BERNARDO
Alla fine del sec. XII ressero la sede di Ragusa due arcivescovi, entrambi dal nome di Bernardo, che furono quasi sempre identificati, mentre l'episcopato dell'uno si distanzia di qualche anno da quello dell'altro.
La distinzione fu colta per la prima volta dal Farlati, che inserì tra il vescovato dell'uno e dell'altro quello di un certo Salvio, che avrebbe retto la cattedra di Ragusa dal 1190 al 1191 e quello di un Gauxonus, che l'avrebbe retta tra il 1197 e il 1198 circa. Il Codex diplomaticus regni Croatiae, Dalmatiae et Slavoniae, mentre conferma la distinzione tra i due Bernardi e l'esattezza di un vescovato di Gauxonus tra il 1197 e il 1198, esclude invece il vescovato di Salvio tra il 1190 e il 1191, in quanto un documento del 4 maggio 1195 mostra che in questa data reggeva ancora la sede di Ragusa il primo dei due Bernardi.
Sembra pertanto potersi così ricostruire la Successione dei vescovi di Ragusa: Bernardo I (1188-1195 o 1196), Gaux0nus (1197), Bernardo II (1198-1200).
Nulla si sa della patria d'origine, né della formazione religiosa di B., il primo dei due vescovi di questo nome. Clemente III in una lettera al popolo di Ragusa del 25 nov. 1189 dichiara di avergli concesso il pallio, dopo averlo ricevuto "benigne", "suae probitatis honestatis et literature intuitu". Già precedentemente il 13 maggio 1189, in un documento in cui per la prima volta ricorre il nome di B., il vescovo di Dulcigno dichiara di riconoscere la propria sede come suffraganea della Chiesa di Ragusa, e di riconoscere in B., presule di quest'ultima, il proprio metropolita. Il vescovo B., insieme con le autorità cittadine, il 3 febbr. 1190 dettò le disposizioni agli abitanti di Ragusa circa le regole da osservare per la festa di s. Blasio. Nel 1194 consacrò due chiese in Bosnia e la chiesa dei SS. Cosma e Darniano in Zaculmia. L'ultimo documento in cui ricorre il nome di B. è del 4 maggio 1195: vi si espone la controversia sorta tra i canonici della chiesa madre di Ragusa e i "clerici cappellarum ecclesiarum" per chi dovesse, insieme con l'arcivescovo B., consacrare l'eletto della Chiesa di Bosnia. Tra l'estate di quest'anno 1195 ed il giugno dei 1197 B. dovette morire, giacché il suo successore, Gauxonus, viene ricordato per la prima volta in un documento del Codex diplomaticus citato del 29 giugno 1197.
Del secondo Bernardo si ha una prima menzione in un documento in data 28 dic. 1199 nel quale Innocenzo III scrive all'arcivescovo e al clero di Ragusa chiedendo il versamento della quarantesima parte di tutti i proventi della chiesa per sovvenire alle "graves orientales miserie". In questo stesso anno, tuttavia, Bernardo dovette abbandonare Ragusa, come risulta da una lettera del 1203 diretta da Innocenzo III alla Chiesa di quella città, lettera nella quale si concede facoltà di eleggere un nuovo vescovo, dato che "archiepiscopus vester temeritate propria recesserit ab ecclesia Ragusina nec iam ultra quadriennium expectatus redierit". Quali motivi avessero indotto Bernardo a prendere una decisione così grave, come quella di allontanarsi dalla propria sede, abbandonandola, non sappiamo; possiamo tuttavia supporre che ad essa non dovettero essere estranei e il dolore per le aspre lotte che divisero le diverse Chiese dalmate aspiranti alla supremazia metropolitica (lotte che durarono, per tutto il suo episcopato) e l'amarezza provata quando dalla sua diocesi furono distaccate la Chiesa di Antivari e le sue suffraganee.
Fonti e Bibl.: Vetera monumenta Slavorum meridionalum historiarum illustrantium, a cura di A. Theiner, I, Romae 1863, n. XXIII, p. 14; F. Smiciklas, Codex diplom. regni Croatiae, Dalmatiao et Slavoniae, Zagrabiae-Zagreb 1904, pp. 231, 232, 235, 237, 238, 242, 245, 246, 271-273, 286, 328-331; Chronica Ragusina Iunii Restii, Zagabriae 1893, pp. 63-65, 67; Niccolò di Ragnina, Annali di Ragusa, Zagabria 1894, p. 219; D. Farlati, Illyricum Sacrum, VI, Venetiis 1800, pp. 83-89; F. M. Appendini, Notizie istorico-critiche sulle antichità, storia e letteratura dei Ragusei, Ragusa 1802, p. 273.