Del Nero, Bernardo
, Uomo politico fiorentino (1422-1497), nel 1490 cancelliere di Lorenzo il Magnifico, e (1497), con la repubblica del Savonarola, uno dei dieci di balia con carica di gonfaloniere di giustizia. Ma, sospettato quell'anno stesso di aver preso parte al tentativo di ritorno in Firenze di Piero de' Medici (il Guicciardini scrive che " non fu imputato d'altro che d'aver saputa questa pratica, e non l'aver rivelata. Il quale errore... è punito in pena capitale dagli Statuti Fiorentini "), fu assieme agli altri congiurati arrestato nell'agosto e decapitato nella notte del 21 dello stesso mese. Stimato dal Guicciardini come " uomo di gravità e d'autorità grande " (egli lo pone come l'interlocutore più autorevole nel suo Dialogo sul reggimento di Firenze) e dal Giovio che lo definisce uomo reputato e pieno di civile prudenza, fu amico di Marsilio Ficino che gli dedicò varie sue opere (il proemio del In Convivium Platonis de amore commentarium è diretto al Del N.) e versioni, fra le quali quella della Monarchia di Dante. Quest'ultima era stata sollecitata al Ficino dallo stesso Del N. e da Antonio di Tuccio Manetti, dato che il volgarizzamento pre-ficiniano dell'opera dantesca, del quale Bernardo era stato uno dei trascrittori, per la profonda alterazione del manoscritto latino seguito, si presentava in molti luoghi incomprensibile. Il codice del Del N., conservato nella Biblioteca Nazionale di Firenze (II III 210), recando la data del 27 ottobre 1456, figura rispetto agli altri due codici che dell'omonimo e anonimo volgarizzamento ci restano (il Riccardiano 1043, trascritto da Pierozzo del Rosso nel 1461, e l'Italiano 536 della Bibliothèque Nationale di Parigi, sicuramente cinquecentesco), come il più antico; è tuttora inedito.
Bibl. - F. Guicciardini, Storia d'Italia, III 15; P. Giovio, vita Leonis Decimi, I, in Opera omnia, Basilea 1578; M. Barbi, in " Bull. " VI (1899) 215; D.A., Monarchia, a c. di P.G. Ricci, Milano 1965, 25, 101-102.