ZACCAGNI, Bernardino e il figlio Gianfrancesco
Architetti.
Bernardino operò in Parma dal 1498 al 1525. Figura dal settembre 1500 al luglio 1502 fra i costruttori della chiesa di S. Maria del Carmine, dopo aver lavorato, dal 1498 al principio del 1501, nella chiesa di S. Benedetto, insieme con Pellegrino da Pontremoli e con un certo maestro Angelo. Eseguì da solo la chiesetta di Pedrignano presso Parma (30 settembre 1507-8 giugno 1509). Partecipò con altri alla costruzione dell'ospedale di Rodolfo Tanzi (1506-20 dicembre 1511). Per quanto riguarda il tempio di S. Giovanni Evangelista, Bernardino, con il compagno Cavazzoli, successe a Ziliolo da Reggio e operò dal 4 settembre 1510 in poi. Però le sculture ornamentali furono eseguite da Gianfrancesco d'Agrate. Il tempio di S. Maria della Steccata si può assegnare a un progetto del Bramante, quantunque Gianfrancesco Z., figlio di Bernardino, ne abbia eseguito un modello in disegno e un altro in cartone e venga nei documenti considerato come l'"architecto de la fabrica". Bernardino invece appare piuttosto come l'assuntore dei lavori e il capomastro. Verso la fine del 1525 i due Z. sono a forza eliminati dai lavori e sostituiti da Gianfrancesco Ferrari d'Agrate, che condusse a termine l'opera nel 1539. Dopo il 1525 le notizie sui due Z. scarseggiano.
Bernardino fu, forse più che un architetto creatore, un abile e intelligente capomastro; di maggiore genialità fu invece il figlio Gianfrancesco, che ha saputo legare, in modo indissolubile, il proprio nome al monumento più insigne del Rinascimento in Parma.
Bibl.: Oltre alle opere mss. dello Scarabelli Zunti esistenti nel R. Museo d'ant. di Parma e le carte dell'Arch. di stato raccolte sotto i nomi delle varie chiese di Parma, oltre alle opere locali di I. Affò, A. Pezzana, A. Ronchini, L. Testi, cfr. particolarmente: M. Salmi, B. Z. e l'architettura del Rinascimento a Parma, in Boll. d'arte, 1908, pp. 85-169; L. Testi, B. Z., ecc., in Arch. stor. per le provincie parmensi, 1908; id., S. Maria della Steccata in Parma, Firenze 1922, passim.