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GIUNTI, Bernardo

di Massimo Ceresa - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 57 (2001)
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GIUNTI (Giunta), Bernardo

Massimo Ceresa

Figlio di Bernardo di Filippo il Vecchio e di Dorotea Modesti, era nipote del fondatore del ramo fiorentino della famiglia di tipografi. Nacque, presumibilmente a Firenze, intorno al 1540.

Il 12 apr. 1570 fu ascritto alla matricola dei librai fiorentini, ma si trasferì immediatamente dopo a Venezia, dove nello stesso anno iniziò a pubblicare come editore con tre titoli. Nel 1571 ne seguì un quarto con la sottoscrizione "Apud Bernardum Iuntam et socios". Fino al 1580 la sua attività fu solo di libraio. In quest'anno partecipò con una quota alla società promossa da Lucantonio il Giovane, con la ragione sociale "Eredi di Tommaso Giunti", per stampare opere giuridiche di grande mole. In seguito cedette questa partecipazione al fratello Giulio, stabilitosi a Madrid. Sempre nel 1580 ricevette dai fratelli attivi a Firenze la somma di 1500 ducati per impiegarli a Venezia in una stamperia e libreria. Nel 1582 stampò alcune opere di Torquato Tasso (Discorso della virtù femminile; Discorso della virtù heroica; Il Gonzaga secondo), quando il poeta era ancora rinchiuso nell'ospedale di S. Anna a Ferrara. Fino al 1584 il G. stampò sia con la sottoscrizione "Appresso Bernardo Giunti e fratelli", sia con il suo solo nome.

Da alcune lettere di Filippo Giunti si ricava che i fratelli di Firenze non erano soddisfatti dell'amministrazione del G. e che temevano per i loro capitali. La società, in effetti, non venne rinnovata. Dal 1579 al 1585 il G. usò come marca editoriale gli stemmi Medici e Cappello, in onore dei granduchi di Toscana Francesco I de' Medici e Bianca Cappello; dal 1582 al 1605 usò anche un'altra marca, con, in piccolo, lo stemma dei Medici e il giglio dei Giunti. Nel 1584 stampò il volgarizzamento delle Metamorfosi di Ovidio di Giovanni Andrea dell'Anguillara, del quale il volume contiene un ritratto; il frontespizio inciso dell'opera e le illustrazioni all'inizio di ogni capitolo sono opera di Giacomo Franco. Dal 1585 al 1598 il G. stampò in proprio. Negli anni 1599-1607, per ragioni ignote e con l'eccezione di una stampa isolata nel 1602, le edizioni con il suo nome cessarono, ma egli rimase attivo come libraio. Le stampe ripresero con tre edizioni nel 1607, sebbene prevalente su quella di editore rimanesse l'attività di libraio, come dimostra la sua partecipazione costante, anche con cariche di importanza, alle assemblee dell'università dei librai. Dal 1607 al 1615 fu socio di Giovanni Battista Ciotti; i due usarono una sontuosa marca tipografica rappresentante la Toscana con sul capo la corona ducale e il giglio dei Giunti nella mano sinistra. Nel 1615 stampò di nuovo da solo. Tre edizioni con il nome Bernardo Giunti si registrano nel 1625 e una nel 1627, ma non è sicuro che si tratti ancora del G. o di un Bernardo di Filippo, detto Bernardino, che pure in quegli anni operava a Venezia.

Non sono noti documenti che trasmettano la data di morte del Giunti.

La Murphy-Ahmason Collection della California University di Los Angeles possiede una lista manoscritta di libri stesa dal G. dal titolo "Questi libro sie de me Bernardino Giunti libraro in Venezia" e datata "adì primo marzo 1600"; la lista presenta, nel migliore dei casi, lo stampatore, il prezzo del volume e il numero di copie di ciascun volume, ma spesso tali informazioni mancano.

Fonti e Bibl.: P. Camerini, Annali dei Giunti, II, Venezia-Firenze 1963, pp. 445-527.

Vedi anche
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