spagnoa. Nel 1600 compì un'altra missione diplomatica presso il granduca di Toscana, per comunicargli i rallegramenti della repubblica per le nozze di Maria de' Medici con Enrico IV di Francia. Fece testamento nel 1612 e morì il 10 marzo 1613.
Aveva sposato Maria di Lodovico Buonvisi, da cui ebbe due figli. Lodovico intraprese la carriera ecclesiastica e fu referendario delle Due Segnature. A Roma fu legato da amicizia col cardinale Arnauld d'Ossat (1536-1604), che negoziò l'assoluzione di Enrico IV. Ottenne l'abbazia di San Martino di Nevers, di cui prese possesso nel 1608. Morì nel 1623. Il secondo figlio, ed erede universale dell'A., fu Lelio (1570-1635), che morì senza figli ed istituì eredi i figli di Marzio di Giuseppe Arnolfini.
Bibl.: Lucca, Bibl. Governativa, ms. 1102, G. V. Baroni, Notizie genealogiche delle famiglie lucchesi: Famiglia Arnolfini (1241-1650), ff. 970-972, 994-997, 1013, 1074-1096, 1118-1162; Lettres du Cardinal d'Ossat au roy Henri IV (1594-1604), publíées par Amelot de la Houssaye, Paris 1698, pp. 7 s.; G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca dall'anno 1004 all'anno 1700, a cura di C. Minutoli, in Arch. stor. ital., s. 1, X(1847), suppl., p. 225; C. Eynard, Lucques et les Burlamacchi. Souvenirs de la Réforme en Italie,Genève-Paris 1848, p. 210; S. Bongi, Storia di Lucrezia Buonvisi lucchese raccontata sui documenti, Lucca 1864, p. 153; G. Hanotaux, Recueil des Instructions données aux Ambassadeurs et ministres de France... Rome, t. I (1648-1687), Paris 1888, pp. LXXXIX ss.; Inventario del R. Arch. di Stato di Lucca, V, Archivi Gentilizi, parte I: Archivio Arnolfini, Pescia 1935, pp. 8, 26, 115.