BERNARDINO d'Asti (Bernardinus Palladius, Bernardino Palli, Bernardino Pallido)
Nacque nel castello di Rinco presso Asti verso il 1484, dal conte Bonifacio Palli. Della sua formazione giovanile sappiamo solo che si era dedicato a studi umanistici (Bernardino da Colpetrazzo, Historia Ordinis fratrum minorum…, II, p. 181) e che a quindici anni fu mandato dai parenti a Roma per completare gli studi (forse per diventare uomo di corte o diplomatico). Fu durante il soggiorno romano che B. maturò la decisione di dedicarsi alla vita religiosa e nel 1499 entrò nei minori osservanti, riuscendo. a diventate, per le sue doti di pietà e di cultura, prima ministro provinciale per la provincia romana, poi procuratore dell'Ordine. Verso la fine del 1533 passò nelle file dei cappuccini insieme con Giovanni da Fano, Bernardino Ochino e altri; se ne ignorano tuttavia le ragioni. Fu forse durante la permanenza tra i minori osservanti che egli conseguì la laurea in teologia, e la sua fama di buon conoscitore ed espositore della filosofia di Scoto ci è attestata dai cronisti contemporanei (Matteo da Salò, Historia capucina, II, p. 18).
Destinato a Perugia, dopoché Ludovico da Fossombrone, generale dell'Ordine, fu spogliato della carica, B. nel 1535 fu eletto vicario generale e con l'aiuto del capitolo redasse una nuova serie di costituzioni: lo coadiuvarono nella elaborazione, tra gli altri, Giovanni da Fano e Bernardino Ochino.
Le costituzioni del 1536 contengono, rispetto a quelle del 1529, alcune modifiche. Restano in vigore le prescrizioni riguardanti il vitto, l'alloggio e l'abito. La regola dovrà essere osservata senza glossa, ma le dichiarazioni dei pontefici sono da considerare commento della regola. Ampio svolgimento è dato alla parte riguardante la predicazione e, in funzione di essa, allo studio. Tra le opere di lettura e di edificazione figurano gli scritti di s. Bonaventura, i Fioretti e le Conformità; sono invece banditi i "libri inutili de gentili, li quali più presto fanno l'homo pagano che christiano ". Pur promovendosi una restaurazione degli studi, si ammonisce lo studioso di evitare la "gonfiativa scienza" e di ricercare, invece, la "illuminativa et infiammativa di charita, la qual edifica ". I predicatori non dovranno predicare cose inutili, ma Cristo crocefisso. Essi si dovranno servire della Sacra Scrittura e soprattutto dei Nuovo Testamento e predicare la penitenza. Tra le disposizioni della costituzione, una era rivolta contro i pericoli di infiltrazione nell'Ordine di opinioni ereticali.
Trascorso il triennio del vicariato, B. fu nominato defmitore, guardiano di Roma e procuratore generale (1538). Nel 1546 fu eletto vicario generale per la seconda volta. Di questo secondo periodo di vicariato resta una lettera indirizzata ai frati della provincia di S. Angelo, in cui egli li esorta alla preghiera e alla povertà. Prese parte al concilio di Trento (14 luglio 1546: v. Concilium Tridentinum, I, Friburgi Br. 1901, pp. 443, 560; V, ibid. 1911, pp. 332, 336), tenendo un discorso sul primo stato della giustificazione.
Tornato dal concilio, tentò di organizzare gli studi dell'Ordine e di istituire a Milano uno Studio generale, ma per il rifiuto di F. Tittelmans, già professore dell'università di Lovanio, a prenderne la direzione, il piano fallì. Nel 1549 fu eletto vicario generale per la terza volta. Del 1550 è il suo Iudicium de Minoritarti Pallii usu. Dal 1555 al 1557 insegnò teologia a Roma. Morì nell'anno 1557
Opere: Orationum spiritualium…, Milano 1535; Litterae P. Bernardini Astensis Generalis Ordinis nostri ad Fratres Provinciae Sancti Angeli, in Analecta Ordinis min. capuccinorum, XXIV, 1 (1908), pp. 20-21; ludicium de Minoritani Pallii usu (citato senza altra indicazione inBernardo da Bologna, Bibliotheca…, p. 46).
Fonti e Bibl.: Bernardino da Colpetrazzo, Historia Ordinis fratrum min. capuccinorum (1525-1593), a c. di Melchiorre da Pobladura, lib. II, in Monum. historica Ordinis min. capuccinorum, III, Assisi 1940, pp. 180-194; Matteo da Salò, Historia capuccina, a c. di Melchiorre da Pobladura, parte II, ibid., VI, Romae 1950, pp. 6-32; Z. Boverio, Annalium seu sacrarum historiarum Ordinis min. s. Francisci qui capuccini nuncupantur…, I, Lugduni 1632, pp. 510-526; Bernardo da Bologna, Bibliotheca scriprorum Ordinis min. s. Francisci capuccinorum, Venetiis 1747, pp. 45-46; Felice da Mareto, Tavolo dei capitoli gen. dell'ordine dei FF. MM. Cappuccini…, Parma 1940, pp. 33-36; Ilarino da Milano, I frati minori cappuccini e il concilio di Trento, in Italia francesc., XIX(1944), pp. 56-57; Melchiorre da Pobladura, Historia generalis Ordinis fratrum minorum capuccinorum…, 1525-1619, Romae 1947, pp. 44-48, 511-52, 214-222; Lex capuccinum, Romae 1951, coll. 200-201.