CAPPELLO, Bernardo
Figlio di Pancrazio di Marino e di Cristina Foscarini, del sestiere di S. Polo, nacque a Venezia probabilmente nel 1415, poiché nel 1433 fu presentato agli avogadori de Comun per l'iscrizione alla Balla d'oro. Sposò (1451) Agnese di Lorenzo Soranzo.
Nei primi anni la sua attività fu caratterizzata da interessi commerciali; già nel 1435il C. andava balestriere in una galea della spedizione detta di traffico e in seguito, non appena glielo consentì l'età, si presentò agli incanti delle "mude". Nel 1446 ebbe una galea del viaggio di Fiandra, ottenendo pure la carica di vicecapitano per il viaggio di Londra; fu di nuovo patrono nelle "mude" di Fiandra del 1449 e del 1451, e nella "muda" di Aigues-Mortes del 1453.L'intensità della sua attività commerciale è dimostrata inoltre dalla sua partecipazione a numerosi altri incanti ponendo quote nei noli o costituendosi garante dei patroni.Intanto il C., che nel 1445 era entrato nella Quarantia, aveva iniziato la sua carriera politica. Nel settembre 1447 fu nominato savio agli Ordini; nel 1448 ufficiale al Cataver e nel 1453 massaro all'Oro. Importanti sono anche le cariche militari che rivestì sin da questi anni. Secondo la testimonianza del Priuli, fu governatore di galea nel 1452, nella squadra inviata al re di Napoli in ottemperanza alle clausole dell'alleanza, e nel 1453 nella squadra che, troppo tardi ed inutilmente, andò in soccorso di Costantinopoli assediata dai Turchi. Tornò in Levante nel 1454, quando fu nominato sopracomito di una delle due galee destinate all'armata dell'Egeo. Partì in agosto con l'incarico, oltre le normali incombenze, di ricondurre in patria i due ambasciatori turchi che avevano portato a Venezia i capitoli della pace stipulata in maggio fra la Repubblica e il sultano.
Nel 1458 fu nominato capitano del viaggio di Aigues-Mortes. La spedizione si risolse in un fallimento perché il C. non ricevette lelettere con cui gli si ordinava di abbandonare la rotta stabilita, resa pericolosa dalla presenza di navi catalane, e di raggiungere a Valenza le galee di Barberia. Il convoglio proseguì regolarmente il viaggio toccando gli scali consueti, senza che i patroni potessero tuttavia realizzare alcun lucro, poiché i mercanti, informati dei provvedimenti, non avevano inviato merci in quei porti. Lo Stato risarcì i patroni danneggiati.
Per tutto il decennio successivo non si hanno notizie sul C., poiché non è esatto che egli abbia fatto parte del Consiglio dei dieci nel 1462 né nel 1463, come invece affermano rispettivamente il Malipiero e il Priuli. Dal 1470 in poi, per quasi dieci anni, egli appare invece intensamente impegnato nella vita pubblica, assolvendo anche compiti che mettevano a frutto la sua preparazione, in campo finanziario. Dall'ottobre 1470 al maggio seguente fu infatti uno dei cinque savi preposti all'imposizione delle decime e alla revisione delle spese di Stato; nel 1472 fu nominato governatore alle Entrate e probabilmente (le fonti a questo proposito tacciono la paternità) fu anche membro della zonta che, da maggio a giugno, deliberò con il Consiglio dei dieci sulle monete false.
Se la traccia offerta dal Priuli è esatta (i documenti infatti, tacendo la paternità, ne danno solo una parziale conferma), il C. fu più volte savio di Terra: nel 1471 (se ne trova testimonianza per settembre e ottobre), nel 1473 (luglio-dicembre) e nel 1474 (giugno-agosto). È inoltre testimoniata nel Consiglio dei dieci la presenza di un Bernardo Cappello, forse identificabile con il C.: nel 1471, come membro del Consiglio, e nel 1472 (febbraio-marzo) come membro della zonta convocata per gli ultimi processi del caso Zeno. Nell'agosto 1473 e nel dicembre 1474 il C. fu tra i quarantuno elettori dei dogi Niccolò Marcello e Pietro Mocenigo, e nel settembre del 1474, mentre era membro del Consiglio dei dieci, fu nominato provveditore all'Armata.
