LOSCHI, Bernardino
Figlio del pittore parmense Iacopo d'Ilario e di Lucrezia De' Grossi, nacque probabilmente a Parma, in data non nota che va collocata intorno al 1460. Entro l'inizio del 1496 (Guaitoli) il L. si trasferì a Carpi con il padre e il fratello Cosimo, anch'egli pittore. Le fonti non ci informano sull'educazione artistica ricevuta dal L. anche se si può pensare che il padre, già pittore affermato, avesse svolto un ruolo di grande importanza. Nei documenti il L. è citato come artista al servizio di Alberto (III) Pio, spesso anche in qualità di uomo di fiducia o di amministratore dei cantieri aperti dal principe a Carpi (Leporati). Tra le prime opere eseguite al suo arrivo in città, attribuitegli su base stilistica, si deve collocare una piccola tavola devozionale del Museo civico di Carpi con la Gloria di s. Nicola da Tolentino e i confratelli (Spinelli), eseguita con ogni probabilità poco dopo il 1495, anno di costituzione in Carpi della Confraternita di S. Nicola e della realizzazione dell'omonima chiesa. Nello stesso periodo può essere collocato l'affresco con il medesimo soggetto, oggi staccato e conservato anch'esso nel Museo civico di Carpi (ibid.).
Nel 1500 firmò ("Bernardinus Luscus / Parmensis Carpi / incola / pictor ill. dd. Alberti Pii Carpi / 1500") il trittico dell'Incoronazione della Vergine con i ss. Felice e Geminiano, eseguito per la Compagnia dell'Incoronata Vergine Maria di San Felice (San Felice sul Panaro, chiesa parrocchiale): opera fondamentale per l'analisi dell'arte del L., dimostra l'eclettismo della sua formazione tra ambiente parmense, influenze ferraresi mantegnesche e veneziane.
Nel 1501 un documento attesta che ricevette la dote della moglie Margherita Dolcibelli; il 23 genn. 1505 faceva testamento, chiedendo di essere sepolto nella chiesa di S. Nicolò di Carpi. A questa data il padre Iacopo era già morto e il L. risulta avere quattro figlie; ciò lascia supporre che potesse essere sposato già da tempo.
Intorno al 1506 si può collocare la tavola con la Natività, i ss. Giovanni Battista e Giovanni Evangelista e il committente Rodolfo Priori, morto appunto nel 1506 (Carpi, Museo civico), messa in relazione, per la presenza dell'iscrizione "M. Rudolfo Priori", a un affresco raffigurante una Natività, angeli e s. Giovanni Evangelista (originariamente nella chiesa della Sagra, trasportato nel 1914 al Museo civico di Carpi), caratterizzato da una certa arcaicità d'insieme e da una ricca resa pittorica impreziosita dalla presenza di ampie superfici a pastiglia dorata. A queste due Natività se ne accosta una terza, la Natività e i ss. Girolamo e Giovanni Battista, conservata nello stesso Museo.
Nonostante la mancanza di fonti certe anteriori al 1511, alcuni argomenti inducono a ritenere che la costruzione e la decorazione della cappella privata del signore, collocata all'interno del castello dei Pio a Carpi e ornata da un ciclo pittorico con episodi della vita di Maria (con la sola eccezione del ritratto del signore Alberto Pio e i canonici), debbano risalire agli anni intorno al 1505. In questo periodo infatti erano in corso i lavori di rinnovamento del palazzo per volere di Alberto Pio. Non documentata, l'assegnazione al L. degli affreschi è motivata dal confronto con i suoi dipinti, firmati o attribuiti, e giustificata anche dalla posizione di primo piano occupata da lui presso la corte.
Al L. vanno riferite altre imprese decorative all'interno del castello, tra cui la stanza "ornata", caratterizzata da un importante soffitto ligneo intagliato e dipinto, forse progettato dallo stesso L., e il frammento di affresco con la testa di un piccolo putto (staccato, ora a Carpi, Museo civico), ritrovato tra le travi del soffitto (Garuti, 1978). Nella "stanza dei trionfi" il L. realizzò un aggiornamento stilistico del tema petrarchesco rappresentato precedentemente; mentre le tracce degli affreschi nella "stanza dell'amore" sono troppo lacunose per verificare la presenza della sua mano (Garuti, 1990). In un solo pagamento (di 18 lire), datato 2-6 ag. 1506, è citato il camerino del signore nel quale il L. stava lavorando all'interno del palazzo dei Pio, e di cui però non si conserva nulla.
