BOZZA, Bernardo
Nato a Monselice (Padova) il 25 dic. 1734 da Giovanni ed Enrichetta Santini, di famigila patrizia, ricevette una buona educazione sotto la guida dello zio Bernardo. Ancora giovane - aveva vent'anni - prese moglie e, poi, partecipò attivamente alla vita politica cittadina, ricoprendo importanti incarichi. Nonostante gli impegni pubblici, il B. conservò vivo l'interesse per gli studi letterari, dedicandosi a intense letture e scrivendo qualche operetta satirica. Di lui resta stampato solo Il celebre altitonante Conte Bacucco,orazione panegirica (Lucca 1762), successivamente ristampato, non senza importanti correzioni e varianti, numerose volte: a Padova (1790), a Venezia (1791, 1796, 1809, 1821), e ancora nel 1839 a Este. Solo successivamente si aggiunsero all'operetta primitiva (essa stessa rimaneggiata) nuove parti: La descrizione della città d'Antiochia, L'albero della famiglia bacuccaria e Il testamento di Bacucco.
L'opera - scritta con l'incoraggiamento di monsignor Morosini vescovo di Verona - è una "spiritosissima parodia del falso genere di eloquenza allora più comunemente in voga in Italia" (G. Dandolo); essa uscì anonima ed ebbe un così grande successo, che venne attribuita a molti letterati famosi, tra cui lo stesso Cesarotti. La satira del Conte Bacucco evita il gusto pesante della caricatura personale e del motteggio tipico di tanta letteratura analoga di quel periodo; "né consiste il merito di questa orazione unicamente nelle stravaganze esteriori che ne costituiscono la parte satirica" (Necrologio...), ma l'opera riesce anche a dimostrare che l'autore non era uomo sprovveduto, anzi abbastanza colto e informato, oltre che brillante e spiritoso scrittore, capace di parodiare con intelligenza i caratteri più paradossali dello stile oratorio del tempo, tanto che, secondo le testimonianze dei contemporanei, lo stesso Cesarotti lo apprezzava molto.
Restato vedovo nel 1785 e perduti i figli tranne uno, il B. nel 1791 vestì l'abito di chierico e nel 1793 venne ordinato sacerdote. Caduto in grave miseria, morì il 29 apr. 1817.
Il B. lasciò al figlio Giovanni alcune operette satiriche rimaste inedite, tra le quali si ricordano: La frenetica simpatia degli uomini,La frenetica simpatia delle donne (che risalgono al 1752) e Le diverse opinioni dei medici, oggi disperse. Una spiritosa invenzione sembra essere la Gelomanzia, ricordata dal Vedova tra le opere inedite, annunciata dal B. stesso nella prefazione all'edizione del 1809 del Conte Bacucco:"mi riserbo a trattare nella forma questa materia [il riso] in un Trattato Medico-Storico-Metafisico, che farà in breve gemere i torchi, sopra la natura del Riso, dove con metodo Geometrico mostrerò la somma influenza di esso in alcune scienze, e in molte cose della vita; e darò anche i principi certi di una nuova scienza intitolata Gelomanzia".
Bibl.: Necrologio di B. B., in Giorn. dell'ital. lett., XLIV(1817), pp. 314-320; G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, I, Padova 1832, pp. 154-156; C. von Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaiserthums Oesterreich, II, Wien 1856, pp. 105 s.; G. Dandolo, La caduta della Repubblica di Venezia... Appendice, Venezia 1857, p. 30; G. Natali, Il Settecento, Milano 1955, p. 576.