CORBINELLI, Bernardo
Nacque a Firenze tra il 1413 e il 1416, in famiglia antica distintasi nella storia politica e culturale della città da Tommaso.
I Corbinelli, residenti nel quartiere di S. Spirito (gonfalone Nicchio), avevano le loro case nei pressi della chiesa di S. Spirito in cui possedevano, sin dai primi del Trecento, una cappella. Il C. apparteneva ad un ramo della famiglia relativamente povero: il padre, Tommaso di Bartolomeo, aveva dichiarato soltanto poche proprietà terriere agli ufficiali del catasto nel 1427, proprietà che rimasero, quasi inalterate, nelle mani del figlio.
Il C. fu "diviso" dal padre Tommaso (cioè riconosciuto come legalmente e fiscalmente autonomo) il 13 marzo 1450. Da quell'anno fino alla morte mantenne le sue poche terre, mentre faceva uno sforzo timido, e sembra senza alcun successo, di aprire una piccola bottega di arte della lana nel convento di S. Martino.
Mentre economicamenté godette di poco successo, politicamente il C. fu uno dei personaggi più in vista intorno ai Medici, particolarmente durante il ventennio che va dal 1460 al 1480. Ricoprì molte cariche governative dal 1443, quando fu incaricato delle entrate, ed uscite della Camera del Comune, fino all'aprile del 1482 quando, due settimane prima di morire, venne estratto all'ufficio di Notte.
Nell'arco di questi quarant'anni, il C. fu membro di quasi tutte le magistrature importanti della sua città, sia degli uffici "intrinseci" sia degli "estrinseci" (cioè quelli nel contado e distretto fiorentino). Tre volte priore (gennaio-febbraio 1449, settembre-ottobre 1454, e settembre-ottobre 1475), e due volte gonfaloniere di Giustizia (marzo-aprile 1461, e marzo-aprile 1482), fu anche uno dei Sedici gonfalonierì di Compagnia (gennaioaprile 1460), due volte membro dei Dieci di balia (eletto il 6 maggio 1467 e il 3 nov. 1479) e ben sette volte sedette tra gli Otto ufficiali di guardia. Inoltre partecipò alle deliberazioni dei Cinque del contado, dei maestri della Torre, dei conservatori delle Leggi, degli ufficiali delle Vendite, ufficiali del Monte, e fece parte della commissione la quale, il 12 luglio 1471, fu incaricata di imporre una tassa di 30.000 fiorini ai Preti ed ai "non-sopportanti". Durante questi decenni ricoprì anche importanti cariche nel contado: podestà (1469) e poi capitano (1473) di Pistoia, vicario di Firenzuola (1465), vicario di Val di Cecina (1480), il suo nome fu legato alla rivolta antifiorentina dei Volterrani (febbraio 1472), che scoppiò mentre il C. era capitano della città (il suo stemma è ancora visibile sulla facciata del palazzo dei Priori dì Volterra). I suoi rapporti con i Medici furono piuttosto cordiali fino allo scoppio della rivolta volterranea. Sono conservate numerose sue lettere a Lorenzo de' Medici, la maggioranza delle quali sono datate prima di tale rivolta. Nel maggio del 1469 Lorenzo invitò il C. a mandare il suo secondogenito, Pandolfo, alle festività in occasione del prorio matrimonio. Il C. rispose che, pur volendo compiacere Piero e Lorenzo "di qualunche cosa", doveva rifiutare l'invito a causa delle sue difficoltà economiche. Oltre a questa, ci sono altre lettere nelle quali il C. chiede al potente amico una serie di piccoli favori i quali rientrano nell'ambito dei rapporti clientelari, una caratteristica costante della situazione politica fiorentina di quel secolo. I rapporti del C. coi Medici attraversarono un periodo teso nel periodo della rivolta.volterrana. Durante il suo soggiorno ufficiale a Volterra, egli aveva tentato di svolgere una azione mediatrice tra i Volterrani, i quali avevano assunto un atteggiamento apertamente ostile verso la politica economica imposta alla loro città dai Fiorentini, e il proprio governo. Sembra che il C. avesse sottovalutato il disagio locale: in due lettere scritte a Lorenzo pochi giorni prima che scoppiasse il tumulto, non fece alcun riferimento alle difficoltà ormai evidenti a Volterra. E. quando scoppiò la rivolta, il C. si rifugiò nel palazzo dei Priori e frettolosamente scrisse a Lorenzo della "gran furia del popolo". Il suo atteggiamento timido sembra che sia dispiaciuto a Lorenzo, il quale non aderì alla sua richiesta, poco dopo la disfatta dei Volterrani, d'assumere un atteggiamento mite verso di loro.
