BUTINONE, Bernardino
Pittore. Nacque a Treviglio intorno al 1450; nel 1484 era a Milano, e nel 1507 riceveva l'ultimo pagamento della pala per la collegiata di S. Martino a Treviglio, condotta in collaborazione con Bernardino Zenale; dopo quell'anno manca ogni sicura notizia intorno a lui. La prima opera datata che abbiamo del Butinone, è un trittico della pinacoteca di Brera (1484) di colori cupi e lividi, ispirati a Vincenzo Foppa. Affini a quel trittico sono un tondo con San Gerolamo nella Galleria di Parma, e, tra l'altro, una piccola Madonna a Brera, di schema foppesco e certi santi domenicani affrescati nella chiesa delle Grazie a Milano, posteriori al 1482. A un periodo precedente si possono assegnare: un trittico con tre santi nella raccolta Gualino a Cereseto Monferrato, proveniente da S. Dionigi presso Parona (Verona), e alcune tavolette, parti di predelle scomposte, conservate a Londra nella National Gallery (Natività); a Milano nelle collezioni Borromeo (Nozze di Cana) e Crespi Morbio (Deposizione e Resurrezione), a Bergamo nell'accademia Carrara (Circoncisione), a Pavia nella galleria Malaspina (Incredulità di San Tommaso), dove è pure del B. un altro fine dipinto con l'Adorazione del Bambino. In queste opere come in altre affini il B. interpreta, con fare rude e legnoso ma con candore narrativo, l'arte del Mantegna e, specie nell'ultima, accenna a contatti con i Fiamminghi.
La pala per Treviglio, allogata al B. e allo Zenale nel 1485 ma condotta molto più tardi, è a due ordini tripartiti, con un'esile cornice sottilmente intagliata ma inorganica, d'ispirazione lombarda. Nelle parti che spettano al B. (Crocifissione e Resurrezione; Elemosina di San Martino; la Vergine col Bambino, prevalentemente ma non tutta del B., e i Santi, dipinti tre a tre, nei due pannelli di destra) si nota una certa grandiosità derivata dalla consuetudine col suo collaboratore che subì l'influsso del Bramante. Vicini alla pala di Treviglio vanno collocati due Santi nell'Ambrosiana e la piccola Madonna e due Santi (firmata), del palazzo Borromeo all'Isola Bella. Il B. aveva decorato insieme con lo Zenale (fra il 1491 e il 1493) con storie di Sant'Ambrogio la cappella Grifi nella chiesa milanese di San Pietro in Gessate. Nell'ultimo periodo, cui spettano con altre cose la grande Madonna col Bimbo fra angeli della raccolta Gallarati-Scotti a Milano, il B. tende ad attenuare alcune asprezze, per probabile influsso del Borgognone.
Il B. è in sostanza un eclettico che rappresenta la penetrazione del mantegnismo in Lombardia, non però senza un proprio carattere. È assai meno geniale e coerente del Foppa, ma non manca di un certo fascino per la sua rude e schietta sincerità.
Bibl.: W. v. Seidlitz, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911 (con la bibl. precedente); A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VII, iv, Milano 1914; F. Malaguzzi-Valeri, Nuovi affreschi lombardi del Quattrocento, in Rass. d'arte, I (1914), pp. 155-57; M. Salmi, Il trittico del B. nella pinacoteca di Brera, in Arch. stor. lombardo, LII (1925), pp. 154-58; D.C.R., Three Paintings of the Quattrocento, in Bulletin of the Art Institute, XXI (1927), n. 7; M. Salmi, B.B., in Dedalo, X (1929-30), pp. 336-61, 395-426.