PUCCINELLI, Bernardino
PUCCINELLI, Bernardino (in religione Giovanni Alfonso). – Nacque a Lucca il 12 gennaio 1616 da Giacopo di Puccinello Puccinelli e da Lucrezia di Benedetto Berretta.
Fu battezzato il giorno successivo con il nome di Bernardino nella parrocchia di S. Maria Forisportam, avendo come padrino Paulino Carelli e, come madrina, Cassandra Altogradi, ambedue appartenenti a famiglie lucchesi molto importanti.
Le prime notizie sulla famiglia da cui discese Puccinelli risalgono ai primi anni del Trecento quando alcuni membri del casato furono ammessi al governo della città di Lucca in qualità di Anziani. Nei secoli successivi, il casato si divise in vari rami: alcuni si trasferirono a Benabbio, altri rimasero a Lucca, altri ancora emigrarono nella vicina Pescia.
Bernardino ebbe numerosi fratelli: Puccinello, Leandro, Antonio, Benedetto e Giovan Battista, detto Giobatta. Assieme a quest’ultimo, studiò lettere nei seminari lucchesi di S. Martino e di S. Michele.
Il 6 maggio 1622 (aveva allora 16 anni) entrò nell’Ordine dei chierici regolari di S. Agostino della congregazione del S. Salvatore di Bologna con il nome di Giovanni Alfonso, in onore dell’abate Alfonso Bavosi, generale di quella stessa congregazione, «per l’avanzata età già cadente» (Trombelli, 1752, p. 235).
Compiuto il noviziato, si dedicò agli studi filosofici, teologici, biblici e patristici. Poi, nel marzo del 1630, sempre a Bologna, venne ordinato sacerdote. Nel 1632 fu inviato a Padova dai superiori della congregazione come lettore di filosofia e teologia nella canonica di Candiana (dove rimase fino al 1640). Nel 1635, frattanto, aveva conseguito presso l’Università di Padova la laurea in sacra teologia. Nel 1637 venne nominato abate di Cento e, nel 1639, abate di Mantova. Nel 1640, il capitolo generale della congregazione celebrato in Roma, lo elesse abate di governo dell’abbazia di S. Maria Forisportam di Lucca. Poté quindi, grazie a questo incarico, tornare nella città natale alla quale rimase, sempre, molto legato.
L’affetto per la famiglia lo indusse a commissionare al Quercino (Gian Francesco Barbieri) un quadro raffigurante s. Lucia. Il quadro doveva essere collocato sopra l’altare, in onore della santa, che lo stesso Bernardino fece erigere nella chiesa di S. Maria sopra il sepolcro che suo padre aveva scelto per sé e per i suoi discendenti (Puccinelli Sannini, in corso di stampa). Nello stesso anno commissionò all’artista una ‘Madonnina’ per un importo di 20 ducatoni e nel 1643, sempre per la chiesa di S. Maria Forisportam di Lucca, il Guercino eseguì un quadro dell’Assunta con i Ss. Francesco e Alessandro papa e martire. I rapporti fra i due continuarono nel tempo e, nell’aprile del 1645, il religioso fece da intermediario consegnando al Guercino 60 ducatoni per una ‘Diana’ ordinata dal veneziano Lorenzo Dolfin.
Nel 1643, nominato visitatore per la provincia etrusca, Puccinelli era stato costretto a lasciare Lucca e aveva intensificato la sua attività di predicatore. Iniziata nel 1639 durante la quaresima nella basilica di S. Marco a Venezia, la sua opera di catechesi era proseguita negli anni successivi con molto successo. Nel 1642 era a Firenze per la commemorazione di tutti i defunti, come testimoniato dal testo a stampa della sua allocuzione. Nel 1643 era rientrato brevemente a Lucca per predicare la quaresima nella cattedrale di S. Martino e nel 1645 era di nuovo a Firenze in S. Lorenzo. Nel capitolo generale tenuto in S. Salvatore di Bologna nell’aprile del 1646, Giovanni Alfonso fu eletto abate generale dell’Ordine dei canonici regolari grazie anche alle pressioni esercitate dal granduca di Toscana, Ferdinando II, sul cardinale arcivescovo di Bologna Ludovico Ludovisi. In quel periodo, infatti, Puccinelli svolgeva anche il ruolo di teologo del granduca di Toscana e dei membri della corte medicea. Nel 1651, la Curia pontificia lo promosse a consultore della Sacra congregazione dei Riti. Poco dopo, il suo nome figurò anche tra quelli dei qualificatori del S. Uffizio. Il 13 maggio 1652 fu ordinato da papa Innocenzo X arcivescovo di Manfredonia. L’evento ebbe vasta risonanza anche a Lucca e indusse gli Anziani a complimentarsi ufficialmente con lui. Poco dopo assunse anche la carica di governatore della Sabina.
