BERNARDO
Non si conosce né la data, né il luogo di nascita. