BERNARDO MARIA da Napoli (al secolo Antonio Cioffi o Cioffo)
Nato a Napoli nel 1628, a ventiquattro anni entrò nel convento dei cappuccini di Caserta, avendo già prima ricevuto la tonsura clericale. Professati i voti il 14 genn. 1653 e completato il consueto corso di studi teologici, iniziò l'esercizio della predicazione distinguendosi ben presto per l'erudizione e l'eloquenza di cui dava prova.
Nel 1670 fu inviato con altri confratelli alla missione di Georgia, affidata ai cappuccini dalla Congregazione di Propaganda Fide sin dal 1661. Giunto a Tiflis sul finire del 1670, B. dovette affrontare, con gli altri missionari, gravi difficoltà per l'ostilità della popolazione locale e delle autorità della Chiesa ortodossa; soltanto dopo un certo tempo i cappuccini furono autorizzati ad esercitare il loro apostolato e ottennero due case, l'una quale luogo di culto, l'altra per abitazione. A superare le ostilità e a procurare loro il favore popolare molto contribuì l'esercizio dell'attività medica: sembra che B. abbia curato assiduamente e condotto a guarigione l'arcivescovo ortodosso di Trebisonda.
Sull'opera svolta dalla missione georgiana sino al settembre 1671 il cappuccino aveva steso una relazione per la Congregazione di Propaganda Fide, affidata al superiore padre Francesco da Piedemonte, che si poneva allora sulla via del ritorno in Italia. Circa un anno più tardi, essendo giunta notizia della morte del missionario durante il viaggio, B., per incarico del nuovo prefetto della missione, padre Serafino da Melicocca, riscrisse ed aggiornò la sua relazione. In essa, pubblicata da M. F. Brosset, Courte relation du commencement, du progrès et de l'état de la Mission géorgienne…, in Yournal asiatique, II(1832), pp. 193-218, oltre a dare notizie sul paese e sulla popolazione locale, in particolare per quanto concerneva le tradizioni religiose e i costumi, il cappuccino riferiva i successi conseguiti dopo le iniziali difficoltà: una chiesa fu aperta pubblicamente a Tiflis ove fu anche fondata una scuola, nella quale si impartiva l'insegnamento del latino e dell'italiano, oltre che della lingua georgiana; anche nel centro di Gori, e in altre località minori non distanti da Tiflis, si estese l'attività pastorale e assistenziale dei cappuccini.
L'apostolato di B. poté conseguire risultati particolarmente efficaci poiché egli apprese perfettamente la lingua georgiana nella quale tradusse i testi delle preghiere e devozioni cattoliche, la Bibbia e la Dottrina christiana breve, cioè il catechismo, dei cardinale Bellarmino, stampato più tardi a cura della Congregazione di Propaganda Fide (Roma 1681). Nelle lettere inviate alla Congregazione missionaria (Arch. di Propaganda Fide, Scritture riferite, Georgia, I, nn. 38-43) B. si rivela acuto osservatore ed interprete della realtà locale spesso turbata per le guerre in corso fra Turchi e Persiani, le cui conseguenze minacciarono talvolta l'esistenza stessa della missione cattolica. Durante la permanenza in Georgia, che durò sino al 1677, B. ebbe modo di conoscere profondamente lo spirito, le tradizioni ed i problemi religiosi della popolazione e trasse dalla diretta esperienza validi elementi per una ricca produzione letteraria in lingua georgiana, rimasta inedita.
Tornato a Napoli, B. insegnò filosofia e teologia ai novizi di quella provincia cappuccina, e nel capitolo del 1686, presieduto dal ministro generale padre Carlo Maria da Macerata, fu eletto padre provinciale per il triennio 1686-1689.
Morì a Napoli nel convento dell'Immacolata Concezione il 2 febbr. 1707.