In quel momento si prospettava la possibilità di condurre trattative di pace con il Turco, grazie alla mediazione di Amarissa, la matrigna di Maometto II, cui la Repubblica, per avere una precisa conferma, aveva inviato una persona di fiducia. Perciò più volte in Senato fu proposto di mandare il C. a Montesanto ad incontrarvi, secondo precedenti accordi, quell'informatore; in novembre, quando fu dettata la commissione per il futuro legato a Montesanto, si ripropose la candidatura del C., cui si sarebbe affidato anche il compito di trattare eventualmente la pace. Ma queste proposte furono bocciate e la missione fu affidata a Giacomo Zorzi.
Il C., che a dicembre era ancora a Venezia, raggiunse la flotta molti mesi dopo la sua nomina. In Levante la situazione era tesa ed impegnava l'armata su due fronti. Il sospetto che i Turchi non rispettassero la tregua stabilita dallo Zorzi e il timore della guerra costringevano il capitano generale e i provveditori, secondo gli ordini inviati loro nel maggio 1475, a un attento controllo dei movimenti della flotta nemica. Nel giugno, al diffondersi di voci circa la morte di Maometto II, il Senato dette addirittura direttive precise per l'occupazione di Negroponte, Corinto e Mitilene se la notizia si fosse rivelata fondata; in ottobre giunse infine l'avvertimento che la tregua era scaduta e che la guerra riprendeva. L'armata dovette contemporaneamente intervenire a Cipro, dove Ferdinando d'Aragona andava preparando il ritorno di Carlotta di Lusignano. I responsabili della flotta in giugno furono incaricati di vigilare le coste dell'isola e presidiare Famagosta; fermare le navi sospette; intimare al gran maestro di Rodi, legato ai ribelli, di non intervenire nelle faccende di Cipro. Di fronte a questi provvedimenti Ferdinando depose ogni velleità.
Nel dicembre dello stesso anno al C., la cui presenza presso la flotta non era più necessaria, fu permesso di ritornare a Venezia e il 14 giugno dell'anno seguente ricevette l'ordine di disarmare una volta raggiunta l'Istria. Doveva essere dunque appena giunto a Venezia, quando l'8 luglio il Consiglio dei dieci dispose il suo ritorno in Levante. Il provvedimento era reso necessario dalla nuova minaccia di una ribellione in Cipro fomentata da Ferdinando e Carlotta, con l'appoggio del sultano d'Egitto e del gran maestro di Rodi. Il C., una volta giunto nell'Egeo, avrebbe dovuto seguire il capitano generale, che aveva raggiunto Cipro con tutta la flotta, oppure rimanere nelle acque dell'arcipelago, secondo le necessità. La sua partenza doveva essere immediata; il 10 luglio si provvide a far imbarcare l'equipaggio della sua galea.
Il pericolo venne scongiurato ancora una volta e perciò, in settembre, il Senato, dopo aver discusso la possibilità di licenziare alcune galee dell'armata, permise al C. di disarmare "pacatis rebus Cypriis"; in novembre tuttavia egli era ancora in carica. Tornato finalmente in patria nel 1477, fra marzo e aprile, ricevette dallo Stato un risarcimento per i danni subiti per non aver partecipato, in tutto quel tempo, agli utili dei viaggi di Aigues-Mortes e della spedizione del traffico. Ormai la carriera del C. si avviava alla conclusione; il 31 marzo del 1477 fu nominato savio di Terra e nel maggio avogador de Comun.
