SCHIAFFINO, Bernardo
– Nacque l’8 luglio 1680 dai camogliesi Geronima Olivari e Baldassare Schiaffino e fu battezzato presso la chiesa parrocchiale di S. Salvatore a Genova (Figari, 1988, p. 21), come documenta l’atto di nascita, che smentisce l’anno 1678 proposto da Ratti (1762, 1997, p. 179; 1769, p. 259).
Fu educato alla scultura in marmo da Domenico Parodi, figlio di Giovanni Antonio, mentre dal pittore Domenico Piola, genero di quest’ultimo, veniva «con disegni aiutato» (Ratti, 1769, p. 261). Il rapporto stringente con casa Piola fu consolidato dal legame con il figlio di Domenico, Paolo Gerolamo: sono noti alcuni fogli riconducibili a quest’ultimo e relativi a sculture di Bernardo, a testimonianza di una mediazione del pittore, in contatto con Carlo Maratti e Camillo Rusconi, delle novità espresse dalla cultura figurativa romana d’inizio Settecento (Franchini Guelfi, 1988b, p. 282). In particolare i disegni D. 4406 e D. 4355 del Gabinetto disegni e stampe di Palazzo Rosso a Genova sono riconducibili rispettivamente al perduto gruppo di Narciso al fonte, scolpito per palazzo Balbi Senarega (Ratti, 1769, p. 260; Franchini Guelfi, 1988a, p. 49; Toncini Cabella, 2002, p. 114), e alla fontana sormontata da una Venere già a Santa Cruz di Tenerife (Franchini Guelfi, 1988a, p. 48; Ead., 2002; Boccardo, 2015, p. 306). Anche il Giove in forma di cigno con Elena e Polluce (Genova, Musei di strada Nuova), in origine collocato nella stanza detta ‘della grotta’ nel mezzanino tra il primo e il secondo piano nobile di Palazzo Rosso, risulta coerente con la progettazione complessiva dell’ambiente, allestito dal pittore Domenico Parodi, figlio di Filippo, per Anton Giulio II Brignole Sale: il gruppo, pendant del Romolo e Remo scolpito da Francesco Biggi, è documentato al 1707 (Boccardo, 2004). L’anno successivo Schiaffino fu pagato da Domenico Maria Ignazio Sauli per il tabernacolo marmoreo da collocare su uno degli altari laterali della basilica gentilizia di S. Maria Assunta di Carignano, per il quale, contemporaneamente, Paolo Gerolamo Piola dipinse la pala (Toncini Cabella, 2002, pp. 59, 114; Leonardi, 2013, p. 105 nota 121). Inoltre, sempre nel 1708, lo scultore mise in opera l’altare maggiore, ora rimaneggiato, per la chiesa di S. Bernardo a Chiavari, tenuta dalle clarisse (Santamaria, 2005). L’apertura della bottega in strada Giulia accanto alla chiesa di Nostra Signora del Rimedio, visibile in una stampa di Antonio Giolfi (Sanguineti, 2009) e citata da Ratti in un momento narrativo appena successivo alla formazione (1769, p. 260), risale in realtà al 1711 (Belloni, 1988, p. 225). Entro il 1716, data della conclusione dei lavori nella cappella Squarciafico nella chiesa di S. Maria delle Vigne, Schiaffino scolpì la coppia di angeli sul fastigio (Franchini Guelfi, 1988b, p. 283). Risale verosimilmente a quegli anni la fornitura di quattro statue, di cui due firmate, per il giardino del palazzo di Palhavã a Lisbona, su probabile commissione di Rodrigo Lobo da Silveira Silva e Teles, terzo conte di Sarzedas (Franchini Guelfi, 2006; Vale, 2010).
Nel 1716 Schiaffino stipulò il contratto per l’esecuzione dell’altare maggiore della chiesa genovese di Nostra Signora delle Grazie al Molo: i fratelli Antonio e Gaetano Solaro si occuparono della struttura architettonica e Bernardo dei dettagli figurativi (Belloni, 1988, pp. 226 s.). Nello stesso anno diede avvio ai lavori di decorazione della cappella di S. Erasmo nella basilica dei Ss. Gervasio e Protasio di Rapallo, conclusi dal fratello Francesco Maria solo nel 1737 (Ratti, 1769, p. 260; Franchini Guelfi, 1988b, p. 283). La data 1718 si legge sulla lapide che Giovanni Domenico Della Torre fece incidere a conclusione dell’edificazione e decorazione della propria cappella gentilizia nella chiesa di Nostra Signora della Consolazione a Genova.
