RADI, Bernardino
RADI, Bernardino. – Nacque a Cortona il 2 dicembre 1581 da Mariotto di Bernardino (m. 1624), scalpellino, che lo avviò anche all’architettura. A questa competenza allude l’iscrizione dell’altare maggiore (1603), entro il grandioso prospetto che serra il coro, nel santuario della Madonna dell’Olivo a Passignano sul Trasimeno: «MARIOTTUS RADIUS CORTONENSIS ET INGENIO ET MANU INCIDEBAT»; artefice dell’altare maggiore della vasariana S. Maria Nuova a Cortona, dubbia è la sua identificazione con l’autore della cupola (1573-83) Mariotto di Bino (Mancini, 1898, p. 67).
Formatosi a Cortona nell’impresa paterna, che nel secondo lustro del Seicento eseguì alcuni dei classicistici altari in S. Francesco, agli inizi del terzo Bernardino era a Roma. Nel 1611 scolpì quattro armi per l’ala del palazzo papale del Quirinale realizzata da Carlo Maderno, insieme con il fiesolano Lorenzo Malavisti (Corbo - Pomponi, 1995, pp. 82, 177): sodalizio che dal 1612 contemplò anche il fratello Agostino (m. 1655). Nel 1613 i «cortonesi» scolpirono «18 termini» per il «Giardino» di Montecavallo del cardinale Scipione Borghese, mentre per la villa al Pincio fornirono mostre e ornati, restaurarono sculture e adattarono rilievi antichi in nuove creazioni, come la balaustrata con statue e fontane nella corte d’onore (Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano [ASV], Archivio Borghese [AB], b. 4174, 26 settembre e 27 novembre 1613; Campitelli, 2004, pp. 107 s.). I fratelli Radi lavorarono a nuovi appartamenti in Vaticano (1613-14) e sino al 1617 al «Sacro Palazzo» del Quirinale; eseguirono le fontane maderniane di piazza S. Pietro e di Scossacavalli (1614, con Malavisti), le fontane per il «Theatro» del palazzo Vaticano, per il largo di Porta Cavalleggeri e per il Quirinale (1615-16), il ciborio di S. Agnese fuori le Mura (1615) e lavori per alcune cappelle e per la sacrestia della basilica liberiana (Corbo - Pomponi, 1995, pp. 90, 104, 118, 199, 208).
Un altro fratello, Bencivenne (m. 1657), fu architetto di Innocenzo X e lavorò per il Belvedere di Frascati (F.M.N. Gabburri, Vite di pittori..., I, p. 498).
Il matrimonio nel 1614 di Agostino con la figlia di Pietro Bernini, Giuditta (Del Piazzo, 1968, p. 64), suggerisce una collaborazione con la bottega del suocero avviata prima dei superbi tredici termini del 1618-19 ricavati (tranne uno) da antiche erme bifronti insieme al cognato Giovan Lorenzo (Campitelli, 2004, pp. 107-109).
I due depositi gemelli concepiti nel 1618 da Bernardino, «scultor del cardinal Borghese», per la cappella di S. Benno dell’elemosiniere tedesco Lambacher in S. Maria dell’Anima (Lorizzo, 2013, pp. 61-63) sono un autonomo saggio artistico, contestuale all’avvio di una fortunata serie di repertori calcografici in folio di sepolcri e portali.
La raccolta di Disegni varii di depositi fu per Leopoldo Cicognara (1818) quintessenza del michelangiolismo di mera «scorza» dei «licenziosi innovatori seicentisti»: «nelle più strane foggie si fa una tal pompa di bizzarria in ogni parte architettonica ed ornamentale, che questo libro meritamente contende il primato a tutto ciò che produsse la stupidità delle umane menti». L’immaginifico stile spezzato ostenta il «saper rompere le regole a tempo e luogo» del cavalier Marino, in una «moderna» arte decorativa destrutturata e metamorfica, di pregnante colpo d’occhio pareidolico: disinibito scacco alle convenzioni classiche e manieristiche, già sperimentato da Radi nei capricciosi riadattamenti ornamentali di frammenti antichi per il parco di Villa Borghese.