Nei circa quattro anni del suo arcivescovato, Puccinelli svolse un’intensa attività pastorale e civile. Fra l’altro, organizzò a proprie spese un contingente di armati per rintuzzare lo sbarco a Manfredonia della flotta francese guidata dal duca di Guisa, Enrico di Lorena, nel suo secondo tentativo, non riuscito, di impadronirsi del Regno di Napoli (1654). Per questo motivo, su istanza del viceré Garcia y Haro, conte de Castrillo, Filippo IV di Spagna lo annoverò tra i consiglieri del Regno di Napoli (15 gennaio 1655).
Secondo alcuni suoi biografi, il religioso avrebbe dato nuova dimostrazione di fedeltà alla Corona di Spagna componendo un’opera intitolata Difesa della Corona di Spagna contro le ragioni di Portogallo per la collazione delle Chiese nel Portogallo. In questo scritto, di cui non resta attualmente più traccia, egli avrebbe confutato le pretese – appoggiate dalla Francia – del sovrano lusitano, Giovanni IV di Braganza, di nominare direttamente i vescovi del proprio Regno. Sembra anche che, per esprimergli la propria gratitudine, l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo, nipote di Filippo IV, abbia voluto nominare il fratello dell’arcivescovo, Puccinello Puccinelli, e tutti i suoi discendenti, nobili del Sacro Romano Impero (10 dicembre 1660).
Quando la peste del 1656 raggiunse la costa adriatica, il prelato, interrotta una lunga visita pastorale, tornò subito a Manfredonia. Determinato a salvare il suo popolo dal terribile flagello, seguendo – racconta la leggenda – le istruzioni ricevute in sogno o attraverso una visione da parte dell’arcangelo, fece estrarre una quantità di pietre dalla grotta situata sotto il santuario di S. Michele e, dopo averle benedette e segnate con le iniziali M † A, le fece distribuire all’intera popolazione, raccomandando a tutti di esporle sopra la porta di casa o di tenerle presso di sé. Poiché il territorio di Manfredonia rimase immune dal morbo, presto corse voce, nelle regioni circostanti e anche a Roma, del miracolo avvenuto grazie all’intercessione celeste e alle doti soprannaturali, se non alla santità, del religioso. Questo evento, che lo stesso Giovanni Alfonso narrò agli Anziani di Lucca in un documento del 28 luglio 1657, ebbe vasta eco anche a livello internazionale. In segno di ringraziamento per lo scampato pericolo, l’arcivescovo fece innalzare una statua dedicata a S. Michele nella piazza di Monte S. Angelo, dove ancora è collocata, di fronte al balcone della stanza nella quale pare che fosse apparso in sogno. Puccinelli decise, quindi, di inviare a Lucca una riproduzione esatta, a proprie spese, del monumento realizzata con la pietra delle grotte vicine al luogo dell’apparizione. L’opera si trova attualmente nella chiesa di S. Michele in Foro sopra il secondo altare a destra.
Morì a Manfredonia il 19 ottobre 1658.
Bartolomeo Beverini, nel suo Elogio, riferisce che il prelato morì «non senza sospetto di veleno temperatoli con acqua gelata da chi non poteva sopportare le censure del suo zelo pastorale». La sua tomba fu collocata a sinistra, nell’atrio interno della basilica di Monte S. Angelo.
