BERNARDO
Di questo Vescovo di Pavia non si conoscono né la data né il luogo di nascita. L'Ughelli (I, col. 1090) sulle orme del Bossi lo dice appartenente alla nobile famiglia dei Lonati, non si sa con quale fondatezza. è probabile che B., prima di essere elevato alla dignità vescovile, abbia occupato la prepositura della Congregazione dei canonici regolari di Mortara, come vuole una tradizione che risale allo Spelta (p. 25).
In effetti già per l'anno 1105 si ha notizia in Robolini (III, p.231) di un Bernardo preposito di Mortara, il quale mantiene la medesima carica ancora nel 1115, anno in cui Pasquale II gli invia una bolla in data 3 aprile (Jaffè-Loewenfeld, 6454). Per altro il Savio (II, 2, p. 426) in relazione a ciò ricorda che diversi prepositi della Congregazione furono investiti della dignità episcopale.
Secondo Landolfo di S. Paolo, B. avrebbe acconsentito nel 1112 alla pace fra Milano e Pavia, ma già il Robolini (III, p. 90) riconosce che per quell'anno può essersi trattato soltanto del vescovo Guido II, predecessore di Bernardo. Incontriamo invece B. per la prima volta nella sua qualità di vescovo in un documento dei 10 dic. 1118, anno in cui si può ritenere con tutta attendibilità che egli sia stato eletto, contrariamente a quanto sostengono sia l'Ughelli (I, col. 1090), il Marroni (p. 42), il Cappelletti (XII, p. 431) e il Gams (p. 800), che lo indicano vescovo già nel 1110, sia il Capsoni (p. XI), il Robolini (III, p. 93), il Pezza (p. 204) e il Magani (p. 48), i quali - in base a dei computi fatti sulle indicazioni dei cosidetto Registro Beretta, un registro capitolare dei sec. XVI ricordatoci dal Prelini (I, pp. 97-98), nel quale il Beretta trascrisse il più antico catalogo dei vescovi di Pavia - vollero protrarre l'episcopato di Guido II al 1119, facendo cadere in questo stesso anno l'inizio del vescovato di Bernardo. Del 1119, 14 ottobre, si ricorda un'investitura fatta da B. a favore di Ugone e Bellingerio figli di Bellingerio. Del 15 apr. 1123 è una bolla con la quale Callisto II conferma a B. le prerogative della Chiesa pavese e elargisce a lui e ai suoi successori il privilegio di occupare nei sinodi il primo posto alla sinistra del papa (Jaffé-Loewenfeld, 7064); questa bolla è stata erroneamente datata al 1124 dallo Spelta (p. 287), dal Robolini (III, p. 96) e dal Cappelletti (XII, p. 432). Incontriamo di nuovo B. nel 1124,allorché egli, avendo ottenuto un prestito dai consoli della città di Pavia, stipula alcune convenzioni con Alberto Castelli sindaco della città e, nello stesso anno, in occasione della investitura in perpetuo di un manso da lui concesso a beneficio degli "homines et Comune Casorati"; sempre dei 1124, 22 giugno, è un documento con il quale i canonici di S. Eufemia di Piacenza, volendo fare una certa permuta con la chiesa di S. Andrea in Cavagnoli di Piacenza, soggetta al vescovo di Pavia, ne ottengono l'assenso da Bernardo. Per gli anni seguenti sappiamo ancora che B. nel 1125infeuda ad un certo Ariberto alcuni beni appartenenti alla Chiesa pavese in località monte Pigoto o Pigozo nella contrada di Stradella; che nel 1127concede a Sibaldo abate di S. Cristina d'Alba la cappella o chiesa suburbana di S. Paolo alla Vernarola, con la condizione che i canonici e i monaci di detta chiesa debbano ottenere l'approvazione del vescovo di Pavia; che il 18 maggio 1129 B. concede un diploma di protezione ai canonici di S. Giovanni Domnarum. Del 2 dic. 1129 è un originale conosciuto dallo Hoff (p. 20,n. 85), nel quale B. appare in qualità di creditore nei confronti dell'episcopato di S. Siro per una somma di 50 lire di denaro pavese.