Il sodalizio con Paolo Gerolamo Piola, progettista dell’intero ambiente e autore degli affreschi, portò alla creazione, protratta nel corso del secondo decennio (Sanguineti, 2004b, pp. 184 s.), di un grandioso theatrum sacrum dominato dal gruppo marmoreo con la Madonna della Cintura tra i ss. Agostino e Monica che presenta le caratteristiche formali della pittura di Piola e riflette il linguaggio solido e magniloquente di Camillo Rusconi (Franchini Guelfi, 1994). In quel cantiere Schiaffino venne coadiuvato da Pellegro Olivari, al quale si devono le due Virtù a coronamento del fastigio della cappella (Ratti, 1762, 1997, p. 180; Franchini Guelfi, 1988b, p. 282).
Nel 1724 fu portata a compimento l’intera facciata della basilica di Carignano su progetto di Giovanni Baratta: Ratti ricordò il completamento da parte di Bernardo del gruppo marmoreo, posto al di sopra del portale, raffigurante l’Assunta, nella prosecuzione di un lavoro avviato, tra il 1696 e il 1699, da Claude David, ma rifiutato dalla committenza Sauli (Ratti, 1769, p. 261; Franchini Guelfi, 1988b, p. 283). I documenti, invece, sembrerebbero ricondurre l’intera operazione a Baratta (Leonardi, 2013, p. 89).
Bernardo, come il suo maestro, si occupò occasionalmente di sculture lignee: Ratti, a questo proposito, ricordò che «lavorò parimente in legno questo Schiaffino; e quando altra memoria in tal materia di sé lasciato non ci avesse che l’immagine del Crocifisso esposta all’altar maggiore della prefata chiesa di S. Maria di Consolazione, pur ciò basterebbe per farci comprendere anche in questa parte che egli era un egregio scultore» (Ratti, 1769, p. 261). Il chiaro giudizio espresso da Ratti fuga ogni dubbio sulla paternità del Cristo, ancora conservato in loco, a favore di Schiaffino, anche per la qualità altissima dell’opera, che traduce nel legno i risultati raggiunti dallo scultore nel marmo (Sanguineti, 2013, pp. 210 s.). Anche la Madonna Immacolata della chiesa parrocchiale di Camogli, assegnata allo scultore da Ratti (1769, p. 260), sembrerebbe recare la sigla di Bernardo sia nel progetto sia nell’esecuzione. Non si dispone di elementi specifici per avanzare l’attribuzione a Bernardo, unitamente al fratello Francesco Maria, del Crocifisso collocato nella cappella del conte de las Cinco Torres nella chiesa di S. Filippo Neri a Cadice (Sánchez Peña, 2006, pp. 109-116), molto diverso, in effetti, da quello custodito alla Consolazione.
Lo scultore morì, dopo aver dettato le ultime volontà, il 22 maggio 1725, come attesta la registrazione conservata nell’archivio della chiesa dei Ss. Cosma e Damiano, e venne sepolto nella chiesa di S. Maria dei Servi (Belloni, 1988, pp. 229 s.). La bottega, da quel momento, fu condotta dal fratello Francesco Maria.