Opere. Le lagrime dei defunti. Discorso detto nella Metropolitana di Firenze il giorno dei morti il 1642, Firenze 1642; La politica del cielo nel sole, e nelle nevi di Cristo trasfigurato. Discorso detto nella sala del Senato la Quaresima del 1644, Lucca 1644; La stella. Panegirico alle glorie del B. Servo di Dio Ippolito Galantini, Siena 1644. Secondo Cesare Lucchesini (1831, p. 28), Puccinelli scrisse anche una Storia del concilio di Trento in vari volumi in latino, che decise di non pubblicare quando seppe che Pietro Sforza Pallavicino era in procinto di darne alle stampe una in italiano.
Fonti e Bibl.: Lucca, Archivio arcivescovile di Lucca, Ss. Giovanni e Reparata, Battesimi n. 37 (1600-1606), c. 129v; Archivio di Stato di Lucca, A.T.L., n. 75, n. 194, n. 560.II, n. 561.I; Raccolta Orsucci, ms. 48, n. 128; Cura sopra le Reliquie e Corpi Santi, n. 2. Scritture; B. Beverini, Elogi di uomini illustri lucchesi, ms. 71; Biblioteca statale, ms. 1128; 2741, cc.15-16; 929: Lucanus Codex Diplomaticus: Privilegium Nobilitatis concessum Puccinello Puccinelli civi lucensi a Leopoldo Imperatore (c. 157v); Roma, Archivio generalizio dei canonici regolari lateranensi di S. Pietro in Vincoli, Fragmenta historico-cronologica de vita et rebus gestis clarissimi viri Ioannis Alphonsi Puccinelli Patritii Lucensis, Canonicus Regularis Sanctissimi Salvatoris et Archiepiscopi Sipontini.
P. Sarnelli, Cronologia dei vescovi sipontini, Manfredonia 1680, pp. 405-406; M. Cavalieri, Il pellegrino al Gargano ragguagliato dalla possanza beneficante di San Michele nella sua celeste basilica dal p. f. Marcello Cavalieri dell’ordine de’ Predicatori..., Napoli 1699, p. 660; G.G. Trombelli, Memorie istoriche concernenti le due Canoniche di S. Maria di Reno, e di S. Salvatore, Bologna 1752, pp. 235-249; C. Lucchesini, Della storia letteraria del Ducato lucchese, in Memorie e documenti per servire all’istoria del ducato di Lucca, X, Lucca 1831, pp. 27-28; T. De Colle, Storia genealogica della nobile famiglia Puccinelli, Firenze 1913, p. 13; L. von Pastor, Storia dei papi, XIV, Roma 1958, p. 61; M. Cecchi - E. Coturri, Pescia ed il suo territorio nella storia nell’arte e nelle famiglie, Pistoia 1961, p. 300; D. Corsi, G. A. P., patrizio lucchese arcivescovo di Manfredonia, in Atti dell’Accademia lucchese di scienze lettere ed arti, n.s., XIII (1980), pp. 49-115; N. Laganà, Da Menabbio a Benabbio, Firenze 2007, p. 102; L. Puccinelli Sannini, La Villa. Una famiglia toscana tra cronaca e storia, Lucca 2009, pp. 102 s.; Id., Boscovich-Puccinelli: un’amicizia nel nome della scienza, in Atti e Memorie della Società dalmata di storia patria, 2010-2011, nn. 12-13, p. 61; M. Gallo, Studi di storia dell’arte, iconografia e iconologia. La biblioteca del curioso, Roma 2015, pp. 213-214; L. Malgutti, I canonici regolari di Santa Maria Forisportam, l’abate G. A. P. e due pale di Guercino per Lucca, in Esercizi lucchesi: ricerche sul campo della Scuola di specializzazione in beni storico-artistici dell’Università di Firenze, Lucca 2015, pp. 125-136; L. Puccinelli Sannini, G. A. P., arcivescovo di Manfredonia. Un prelato lucchese nel regno di Napoli, in Rivista di archeologia, storia costume, XLIV, in corso di stampa; Il porto di Siponto e di Manfredonia, in www.bibliotecaprovinciale.foggia.it/capitanata/1984_1985/1984_1985pdf_parte2/1984-1985_p2_9-51_Ognissanti.pdf, pp. 33-34 (3 febbraio 2016).