Dopo l’epigrafe nel monumento di Paolo V in S. Maria Maggiore, del 1622 (Campitelli, 2004, p. 111), i documenti sui Radi si scindono. Agostino, favorito da Giovan Lorenzo Bernini, scolpì basi di gruppi statuari per Scipione Borghese (1622-25) e operò nei cantieri di S. Pietro e di palazzo Barberini. Accortosi delle occulte percentuali sui guadagni garantite dal socio Radi al cognato, alla fine del 1632 Borromini ruppe con entrambi. Lo scalone di palazzo Barberini fu invece riprogettato da Bernardino, valendogli il cavalierato (F. Baldelli, Biblioteca Cortonese..., 1685, c. 20r; F.M.N. Gabburri, Vite di pittori..., cit.). Impratichitosi a quanto pare con Maderno (che possedé le raccolte di Depositi e di Porte del 1619; Hibbard, 2001, p. 113), nel 1624 Bernardino ottenne una patente di «architetto di ponti e strade» rilasciata dal cardinale Carlo de’ Medici (Molini, 1853) ed ebbe la nomina a «sopraintendente delle fabriche di Civitavecchia» (sino al 1627; Pollak, 1928, p. 416): in questo periodo divulgò a stampa l’immagine di una balena di 20 metri spiaggiatasi a S. Severa ([Hernandez], 1651). Stampata la serie di Depositi del 1625, fra il 1626 e il 1627 ristrutturò, per il cardinale Ferdinando de’ Medici, la facciata del «palazzo del Giardino» di Trinità dei Monti (Lolli Ghetti, 1999, pp. 86 s.), e nel 1628 diresse il cantiere di villa Sacchetti a Castelfusano, ritenuta progetto d’esordio del concittadino Pietro Berrettini (Merz, 1991, p. 317). Nel 1629 per il Comune di Cortona fornì il disegno del «colossale altar maggiore» di S. Francesco (Mancini, 1898, p. 67), la cui plasticità è l’evoluto principio organico che informa una raccolta di disegni acquerellati di depositi con incastonati busti cardinalizi, eseguiti a Roma intorno al 1628 per un irrealizzato in folio (Disegni antichi, 1978).
Trasferitosi a Firenze, fra il 1630 e il 1639 Radi partecipò con disegni e proposte al dibattito sulla facciata per S. Maria del Fiore (Bevilacqua, 2015). Di buona esperienza idraulica, «fece con sua gran lode il condotto d’acqua presa dal Mugnone e condotta in Fiorenza con molte belle fontane in Piazza de’ Servi, Mercato Nuovo, Ponte Vecchio, Ponte S. Trinita e palazzo de’ Pitti, con molti altri scherzi» (Laparelli, 1982, p. 31); nel 1634, per divergenze sui condotti per Boboli, minacciò il ricorso al «Cav. Bernino» ([Mazza], 1766, p. 46). Dedicata nel 1636 una serie di scudi araldici al principe Giovan Carlo, nel 1640 curò per lui la sistemazione del casino degli Orti Oricellari (Mascalchi, 2003, p. 192); studiò inoltre nello stesso periodo la sistemazione del quartiere della «Muletta» a palazzo Pitti (ibid., p. 197). Tra gli incarichi medicei, progettò la chiesa dei Ss. Cristina e Agostino sulla Costa Scarpuccia (1636-37), «di buona proporzione, ed assai ben intesa», iniziata nel 1640 e finita da Gherardo Silvani, e la sede dei «canonici scopetini» di San Jacopo sopr’Arno, dall’originale facciata con busti di granduchi (Richa, 1762; «scorrettissima e fantastica» per l’architetto Federigo Fantozzi, 1842, p. 741); quindi nel 1637 disegnò il marmoreo piano presbiteriale del duomo di Prato (già attribuito a Buontalenti; Cerretelli, 1998, p. 219). Sua è anche l’elegante cappella Grazzi dell’Annunziata di Firenze (Del Migliore, 1684), compiuta nel 1642-43.
Oltre a opere idrauliche per la badia di Passignano (1636-38), dotata nell’orto di «una bellissima fonte» ottagonale (Bertocci, 1999), Radi progettò un acquedotto tra la fonte del Palco e il centro di Prato (1639), per la cui realizzazione gli subentrò nel 1641 il giovane collega Alfonso Parigi (Cerretelli, 1998, p. 220), mentre il principe Giovan Carlo lo iscriveva fra i suoi stipendiati (Bevilacqua, 2015, p. 185). Tornato a Roma, «morì di morte subitanea, dissero per grassezza» (Laparelli, 1982, p. 31) il 29 maggio 1643.
Opere a stampa. Varie inventioni per depositi di B. R. cortonese, Roma, appresso Godifredo de Scaichi, 1618 (26 tavole); Disegni varii di depositi, ò sepolcri inventati da B. R. da Cortona, Roma 1619 (cc. 53, dedica al maggiordomo del card. Borghese mons. Stefano Pignatelli, «mio antico, et singular benefattore»; incisioni di Sebastiano Fulcari); Vari disegni de architettura, ornati de porte inventati da Bernardino Radi da Cortona, Roma 1619 (cc. 53, dedica al card. Borghese); Varie inventioni per depositi di B. R. cortonese, Roma 1625 (cc. 38); Scudiero di varii disegni d’arme e targhe fatto à benefitio publico per li scultori, pittori, e intagliatori inventate dal cavaliere B. R., Firenze 1636 (cc. 42, dedica al principe Gio. Carlo di Toscana; ritratto dell’autore nel frontespizio); Disegni varij di cartelle del cavalier B. R. da Cortona date in luce da Calisto Ferrante, Roma 1649 (28 tavole di cartocci e mascheroni incisi da Gérôme David).
