FEDRIGHINI, Bernardo
Nacque il 2 genn. 1646 a Predore (Bergamo), figlio di Matteo ed Elisabetta (della quale non si conosce il cognome). Insofferente degli studi letterari cui era stato avviato dal padre, fuggì nel Bresciano, mettendosi al servizio degli architetti Bartolomeo Spatti prima e di Lazzaro Bracco poi, esercitandosi ed apprendendo l'architettura con felici esiti. La morte del padre nel 1680 lo costrinse a ritornare presso la famiglia, a Predore, dove sposò Elisabetta Azzone; la prematura scomparsa della moglie lo riportò infine a Brescia, dove si stabilì definitivamente, sposando alcuni anni dopo la bresciana Camilla Buffoli.
La sua prima opera certa è la parrocchiale di Pompiano (Brescia; l'autorizzazione episcopale all'edificazione risale al 1687), con pianta a navata unica coperta da volta a botte e affiancata da due coppie di cappelle.
La facciata, ricostruita dopo l'ampliamento della chiesa realizzato tra il 1932 e il 1934, sembra conservare lo schema originario tipico del F., a due ordini raccordati da volute.
Al 1692 risale la posa della prima pietra della parrocchiale di Villongo Sant'Alessandro nel Bergamasco, conclusa sotto la direzione del capomastro Francesco Faino nel 1727.
Tra il 1698 e il 1702 il F. realizzò, su commissione della Municipalità di Brescia, seguendo le linee progettuali redatte dallo scultore Giuseppe Cantone, la facciata della chiesa dei Ss. Faustino e Giovita, protettori della città: l'opera sua più famosa e impegnativa. Agli stessi anni dovrebbe risalire l'inizio dei lavori per la chiesa di Oriano, frazione del comune di San Paolo, per la presenza in cantiere del giovane nipote del F., Giovanbattista Marchetti. Del 1700 è il progetto della parrocchiale di Nave (Brescia), terminata postuma nel 1748, opera fra le più mature compositivamente anche per il sapiente uso scenografico degli spazi esterni. Nel 1708 fornì i progetti per la chiesa di Marone (Brescia), recentemente attribuita al F. per l'impiego in facciata del timpano ricurvo come nella soluzione adottata per il S. Faustino bresciano. In questi anni (1708-1713) progettò probabilmente il nuovo ingresso al duomo vecchio e la cappella del Ss. Sacramento in S. Agata di Brescia.
Al F. è attribuito inoltre il progetto della parrocchiale di Manerbio (Brescia), iniziata nel 1715 ma conclusa solo alla fine del secolo con l'intervento di numerosi artisti attivi nel Bresciano quali Antonio Turbino, cui era stata precedentemente attribuita la progettazione di questa importante costruzione settecentesca, Domenico e Carlo Corbellini.
La chiesa di Manerbio, pur presentando analogie costruttive con quella di Nave, è però quasi sicuramente opera di Giovan Antonio Biasio, anche se la collaborazione del F. non è escludibile a priori in quanto i due collaborarono per alcuni anni nella importante costruzione del duomo nuovo di Brescia.
Gran parte dell'attività bresciana del F. si risolse infatti nella soprintendenza ai lavori della cattedrale. ove la sua presenza è registrata per più di venticinque anni. Fu sicuramente un incarico meno grati-ficante dei cantieri condotti in proprio, in quanto molto spesso fu semplice esecutore di disegni redatti da più celebri architetti. Sotto la sua direzione furono erette le due grandi cappelle laterali intitolate alle Sante Croci e al Corpus Domini, nonché parte dei fianchi laterali della facciata. La sua opera fu coadiuvata dal nipote Giovanbattista Marchetti e dal figlio Giovanni Faustino, eletto nel 1731 cancelliere della Fabbrica.
Numerose altre opere sono state a lui attribuite, come il palazzo Martinengo Palatini in piazza del Mercato a Brescia, la villa Archetti di Santa Giustina di Castenedolo e le parrocchiali di Ospitaletto, Artogne e Rudiano. sulla base di semplici assonanze stilistiche non supportate da basi documentarie. Sicuramente inattendibili sono invece le attribuzioni della parrocchiale di Castegnato, opera di Antonio e Bartolomeo Spazzi, di quelle di Castelmella e di Dello, progettate da Antonio Corbellino, e infine della chiesa di Castrezzato, edificata a partire dal 1750, quando l'artista era già scomparso.Il F. morì a Brescia il 22febbr. 1733.
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