Fonti e Bibl.: C.G. Ratti, Storia de’ pittori, scultori et architetti liguri e de’ foresti che in Genova operarono... (1762), cc. 146v-148r, a cura di M. Migliorini, Genova 1997, pp. 179-182; Id., Delle vite de’ pittori, scultori ed architetti genovesi, Genova 1769, pp. 121, 259-262; Id., Instruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova in pittura, scultura ed architettura, Genova 1780, p. 337; F. Gandini, Viaggio in Italia, II, Cremona 1833, p. 318; D. Bertolotti, Viaggio nella Liguria marittima, II, Torino 1834, p. 216; F. Alizeri, Guida artistica per la città di Genova, I, Genova 1846, p. LXXVI, II, 1, Genova 1847, p. 403, II.2, pp. 874-876; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell’Accademia, I, Genova 1864, pp. 22 s.; F. Alizeri, Guida illustrativa del cittadino e del forestiero per la città di Genova e sue adiacenze, Genova 1875, p. 463; Descrizione della città di Genova da un anonimo del 1818, a cura di E. Poleggi - F. Poleggi, Genova 1969, p. 61; V. Belloni, La grande scultura in marmo a Genova, Genova 1988, pp. 225-230; A. Figari, Documenti ufficiali sulla famiglia dei due scultori genovesi B. e Francesco Maria S., in La Madonna del Boschetto: bollettino del santuario, 1988, n. 2, pp. 20 s.; F. Franchini Guelfi, Dal disegno alla scultura: progetti di Paolo Gerolamo Piola e Domenico Parodi per B. S. e Francesco Biggi, in Quaderni Franzoniani, 1988a, vol. 1, 2, pp. 47-56; Ead., Il Settecento. Theatrum sacrum e magnifico apparato, in La scultura a Genova e in Liguria, II, Dal Seicento al primo Novecento, Genova 1988b, pp. 244-246, 282 s.; Ead., Nostra Signora della Cintura: una devozione agostiniana a Genova, in Gli Agostiniani a Genova e in Liguria tra Medioevo ed Età Moderna. Atti del Convegno... 1993, a cura di C. Paolocci, Genova 1994, pp. 203-209; D. Sanguineti, Scultura lignea genovese: i fratelli Galleano, Giovanni Maragliano e gli altri, in Antologia di belle arti, n.s., 1998, nn. 55-58, pp. 52-67 (in partic. pp. 61 s.); F. Franchini Guelfi, La scultura del Seicento e del Settecento. Marmi e legni policromi per la decorazione dei palazzi e per le immagini della devozione, in Genova e la Spagna. Opere, artisti, committenti, collezionisti, a cura di P. Boccardo - J. Luis Colomer - C. Di Fabio, Cinisello Balsamo 2002, p. 254; A. Toncini Cabella, Paolo Gerolamo Piola e la sua grande casa genovese, Genova 2002, pp. 59 s., 63, 94, 114; P. Boccardo, Echi romani a Genova: Gregorio de Ferrari e Domenico Parodi nelle ‘mezz’arie’ del Palazzo Rosso (1705-1707), in Studi sul Barocco romano. Scritti in onore di Maurizio Fagiolo dell’Arco, Milano 2004, p. 383; D. Sanguineti, Domenico Piola e i pittori della sua casa, I, Soncino 2004a, p. 121; Id., “Fare tutto quello che sarà necessario per le figure, architetture et ornato”: precisazioni cronologiche per due cicli di affreschi di Paolo Gerolamo Piola, in Prospettiva, 2004b, nn. 113-114, pp. 183-186; R. Santamaria, I costi del marmo: cappelle, altari, statue, fontane e apparati decorativi per i palazzi e le chiese della città, in Genua abundat pecuniis. Finanza, commerci e lusso a Genova tra XVII e XVIII secolo (catal.), Genova 2005, p. 211; F. Franchini Guelfi, Artisti genovesi per il Portogallo. Committenze di prestigio per una nazione nuovamente protagonista sullo scenario europeo, in Genova e l’Europa atlantica. Inghilterra, Fiandre, Portogallo. Opere, artisti, committenti, collezionisti, a cura di P. Boccardo - C. Di Fabio, Cinisello Balsamo 2006, pp. 220 s.; J.M. Sánchez Peña, Escultura Genovesa. Artífices del Setecientos en Cádiz, Cádiz 2006, pp. 107-116; D. Sanguineti, Scheda n. 354, in G. Rotondi Terminiello, Il patrimonio artistico di Banca Carige, Cinisello Balsamo 2009, p. 200; P. Boccardo, Scheda n. 25, in Musei di Strada Nuova a Genova, a cura di R. Besta, Milano 2010, p. 66; T.L.M. Vale, Scultura barocca italiana in Portogallo. Opere, artisti, committenti, Roma 2010, pp. 77-86; A. Leonardi, Genoese way of Life. Vivere da collezionisti tra Seicento e Settecento, Roma 2013, pp. 89, 99, 105, 170; D. Sanguineti, Scultura genovese in legno policromo dal secondo Cinquecento al Settecento, Torino 2013, pp. 210 s., 451 s.; P. Boccardo, Disegni per le arti a Genova tra XVI e XVIII secolo, in Dibujo y ornamento. Trazas y dibujos de artes decorativas entre Portugal, España, Italia, Malta y Grecia. Estudios en honor de Fuensanta García de la Torre, a cura di S. De Cavi, Córdoba-Roma 2015, pp. 297-307.