Nel 1129 viene radunato a Pavia dal cardinale di Crema, legato di Onorio II, un concilio, al quale dové partecipare anche B., ai fini di comminare la scomunica all'arcivescovo di Milano Anselmo, che l'anno prima aveva incoronato Corrado di Svevia re d'Italia, in opposizione alla simpatia del pontefice per Lotario di Sassonia.
La particolare vicinanza della Chiesa pavese a Roma appare sottolineata dalla bolla del 7 ag. 1130, con la quale Innocenzo II, la cui elezione era stata sostenuta dal vescovo di Pavia contro l'atteggiamento milanese favorevole all'antipapa Anadeto II (Pietro dei Pierleoni), ne conferma le antiche prerogative nella persona dello stesso Bernardo (Jaffé-Loeweriffield, n. 7420). S. Bernardo, ancora, nell'epistola 126"ad Episcopos Aquitaniae" ricorda B. tra i vescovi che riconobbero legittima l'elezione di Innocenzo II e dei quali egli elogia la virtù.
B. è nominato, infine, in una memoria riguardante l'ospedale di S. Sepolcro a Lodi, memoria che il Vignati (I, p. 202) data ad un periodo immediatamente successivo alla morte del vescovo di Lodi Arderico (1105-1127). Comunque l'ultima indicazione che lo concerne è quella offertaci dalla bolla del 1130, anno in cui è probabile che egli sia morto.
Fonti e Bibl.: Ioh. Bosisii Concilia Papiensia…, Papiae 1852, pp. 94-95; Landulphi Iunioris sive de Sancto Paulo Historia Mediolanensis ab a. MXCV usque ad a. MCXXXVII, a c. di L. Bethmann-Ph. Jaffé, in Monumenta Germ. Hist., Scriptores, XX, Hannoverae 1868, p.34; Migne, Patr. Lat., CLXXXII, col. 277; C. Vignati, Cod. dipl. Laud., I, Milano 1879, pp. 202-204; Ph. Jaffé-S. Loewenfeld, Regesta Pontif. Rom., I, Lipsiae 1885, nn. 6454, 7064, 7420; P. F. Kehr, Italia pontificia, VI, 1, Berolini 1913, pp. 180-181; A. M. Spelta, Historia delle vite di tutti i vescovi… di Pavia, Pavia 1597, pp. 25, 285-290; G. Pennotti, Generalis totius Sacri Ordinis clericorum canonicorum historia tripartita, Romae 1624, pp. 328, 449, 787; G. Bossi. Dyptica episcoporum S. Ticinensis Ecclesie, Ticini 1640, passim; P. M. Campi, Dell'historia eccles. di Piacenza, Piacenza 1651, pp. 393, 528; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, col. 1090; F. A. Marroni, De ecclesia et episcopis Papiensibus commentarius…, Romae 1757, p. 42; S. S. Capsoni, Origine e Privilegi della Chiesa Pavese…, Pavia 1769, App., p. XI; G. Robolini, Notizie appartenenti alla storia della sua patria, Pavia 1828, III, pp. 90, 93, 96-99, 100 s., 231, 236-240, 244 s.; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, XII, Venezia 1857, pp. 431-432; C. Prelini, S. Siro primo vescovo e patrono della città e diocesi di Pavia, Pavia 1880, I, pp. 97, 98, 102; F. Magani, Cronotassi dei vescovi di Pavia, Pavia 1894, pp. 47-49; F. Pezza, Notizie sulla canonica di S. Croce in Mortara 1080-1449, in Boll. stor. pavese, II (1894-96), p. 204; G. Schwartz, Die Beserzung der Bistümer Reichsitaliens unter den Saechsichen und Salischen Kaisern mit den Listen der Bischöfe 951-1122, Berlin und Leipzig 1913, p. 145; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia dalle origini al 1300, II, 2, Bergamo 1932, pp. 423-427; E. Hoff, Pavia und seine Bischöfe im Mittelalter, I, Epoche: Età imperiale. Von den Anfängen des Bistums bis 1100 (vol. unico), Pavia 1943, pp. 6, 20 n. 83, 21 n. 85, 111, 232 n. 1, 312 n. 1, 381 s.; P. B. Gams, Series episcoporum…, Graz 1957, p. 800.