Gli scritti di maggiore interesse di B. sono quelli concernenti la Georgia ed in lingua georgiana, dei quali si era perduta la traccia sino al 1935 e tuttora inediti. In tale anno ne venne accertata l'esistenza presso l'Archivio dell'amministrazione dell'orfanotrofio della SS. Trinità di Torre del Greco, ex convento dei cappuccini, donde sono stati trasferiti alla Bibl. Nazionale di Napoli, e un volume all'Istituto Orientale della stessa città (di essi ha dato notizia C. Béridzé, B. M. da Napoli. Notice biobibliographique, suivie d'une Bibliographie italienne de la Géorgie, Pompei 1937).
L'opera principale (Biblioteca Nazionale di Napoli, mss. Georgiani, n. 8) è un lungo dialogo dal titolo Gasamarthléba rdjoulisa phranguébisa ("Giustificazione della religione dei Franchi"), che venne da B. composto a Tiflis fra il 1675 ed il 1676. I due immaginari protagonisti, Teofilo, vescovo ortodosso di Tiflis, e Dimitri, missionario cattolico, nel quale B. adombra se stesso, discutono sul confronto fra la tesi ortodossa e quella cattolica intorno al dogma trinitario. Nei manoscritti si conservano anche due opere di carattere letterario non ancora adeguatamente studiate, nelle quali si mostra una perfetta padronanza linguistica e notevoli pregi di stile; l'una è una novella che si intitola dal re Baaman, del quale narra le vicende, e l'altra un poemetto, dal titolo Il Rescianiano, ossia le avventure di Resciano e di Manisgiana. Si ha anche notizia di una traduzione in georgiano della Filotea di s. Francesco di Sales.
Una fonte biografica (Emmanuele da Napoli) attribuisce a B. alcuni Commentari alle opere di Plotino e del cardinale Bessarione. Nella Bibl. Campana di Capua è un volume manoscritto di circa 300 ff. contenente copie di lettere scritte dal cappuccino alle autorità centrali dell'Ordine e ad altri confratelli, e risalenti in gran parte al periodo del suo provincialato: sono importanti per la storia della Provincia cappuccina napoletana. A stampa si conosce l'opera che include Prediche morali e panegiriche, Napoli 1706.
Fonti e Bibl.: Principale fonte per la biografia di B., oltre alle notizie che egli stesso riferisce nei suoi scritti, è l'opera ms. di Emmanuele da Napoli, Mem. stor. cronologiche attenenti a' FF. Minori Cappuccini della Provincia di Napoli…, conservato nell'Arch. della provincia napoletana dell'Ordine. L'unico studio monografico è quello cit. del Béridzé, peraltro limitato, contrariamente a quanto indica il titolo, all'esame del ms. della Biblioteca Nazionale di Napoli.
Brevi e incompleti cenni biografici sono in N. Toppi, Bibl. napoletana, et apparato a gli huomini illustri in lettere di Napoli, e del Regno…, Napoli 1678, p. 47; Bernardo da Bologna, Bibl. script. Ordinis Minorum S. Francisci Capucc., Venetiis 1747, p. 50; Bonaventura da Sorrento, I Cappuccini della provincia monastica di Napoli e Terra di Lavoro…, Sorrento 1879, pp. 25-26; P. Apollinare a Valentia, Bibl. Fratrum Minorum Capuccin. Prov. Neapolitanae, Romae-Neapoli 1886, pp. 59-61.
All'attività missionaria dei cappuccino è fatto cenno più esteso, nell'ambito della vicenda della missione dei cappuccini in Georgia, in Rocco da Cesinale, Storia delle Missioni dei Capp., III, Roma 1873, pp. 348, 351-352, 669; M.Tamarati, L'Eglise Géorgienne, Rome 1910, pp. 567-573, che fa riferimento alla documentazione archivistica di Propaganda Fide; Clemente da Terzorio, Le Missioni dei Minori Cappucc., Roma 1925, VII, pp. 48, 57, 59-60. Indicazioni biobibl. essenziali in Lexicon Capuccinum, Romae 1951, p. 211.