PORTINARI, Bernardo
PORTINARI, Bernardo. – Figlio di Giovanni di Adovardo (Adoardo), nacque nel 1407 a Firenze. In giovane età, fece le prime esperienze nell’attività bancaria, con Niccolò Strozzi e poi (come altri esponenti del suo casato) con i Medici, a Venezia, ma nel 1436 venne inviato a Bruges con l’incarico di valutare la situazione economica e commerciale di quella regione per aprirvi eventualmente una nuova succursale del banco.
Fino a quel momento, infatti, i Medici avevano condotto affari nelle Fiandre e in Inghilterra senza una filiale propria, ma attraverso corrispondenti e rappresentanti (i Bardi e i Borromeo soprattutto) che vendevano le spezie e le seterie spedite loro dalla casa madre di Firenze e da Venezia e sbrigavano transazioni anche per conto della filiale di Roma e della corte pontificia.
Ospitato in casa di Ubertino Bardi, corrispondente del banco Medici, negli anni immediatamente successivi Portinari gestì in piena autonomia, e con grande efficacia, la riorganizzazione e la velocizzazione del commercio delle sete e dei broccati, favorendo uno smercio a prezzi ridotti di questi pregiati tessuti, ma sempre in contatto con la casa madre che autorizzava le transazioni a lungo termine. Ebbe anche una procura speciale, che gli conferiva la facoltà di ricorrere al tribunale locale per le controversie relative alla riscossione di determinati crediti, e di far incarcerare i debitori. Il buon esito di questo esperimento (documentato a Firenze da un resoconto dello stesso Portinari) indusse i Medici a costituire formalmente (24 marzo 1439) una nuova filiale, che sotto la guida di Portinari e (dal 1465) di suo cugino Tommaso ebbe una notevolissima importanza nei decenni successivi.
Nel sistema messo in atto da Cosimo il Vecchio rientrato in Firenze dall’esilio, le filiali del banco di famiglia (e in particolare quelle di Milano e di Bruges) vennero a costituire uno strumento informale di centralizzazione economica al pari che politico-diplomatica e militare. La filiale di Bruges si strutturò in un’accomandita, con i Medici nella veste di finanziatori (per 6000 fiorini) e Portinari di socio accomandatario (che percepiva un sesto degli utili, trafficava con le lucrose lettere papali di nomina oltre che negoziare lettere di cambio e di beni).
L’andamento economico nel breve periodo non fu, però, felice. Se tra il 1439 e il 1440 i bilanci della filiale chiusero in positivo, negli anni successivi la situazione si andò progressivamente deteriorando: tra il 1441 e il 1443 si registrarono profitti modesti, mentre tra il 1444 e il 1449 non c’è traccia di utili. Non è chiaro il motivo di questo progressivo degenerare della situazione: probabilmente le perdite furono causate da debitori insolventi, e in particolare dal fallimento dei corrispondenti di Barcellona (1447), che in quel periodo costituiva un importante sbocco per i panni fiamminghi. Per cercare di recuperare almeno una parte delle merci tenute in consegna dai rappresentanti falliti, la filiale di Bruges inviò a Barcellona uno dei suoi fattori, ma probabilmente il tentativo risultò inutile.
La gestione della filiale da parte di Bernardo Portinari durò fino al 1448, quando i Medici rescissero il contratto con lui.
Morì nel 1455.
Fonti e Bibl.: R. De Roover, Money, banking and credit in Medieval Bruges: Italian merchant bankers, Lombards and money-changers. A study in the origins of banking, Cambridge 1948; M. Martens, Les maisons de Medici et de Bourgogne au XVe siècle, in Le Moyen Âge, LVI (1950), pp. 115-129; R. De Roover, The rise and the decline of the Medici bank: 1397-1494, Cambridge (Mass.) 1963 (trad. it. Il Banco Medici dalle origini al declino (1397-1494), Firenze 1970, pp. 87 s., 137, 354 s., 459-470); M.E. Soldani, Uomini d’affari e mercanti toscani nella Barcellona del Quattrocento, Barcellona 2010.