Fonti e Bibl.: Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano [ASV], Archivio Borghese [AB], b. 4174, fascicoli n.n.; Cortona, Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca [BCAEC], ms. 761: A. Laparelli, Memorie cortonesi dal 1642 al 1670, sec. XVII, c. 14r; BCAEC, ms. 394: F. Baldelli, Biblioteca Cortonese, o vero raccolta di tutti i cortonesi che ànno dato qualche opera alle stampe, 1685, c. 20r; Archivio di Stato di Firenze [ASF], Miscellanea Medicea, 416, inserto 1, f. n.n., 14 aprile 1626; ASF, Mediceo del Principato, 5178, n. 156, luglio 1641; Firenze, Biblioteca nazionale, Palatini, E.B.9.5: F.M.N. Gabburri, Vite di pittori (circa 1730-1742), I, p. 470; Archivio di Stato di Roma [ASR], Camerale I, Fabbriche, reg.1537, Mandati de danari delle fabriche ordinarie, 1609-1614, passim; ASR, ibid., reg. 1544, Mandati delle fabriche, 1615-1620, passim; ASR, ibid., Mandati, reg. 1579, 1624-1628, cc. 183 s., 14 febbraio 1625.
[F. Hernandez], Rerum Medicarum Novae Hispaniae Thesaurus…, a cura di N.A. Recco, Roma 1651, pp. 569 s.; F.L. Del Migliore, Firenze città nobilissima…, Firenze 1684, p. 282; G. Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine…, X, Del quartiere di S. Spirito. Parte II, Firenze 1762, pp. 253, 339 s.; [A. Mazza], Nuova raccolta d’autori che trattano del moto dell’acque, IV, Parma 1766, pp. 43-54 (tre lettere di A. Arrighetti a B. Castelli, Firenze, 25 luglio-12 agosto 1634); L. Cicognara, Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo XIX…, III, Venezia 1818, p. 40; F. Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico-artistico-critica della città e contorni di Firenze, Firenze 1842, pp. 613, 741; L. Molini, Catalogo di una scelta collezione di libri..., Firenze 1853, p. 138; G. Mancini, Il contributo dei cortonesi alla coltura italiana, Firenze 1898, pp. 67 s.; O. Pollak, Die Kunsttätigkeit unter Urban VIII, I, Kirchliche Bauten (mit Ausnahme von St. Peter) und Paläste, a cura di D. Frey, Wien 1928, p. 416; Radi, cav. Bernardino, in U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXVII, Leipzig 1933, p. 548; M. Del Piazzo, Ragguagli borrominiani, Roma 1968, pp. 60, 63 s., 196 s.; Disegni antichi. Architettura, scenografia, ornamenti (catal., Roma-Milano-Firenze-Cortona), a cura di G. Del Borgo - G. Neerman, Milano 1978, scheda delle figg. 12-23, pp. n.n.; A. Laparelli, Memorie cortonesi dal 1642 al 1670, a cura di N. Fruscoloni, Cortona 1982, pp. 30 s.; C. Cresti, L’architettura del Seicento a Firenze, Roma 1990, pp. 140, 144-154, 306 s.; J.M. Merz, Pietro da Cortona. Der Aufstieg zum führenden Maler im barocken Rom, Tübingen 1991, pp. 8, 167, 317; A.M. Corbo - M. Pomponi, Fonti per la storia artistica romana al tempo di Paolo V, Roma 1995, passim; C. Cerretelli, Città e territorio: un secolo di trasformazioni, in Il Seicento a Prato, a cura di Id. - R. Fantappiè, Prato 1998, pp. 219-230 (in partic. pp. 219 s., 228 s.); S. Bertocci, Tavarnelle Val di Pesa: architettura e territorio, Empoli 1999, p. 76; M. Lolli Ghetti, L’architettura per il cardinale, in Villa Medici. Il sogno di un cardinale. Collezioni e artisti di Ferdinando de’ Medici, a cura di M. Hochmann, Roma 1999, pp. 75-88; H. Hibbard, Carlo Maderno, Milano 2001, pp. 109 s., 113, 280, 283; L. Mascalchi, La Muletta. Vicende costruttive e percorsi di vita quotidiana, in Vivere a Pitti. Una reggia dai Medici ai Savoia, a cura di S. Bertelli - R. Pasta, Firenze 2003, pp. 181-215 (in partic. pp. 192, 197); A. Campitelli, Agostino e B. Radi: due protagonisti dei cantieri berniniani, in Bernini dai Borghese ai Barberini. La cultura a Roma intorno agli anni venti. Atti del Convegno... 1999, a cura di O. Bonfait - A. Coliva, Roma 2004, pp. 104-113; L. Lorizzo, Carlo Saraceni a S. Maria dell’Anima. Il restauro della pala Fugger e la decorazione della cappella di S. Benno sotto una nuova luce, in Storia dell’arte, n.s., 2013, vol. 134, pp. 59-74; M. Bevilacqua, I progetti per la facciata di Santa Maria del Fiore (1585-1645). Architettura a Firenze tra Rinascimento e Barocco, Firenze 2015, pp. 185 s. e passim.