BERNARDO da Cremona
L'esistenza d'un glossatore di questo nome venne individuata dal Fitting sulla base di una glossa letta in un codice manoscritto dell'Infortiatum nella biblioteca dell'università di Leida. In tale glossa - al D. XXVI, 3, 1 - si dice infatti che "lex graeca hic deficit set translatata fuit bernardo cremonensi a burgundione". La notizia viene confermata dalla glossa al D. XIV, 2, 9 (lex Rhodia) rinvenibile nel codice bambergense - D - 1, 6, sec. XIII - del Digestum vetus in cui si legge che il passo fu "translatum pisis a burgundione Bernardo cremonensi".
La tesi del Fitting, accettata sostanzialmente dal Kantorowicz, fu in epoca più recente accolta dal Gualazzini. Quest'ultimo ha inoltre sostenuto l'identità di B. con un membro della famiglia cremonese dei Picini, anch'egli di nome Bernardo, il quale visse nella seconda metà del sec. XII, negli stessi anni - cioè - a cui risalgono le glosse attribuite a Bernardo. I motivi che hanno indotto ad una simile identificazione sono di due ordini: in primo luogo, il nome Bernardo è tradizionale della famiglia Picini; inoltre il Bernardo Picini vissuto nella seconda metà del sec. XII fu un sapiens iuris di Cremona.
Nel presupposto dell'identificazione di B. coi Picini si è in grado di tratteggiare la sua vita dal 1161 al 1185. Nel 1161-62 è sapiens iuris; nel 1162-63 è console di Cremona come rappresentante del partito vescovile; nel 1163 fa da notaio, pur senza sottoscriversi come tale, nella autenticazione della copia di un atto; nel 1169-70 risulta ancora console; in un atto non datato, che fu redatto tra il 1168 e il 1185, figura tra i Sapientes che esprimono un parere giuridico in materia di decime; nel 1176 è teste in un atto vescovile con alti personaggi; nel 1161 è vassallo del vescovo di Cremona; nel 1165 è giudice nel tribunale di curia del vescovo di Cremona unitamente al socius Bertramo Cane. Nel periodo intercotrente tra il 1170 e il 1176, in cui mancano documenti cremonesi attestanti la sua attività, egli fu probabilmente giudice in Pisa. Dopo il 1185 non si hanno più notizie del giudice Bernardo.
Fonti e Bibl.:Repertorio diplomatico cremonese I, Cremona 1878, pp. 212, 213, 217; L. Astegiano, Codex diplomaticus Cremonae, II, Torino 1898, ad Indicem;A. D'Amia, Le sentenze pisane dal 1139 al 1200, Pisa 1922, n. XI; Acty Kremony. X-XIII vekov, a.c. di C. A. Annisky, Mosca-Leningrado 1937, n. 49; H. Fitting, Bernardus Cremonensis und die lateinische Übersetzung des Griechischen in den Digesten, in Sitzungsberichte der k. preuss. Akademie d. Wissenschaften zu Berlin,1894, pp. 813-820; H. Kantorowicz, Über die Entstehung der Digestenvulgata, in Zeitschrift für Rechtsgesch. d. Savigny St., Rom. Abt., XXX (1909), p. 207, n. 28; XXXI(1910), p. 25: E. Besta, Fonti, in Storia del diritto italiano, a c. di P. Del Giudice, I-II, Milano 1925, p. 800; F. Novati-A. Monteverdi, Le origini…, Milano 1926, p. 471 ss., 665; U. Gualazzini, Contributi alla storia della scuola giuridica cremonese nel XII e XIII sec., in Studi in onore di A. Solmi, Milano 1940, I, pp. 94-98.