BALDI, Bernardino
Bolognese, non se ne conosce la data di nascita. Il 5 dic. 1599 compare negli elenchi dell'arte dei pittori di Bologna (v. il doc. in Arch. stor. dell'arte ital.,s. 2, III [1897], p. 313). Il Malvasia, nella prefazione alla Felsina pittrice,dichiara di aver attinto alla Raccolta d'antiche memorie pittoriche del B., e numerosi sono nell'opera i riferimenti al manoscritto; non considerò però il B. pittore degno di una biografia. L'Orlandi (1714) invece lo ricorda come pittore e fondatore dell'Accademia degli Indifferenti, "chiamata l'Accad. del Baldi, composta di pittori. Questa svanì all'apparire della famosa Accad. dei Carracci, detta degl'Incamminati". L'Accademia degli Indifferenti fu frequentata dai giovani Carracci che anzi "erano i più diligenti e assidui" (Malvasia, I, p. 364), ma che contribuirono poi con la loro Accademia alla sua estinzione (1590 circa). Altri allievi dell'Accademia erano stati l'Albani e il Tiarini; Domenico degli Ambrogi la frequentò quando già il carattere del B., che vedeva la sua scuola abbandonata, si era fatto cupo e malinconico. Eppure il B. era stato molto considerato: il Pomarancio, suo amico (Malvasia, II, p. 301, dice che l'amicizia era sorta a Roma facendo così supporre un soggiorno romano del B.), gli chiese alcuni nominativi di giovani esperti nella pittura da impiegare in alcune opere romane ed egli mandò L. Garbieri. Il B. apparteneva stilisticamente al gruppo degli ultimi manieristi bolognesi superati e messi definitivamente da parte dalla crescente fama dei Carracci; dotato di una certa felicità inventiva, il suo modo di trattare il colore risultava gradevole. Anche nel periodo della trionfante riforma carraccesca egli lavorò nelle chiese di Bologna e del contado.
Tra le sue opere si ricorda una Incoronazione della Vergine con quattro santi nella chiesa di S. Cristina a Bologna, tuttora in loco. Il Bodmer (1936) assegna al B., per analogia di stile, il dipinto di medesimo soggetto della Pinacoteca di Bologna, togliendolo a Guido Reni a cui era anticamente attribuito. Altra opera ancora in loco è il S. Francesco che prega per le anime del Purgatorio sul primo altare, a destra, nella chiesa dei Servi a Bologna. Nell'Oretti (v. Bodmer) si cita un S.Giacinto davanti alla Madonna nella chiesa di S. Maria di Miramonte ora soppressa. Della Annunciazione, dipinta per l'altare della cappella Duglioli nella chiesa dell'Osservanza di Bologna, se ne trova il ricordo presso il Masini, ma attualmente il dipinto è irreperibile.
Morì a Bologna il 30 genn. 1612 (cfr. Bodmer, p. 24 n. 6).
Bibl.: P. Masini, Bologna perlustrata,Bologna 1666, pp. 132, 170, 563; C. Malvasia, Felsina pittrice,Bologna 1678, I, pp. 7, 8, 14, 15, 23, 27, 30, 33, 34, 35, 44, 58, 141, 222, 364, 377, 537, 544; II, pp. 183, 301; P. A. Orlandi, Notizie degli scrittori bolognesi...,Bologna 1714, p. 73; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, p. 125; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 3, Parma 1820, p. 32; E. Bodmer, B. B., in Bologna, XXIII (1936), pp. 22-24; U.Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 392.