Il C. si sposò due volte. Come prima moglie ebbe nel 1444 Lisabetta di Roccaccio di Salvestro degli Alamanneschi, dopo la morte della quale si risposò nel 1461 con Maddalena di Danielle di Luigi de' Canigiani. Non ebbe figli dalla seconda moglie, mentre dalla prima ne ebbe sette: Girolamo (1445), Lena (1447), Pandolfo (1448), Ginevra (1450), Niccolò (1452), Alessandra (1454), e Tommaso (1455).
Il C. morì a Firenze il 6 maggio 1482 e fu sepolto nella cappella di famiglia nella chiesa di S. Spirito.
Fonti e Bibl.: L'Arch. del catasto dell'Archivio di Stato di Firenze contiene i dati più importanti sulla sorte familiare ed economica del Corbinelli. Le dichiarazioni del padre, Tommaso di Bartolomeo, degli anni 1433 e 1442 si trovano nelle filze 488, f. 409r, e 609, f. 900r. La prima dichiarazione del C., dopo la divis. dal padre, si trova in Catasto, 688, ff. 553rv (anno 1451). Le altre: Catasto, 788, ff. 717r-718v (1457); 906, ff. 83r-84v (1470); 994, ff. 152r-153v (1480). La sua carriera politica si può ricostruire nelle carte dell'Arch. delle Tratte. Per gli uffici "estrinseci": Tratte, 67, ff. 64v, 87v; 68, ff. 5r, 6v, 26r, 29r; 69, ff. 4r, 25r. Per quelli "intrinseci": Prioristadel Palazzo, ff. 191v, 196r, 200v, 212v, 216v, Manoscritti, 302, f. 18r; Tratte, 80, ff. 7r, 453r; 81, ff. sr, 6r, 8r, 44r, 47r, 51r, 77r, 124r, 143r, 143v; 82, ff. 3rv, 5r, 11r, 43r, 92v, 97r, 99r, 103r. Tutte le lettere ai Medici si trovano nell'Arch. Mediceo avanti il Principato: XIV, 103 (24 maggio 1466); XVI, 254 (3 maggio 1467); XVII, 480 (6 maggio 1466), 668 (25 maggio 1469), 733 (26 sett. 1469), 735 (4 ott. 1469), 737 (10 ott. 1469); XX, 493 (17 maggio 1469), 497 (8 giugno 1469); XXI, 26 (28 ag. 1465); XXII, 197 (12 marzo 1469 st. fior.); XXVI, 62 (2 dic. 1471); XXVII, 125 (23 febbr. 1471 st. fior.), 185 (20 marzo 1471 st. fior.), 110 (18 febbr. 1471 st. fior.), 114 (19 febbr. 1471 st. fior.); XXVIII, 707 (27 nov. 1472); XXIX, 404 (2 giugno 1473), 644 (20 ag. 1473); XXXI, 294 (9 sett. 1478); XXXII, 436 (1 ag. 1473); XXXVII, 16 (12 genn. 1479 st. fior.); CXXXVII, 211 (4 maggio 1467); CXXXIX, 220 (11 maggio 1465); CLXIII, c. 32r (3 ag., 1464). Notizie importanti si trovano anche nelle CarteSebregondi dell'Arch. di Stato di Firenze. Sulle vicende del C. nella rivolta volterrana si può consultare E. Fiumi, L'impresa di Lorenzo de' Medici contro Volterra (1472), Firenze 1948, pp. 101 ss., 108, e Lorenzo de' Medici, Lettere, a cura di R. Fubini, I, Firenze 1978, ad Indicem.