Alla committenza dei Pio si deve ricondurre il Ritratto di Alberto Pio (Londra, National Gallery), datato 1512. L'opera non è firmata; ma molti elementi fanno propendere per un'attribuzione al L.: la rigida frontalità nella costruzione della figura e la staticità strutturale, i lineamenti del volto e soprattutto le mani, simili a quelle di molti dei personaggi da lui dipinti (Leporati).
Il 23 genn. 1515 il L. fu testimone per il contratto di edificazione del nuovo duomo di Carpi. Il 15 febbraio del medesimo anno un altro documento comprova che egli svolgeva funzioni di sovrintendenza per conto del principe e che godeva della sua fiducia: a lui furono affidati il disegno del progetto inviato da Roma da Alberto Pio, all'epoca ambasciatore dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo presso Leone X, e la cura del collocamento del sepolcro di Manfredo Pio. La tavola, firmata e datata ("Alberto Pio principe opt. / aspirante B[e]rnardinus Lu / scus Carpen. fecit / 1515"), raffigurante la Madonna con il Bambino e i ss. Nicola da Tolentino e Agostino (Modena, Galleria Estense), costituisce un'ulteriore testimonianza del rapporto tra il L. e il signore di Carpi, ma è anche sintomo di un aggiornamento stilistico del L., reso evidente dalla scelta di ambientare i personaggi in un paesaggio, anziché contro i consueti sfondi lavorati uniformemente ad arazzo.
Il 24 ag. 1518 il L. partecipava al contratto di commissione per i lavori in cotto della collegiata di S. Maria (la Sagra), mentre il 20 febbraio dello stesso anno era stato testimone del rogito notarile in cui Ercole Meloni si impegnava a intagliare il coro ligneo di S. Nicolò (Guaitoli). Ciò ha fatto supporre che l'ideatore dei disegni per le tarsie sia stato lo stesso L. (Garuti, 1978), che nel 1520 risulta essere stato coinvolto nei lavori per la chiesa: il 7 marzo è citato infatti come pittore di corte e sovrintendente del cantiere (Guaitoli). Al 1520 risale poi la Madonna con il Bambino, i ss. Girolamo e Antonio da Padova (Carpi, Museo civico), proveniente forse da quella stessa chiesa, anche se la presenza nella tavola di un tondo con le Stimmate di s. Francesco può far supporre che fosse destinata a una chiesa francescana.
Altri due lavori fanno parte della produzione di questo periodo: la tavola raffigurante la Madonna col Bambino (Carpi, Museo civico), e la Madonna dei ponticelli (San Marino di Carpi, santuario della Madonna dei Ponticelli), attribuita al L. su confronti stilistici solo nello scorso decennio.
Il S. Rocco, conservato oggi nella chiesa di S. Nicolò, è considerato dagli storici il capolavoro del Loschi. A giudicare dallo stile aggiornato e dal tema iconografico scelto, l'esecuzione potrebbe risalire, seppure in assenza di prove documentarie, al 1527, nel periodo di costruzione della non più esistente chiesa di S. Rocco.
Sempre in S. Nicolò si trova la tavola raffigurante l'Annunciazione; datata (1528) e firmata, era stata completamente ridipinta nel corso del XVIII secolo tanto da essere attribuita fino al suo restauro (1918) alla scuola di Francesco Francia.
Il 7 apr. 1534 "l'egregia Signora de [(] Trotti" faceva testamento lasciando 250 lire alla chiesa di S. Nicolò perché il L. vi realizzasse un'ancona, non identificata (Guaitoli).
Il L. morì a Carpi il 27 maggio 1540.
Alla fine degli anni Novanta (Garuti, 1997) è stata proposta una nuova lettura del catalogo delle opere del L. ponendo l'attenzione su due tavole. La prima, raffigurante S. Girolamo (Bologna, Museo di S. Giuseppe), sarebbe un lavoro tardo dell'artista, datato 1533; l'altra, una Natività (Mantova, Museo diocesano), proveniente dalla chiesa palatina di S. Barbara, ma forse in origine eseguita per devozione privata. M.C. Cavazzoni riconduce invece all'ultima produzione pittorica del padre del L., Iacopo, parte degli affreschi della cappella dei Pio, la Natività con Rodolfo Priori e l'affresco raffigurante la Natività, angeli e s. Giovanni Evangelista.
