BERNARDINO da Portogruaro (al secolo Giuseppe dal Vago)
Nacque a Portogruaro (Venezia) il 15 genn. 1822 da Antonio dal Vago e da Nicoletta Antonia Barbarigo. Dopo avere studiato nel collegio di S. Caterina in Venezia, fu accolto il 3 nov. 1839 come chierico tra i frati minori, nel convento di S. Michele in Isola. Fece professione di fede il 27 nov. 1842, e il 21 sett. 1844 fu ordinato sacerdote.
Insegnò teologia nel convento di S. Michele in Isola fino al 1855, dedicandosi soprattutto allo studio della Sacra Scrittura e delle opere di s. Tommaso, s. Agostino e s. Bonaventura. Eletto (1852) guardiano dello stesso convento, volle, innanzitutto, restaurare la disciplina monastica, ripristinando alcune tra le più severe regole di essa; nominato ministro provinciale nel 1855, per il felice esito delle sue riforme venne riconfermato in tale carica nel 1858 per il triennio successivo. Anche come ministro provinciale B. si occupò principalmente di restaurare la disciplina monastica e incrementare gli studi elevando così il livello culturale dei frati dell'Ordine: aprì due scuole di grammatica e riformò gli studi superiori introducendovi l'insegnamento della filosofia cristiana e della teologia. A documento di tale attività restano le frequenti, circostanziate lettere circolari e le numerose visite ai vari conventi della provincia.
Fin dal 1851 B. aveva dato anche inizio a una fortunata attività di predicatore: predicò in tutte le maggiori chiese d'Italia e, nel 1856 e 1857, fu chiamato per la quaresima a Vienna e a Budapest. Il 7 giugno 1862 venne eletto definitore generale. Costretto a letto per più di un anno a causa di una caduta riportata nel 1863, dispiegò tuttavia grande attività (1866) nel tentativo di sottrarre i conventi francescani alla legge del 7 giugno dello stesso anno, che prevedeva l'incameramento dei beni ecclesiastici e lo scioglimento delle comunità. Non riuscì nell'intento, ma provvide a sistemare i frati delle province disciolte presso conventi all'estero.
Il 14 marzo 1869 fu nominato da Pio IX ministro generale dell'Ordine dei frati minori, carica che, confermatagli da Leone XIII nel 1881, ricoprì ininterrottamente per un ventennio.
Fervente sostenitore della infallibilità pontificia e del potere temporale, nel 1870, in occasione del primo concilio ecumenico vaticano, B. fece avere a ogni padre conciliare una pubblicazione, redatta, sotto la sua guida, da padre Anton Maria da Vicenza, contenente le proposizioni di s. Bonaventura in favore dell'infallibilità pontificia. Occupata Roma dal governo italiano, si fece promotore di un indirizzo dei vescovi di omaggio al pontefice, e, dopo che nella sua prima lettera circolare (Quominus maturius, Assisi, 9 luglio 1870) aveva affermato la potestà centralizzatrice della Chiesa di Roma, nella lettera Annus iam labitur del 3 luglio 1871 prese ufficialmente posizione contro l'occupazione.
Sempre nella lettera Quominus maturius B. aveva manifestato l'intenzione di accentrare maggiormente il governo dell'Ordine nelle mani del generale, estendendone il potere anche alle comunità non italiane. A tale scopo, sin dal primo anno del suo generalato, aveva cominciato una lunga serie di visite pastorali in tutta Europa, visite protrattesi sino al 1883. Nel 1882, di ritorno da una visita in Bosnia, compiuta su invito di Leone XIII, ebbe un colloquio con l'imperatore Francesco Giuseppe, cui presentò un resoconto del viaggio compiuto, invitandolo a una particolare benevolenza verso i cattolici bosniaci che, in quanto minoranza religiosa, avevano il massimo interesse a sentirsi protetti dalla corte di Vienna e, opportunamente incoraggiati, avrebbero costituito un gruppo politicamente legato all'impero in una regione di cui erano ben note le tendenze nazionaliste.
Dotato di eccezionali capacità organizzative, B. si sforzò di ovviare ai guasti prodotti dall'ignoranza e dalla mancanza di disciplina nell'Ordine, dette grande impulso alle missioni, aprì numerosi nuovi conventi, sforzandosi di rimediare, là dove erano state applicate, alle leggi eversive sul patrimonio ecclesiastico. Ripristinò infatti molti conventi, mettendovi a capo guardiani di provata capacità: sempre nel 1882 dette vita agli Acta Ordinis fratrum minorum, periodico destinato a servire da bollettino di informazioni per tutto l'Ordine. Esso costituiva inoltre un mezzo per mantenere i rapporti con i frati delle province disciolte, con i quali, peraltro, B. si era sempre personalmente tenuto in contatto mediante una fittissima corrispondenza.
Per completare l'opera di rinnovamento dell'Ordine, B. nel 1882 ordinò una nuova revisione delle Costituzioni generali; il nuovo testo venne promulgato qualche anno più tardi, nel 1882, dopo che una commissione aveva esaminato i precedenti testi del 1827 e del 1872.
Per potenziare gli studi teologici, B. ordinò la pubblicazione degli Opera omnia di s. Bonaventura: l'opera richiese molti anni di ricerche anche fuori d'Italia, e venne curata da un gruppo di frati sotto la direzione di padre Anton Maria da Vicenza, riuniti nel monastero di Quaracchi, vicino Firenze, creato appositamente con lo scopo di fame un centro di cultura francescana.
Gli ultimi anni di governo di B. furono amareggiati dalle critiche mossegli per la costruzione del convento di S. Antonio in Roma intrapresa nel 1884, con gravi spese. Sia per la cagionevole salute, sia, forse, per le critiche mosse al suo operato, nel 1888 B. presentò a Leone XIII le sue dimissioni dal governo dell'Ordine, che erano già state presentate e respinte nel 1886.
Ritiratosi a Quaracchi, fu nominato arcivescovo titolare di Sardica il 18 sett. 1892. Morì a Quaracchi il 7 maggio 1895. è stato inoltrato il processo di beatificazione.
Bibl.: Molti articoli apparsi su riviste francescane e alcuni opuscoli hanno valore esclusivamente agiografico. Si veda soprattutto: P. Pacifico da Vicenza, Il r. p. B. da Portogruaro…, Quaracchi 1898; N. Dal Gai, Il rev. p. B. dal Vago da Portogruaro…, Roma 1907; 1. Beschin, Vita del Servo di Dio P. B. Dal Vago da Portogruaro (1822-1895), Treviso 1927; M. Brlek, I tre principali organizzatori degli studi nell'ordine de frati minori…, in Studi francesc., LV (1958), pp. 325-349; Enc. Cattolica, II, coll. 1409-1410; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., VIII, coll. 798-799.