Morì nel 1477, tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Misc. codici I, Storia veneta, 18: M. Barbaro-A. M. Tasca, Arbori de' patritii veneti, p. 250; Ibid., Avogaria de Comun,Cronaca matrimoni 107/2, ff. 77v, 150v; Balla d'oro, 162/1, f. 37v; Prove di età per magistrati, 170/2, f. 281; 171/3, f. 85; Prove di età per patroni, 177/1, ff. 80, 91v; 178/2, ff. 148v, 170v, 222v, 254; Ibid., Segretario alle voci,Misti, reg. 4, ff. 10, 25v, 93, 123v; reg. 6, ff. 7, 60; Ibid., Senato,Mar, reg. 2, f. 127; reg. 3, ff. 33v, 54, 114; reg. 4, ff. 36v, 171; reg. 5, ff. 44v, 48v, 49, 57v, 59, 62; reg. 6, ff. 52, 6, 76rv, 79v, 80, 99, 129; reg. 9, f. 175; reg. 10, ff. 62v, 80, 84-85, 92v, 95v, 118v, 131v; Terra,reg. 6, ff. 102, 106, 133, 142v, 145; reg.7, ff. 14v, 23-24, 45v, 160v; Deliberaz., Segrete, reg.26, ff. 39v, 52, 88v, 92v, 93v3 95v, 101, 102v, 111v, 123v, 127, 140, 142, 154v-156; reg. 27, ff. 14v, 19rv, 21, 28v, 29v, 42v, 54, 101, 107; Ibid., Consiglio dei Dieci,Deliberaz., Miste, reg. 16, ff. 102, 104; reg. 17, ff. 129, 133v, 135, 136, 139, 141v, 143v, 146v-151v, 160v, 162-165, 169v, 178v; reg. 18, ff. 24v, 61v, 62v, 70v, 72v, 75v, 162v-164; Ibid., Maggior Consiglio,Deliberaz., Regina, ff. 118v-123v, 140v-143v; Venezia, Civico Museo Correr, cod. Cicogna 3781: G. Priuli, Pretiosi frutti del Maggior Consiglio, I, f.126; Venezia, Bibl. naz. Marciana, mss. It., cl. VII, 15 (= 8304): G. A. Cappellari Vivaro, Il Campidoglio veneto, ff. 227v, 235v; Ibid., mss. It., cl. VII, 198 (= 8383): Reggimenti della Rep. Veneta,secc. XV-XVII, ff. 266, 307v; Ibid., mss. It., cl. VII, 801 (= 7152): M. Sanuto, Vite dei dogi, III, ff. 1v-3, 35v; D. Malipiero, Annali veneti dall'anno 1457 al 1500, in Arch. stor. ital., VII (1843), p. 17; N. Barbaro, Giornale dell'assedio di Costantinopoli nel1453, a cura di E. Cornet, Vienna 1856; G. Dolfin, Cronaca dell'assedio di Costantinopoli nell'anno1453, a cura di M. Thomas, München 1868; Documents nouveaux servant de preuves à l'hist. de l'île de Chypre, a cura di M. L. de Mas Latrie, Paris 1882, p. 487; G. Zabarella, Il Pileo..., Padova 1670, pp. 31, 43; M. L. de Mas Latrie, Histoire de l'île de Chypre, III, Paris 1855, pp. 402, 404; Notes et extraits pour servir à l'histoire des croisades au XVe siècle, III, a cura di N. Jorga, Paris 1902, pp. 280-291, 295-301; IV, Bucarest 1915, pp. 360-368; A. Battistella, Un nuovo documento sull'acquisto di Cipro per parte della Repubbl. di Venezia, in Atti e mem. dell'Ist. veneto di scienze lettere ed arti, LXXX (1920-1921), p. 311; G. Magnante, Docum. mantovani sulla polit. diVenezia a Cipro, in Arch. veneto-tridentino, VIII (1925), pp. 247-251; Id., L'acquisto dell'isola di Ciproda parte della Repubblica di Venezia, in Arch. ven., s. 5, VI (1929), pp. 30-40; S. Runciman, La caduta di Costantinopoli,1453, Milano 1968, pp. 74-135; G. Hill, A History of Cyprus, III, Cambridge 1972, pp. 657-729.