Fonti e Bibl.: Carpi, Archivio Guaitoli, filza 124, f. 16, c. 1: P. Guaitoli, Note autentiche intorno a Giacomo, Bernardino e Cosimo de Loschi di Parma pittori abitanti in Carpi (fine del sec. XIX); G. Tiraboschi, Biblioteca modenese(, VI, 2, Modena 1786, pp. 457 s.; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia (1808), a cura di M. Capucci, II, Firenze 1970, p. 204; G. Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli Stati Estensi, Modena 1855, pp. 167-181, 200, 225, 227 s., 237, 288-291, 294-298; A. Cavazzoni Pederzini, L'Incoronata del L., Modena 1863; F. Franciosi, Cappella di Alberto Pio ultimo signore di Carpi, Carpi 1871, p. 5; A. Venturi, La Regia Galleria Estense in Modena (1882), Modena 1989, pp. 417-419; A.G. Spinelli, Sosta a Carpi, Modena 1902, pp. 20, 120; P. Foresti, La cappella Pio nel castello comunale di Carpi, in Bollettino d'arte, VI (1912), 8, pp. 303-322; M.C. Nannini, B. L., Carpi 1953, pp. 3-14; A. Garuti, S. Nicolò di Carpi: profilo storico artistico, in Mostra dei dipinti restaurati della chiesa di S. Nicolò in Carpi, Carpi 1975, p. 23; Id., Mostra dei restauri e delle nuove acquisizioni del Museo civico, Carpi 1978, p. 7; La presenza dei Pio a Carpi: 1327-1525, a cura di A. Garuti, Carpi 1978, pp. 22 s., 30, 36 s., 46; A. Garuti, Carpi, Museo civico "Giulio Ferrari". I dipinti, Carpi 1980, pp. 5, 12-14, 30-34; Id., Opere d'arte restaurate al Museo civico (catal.), Carpi 1980, pp. 12-19; I. Remondi, Il trittico di B. L. a San Felice sul Panaro, San Felice sul Panaro 1981; Restauri al patrimonio artistico comunale (catal.), a cura di A. Garuti, Carpi 1982, pp. 14 s., 31-33, schede nn. 20 s., 47 s.; M. Pelliciari, Aspetti della cultura estense nel Seicento: la Confraternita di S. Bernardino da Siena a Carpi, tesi di laurea, Università degli studi di Firenze, facoltà di lettere e filosofia, a.a. 1982-83, pp. 150 s.; A. Garuti, Il palazzo dei Pio di Savoia nel "castello" di Carpi, Modena 1983, p. 22; A. Garuti - D. Colli, Le torri perdute. Rocche e castelli dei Pio, Modena 1986, pp. 44 s., 60 s.; A. Garuti, in Arte a Mirandola e nella Bassa modenese, a cura di G. Manni, Mirandola 1988, p. 119, scheda n. 176; A. Garuti - D. Colli, Carpi: guida storico-artistica, Carpi 1990, pp. 56, 61, 100, 194, 196, 215, 246, 392; M. Leporati, B. L. e Giovanni del Sega a Carpi. La pittura rinascimentale alla corte di Alberto III Pio, tesi di laurea, Università degli studi di Bologna, facoltà di lettere e filosofia, a.a. 1990-91; A. Garuti, Gli artisti di Alberto III Pio, in S. Nicolò in Carpi. Un modello del classicismo emiliano, Modena 1992, pp. 70-76, 98-101, 104 s.; Id., Il palazzo di Carpi e gli artisti della corte, in Quadri rinomatissimi, il collezionismo dei Pio di Savoia (catal.), a cura di J. Bentini, Modena 1994, pp. 35 s., 41-43, 45, 47, 53; Id., La stanza dei "Trionfi" nel palazzo Pio di Savoia a Carpi, in Artes, V (1997), pp. 72-84; M.C. Cavazzoni, Jacopo Loschi. Proposte per il catalogo e lo sviluppo artistico, in Arte cristiana, LXXXVI (1998), 784, pp. 5-16; A. Garuti, I restauri e la riscoperta del palazzo (1863-1988), in Il palazzo dei Pio a Carpi, a cura di L. Armentano - A. Garuti - M. Rossi, Milano 1999, pp. 26, 37 s.; M. Rossi, Alberto III Pio e l'umanesimo a Carpi, ibid., pp. 50 s.; Id., I musei di Palazzo Pio. L'istituzione museale a Carpi, in Il signore e la sua città (catal., Carpi), a cura di G. Fabbrici - M. Rossi, Correggio 2001, pp. 65 s., 69; E. Svalduz, Da castello a "città". Carpi e Alberto Pio (1472-1530), Roma 2001, pp. 109, 137, 149, 253, 278, 302; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIII, pp. 401 s.