CENNINI (o Di cenni del Fora), Bernardo
Orefice e prototipografo di Firenze; nato il 2 gennaio 1415, morto circa il 1498. A Firenze esercitò fin dalla gioventù l'arte dell'oreficeria guadagnandosi larga rinomanza. In questa sua attività fu associato anche con Iacopo Filippi da Bisticci ma con esito sfortunato. Già nel 1448, e ancora nel 1451, si trovava agli stipendi del Ghiberti per il lavoro della porta del Paradiso. Dal 1453 al 1459 ebbe l'ufficio d'incisore di punzoni alla Zecca fiorentina. L'unica sua opera sicura rimastaci (ché nella porta del Ghiberti non è possibile discernere la sua parte) è una formella nel dossale d'argento per il Battistero fiorentino (Museo dell'Opera), l'Annuncio dell'Angelo a Zaccaria e la Visitazione commessagli nel 1477, finita nel 1480. Tre anni dopo l'artista lavorava ancora al dossale, sembra però solo per ornati. La formella, che ricorda lo stile del Ghiberti, nell'insieme è un po' slegata ed ha ancora grazie gotiche, sebbene forse l'artista traesse ispirazione dal riquadro che il Pollaiolo preparava contemporaneamente a lui. Ma il merito maggiore del C. è costituito dalla sua reinvenzione della stampa, a cui giunse unicamente in virtù del suo operoso ingegno. Pervenutagli la notizia della nuova arte ed esaminando libri ed oggetti d'altri tipografi, senza conoscerne i procedimenti tecnici, volle provarsi nell'arte impressoria e seppe ideare e costruire punzoni, coniare matrici, fondere caratteri, istituendo, così, per il primo la tipografia in Firenze. Della sua attività un solo libro è a noi pervenuto: Servii Honorati commentarii in Virgilium, volume in-folio, diviso in tre parti e contenente i commenti alle Bucoliche, alle Georgiche e all'Eneide, stampato negli anni 1471-1472 con la collaborazione di due suoi figli, Pietro e Domenico. Di quest'opera non si conoscono che 4 esemplari e appare dal colophon che essa fu il primo prodotto della stamperia cenniniana, assai pregevole per la perfezione grafica raggiunta. Non è improbabile che il C. stampasse altri libri, ma le attribuzioni riferitegli da alcuni biografi per altre opere non hanno avuto prove dirette o documentazioni convincenti.
Bibl.: Manni, La prima promulgazione dei libri in Firenze, Firenze 1761; F. Fantozzi, Notizie biografiche originali di Bernardo Cennini, Firenze 1839; G. Ottino, Di Bernardo Cennini e dell'arte della stampa in Firenze, Firenze 1871; F. A. Gruyer, Les oeuvres d'art de la Renaissance au temple de Saint-Jean, Parigi 1875; G. Manzoni, Studi di bibliografia analitica, Bologna 1882; F. Fumagalli, Lexicon, Firenze 1905, s. v. Firenze; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, IV e VI, Milano 1906 e 1909; M. Cruttwell, Antonio Pollaiolo, Londra 1907, pp. 170-71, 275-77; Mancini, in Rivista d'arte, VI (1909), p. 200 segg.; M. H. Bernath, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912 (con la bibliografia precedente); Catalogue of Books printed in the XV Century, now in the British Museum, VI: Italy, Londra 1930.