DAVANZATI Bostichi, Bernardo
Erudito fiorentino nato nel 1529, morto nel 1606. Dopo aver esercitato senza fortuna la mercatura a Lione, si diede in patria allo studio delle lettere e delle scienze economiche e agrarie. Fu ammesso, con lo pseudonimo di Silente, all'Accademia degli Alterati. Per mostrare la falsità dell'opinione dell'ellenista francese Enrico Stefano, che sosteneva essere la lingua italiana poco atta ad esprimere il pensiero latino, tradusse gli Annali e poi altre opere di Tacito in uno stile conciso, con meno parole del testo. Sebbene egli per la forma attingesse a Dante e ai trecentisti, si giovò largamente del linguaggio parlato fiorentino del tempo. Per l'eccessivo desiderio di brevità, talvolta riuscì oscuro; tuttavia la traduzione del D., con tutti gli arcaismi e fiorentinismi, si può considerare "la più meravigliosa che mai sia stata fatta" (Foscolo). Il D. scrisse la storia dello Scisma d'Inghilterra (1ª ed. Roma 1602), riduzione di un'opera latina del gesuita inglese Niccolò Sanders. Fra le scritture minori ricordiamo la Notizia de' Cambj, la Iezione della moneta, il trattato della Coltivazione toscana delle viti e d'alcuni arbori, un'Orazione accademica in morte del granduca Cosimo I e infine il Volgarizzamento della Natura del voto di Erone Alessandrino. Anche in queste scritture lo stile del D. è stringato, sobrio, lontano da quello verboso e accademico dei suoi contemporanei.
Bibl.: E. Bindi, Della vita e delle opere di B.D., Firenze 1852-53, voll. 2; G. Quintarelli, Il Tacito fiorentino, Verona 1875.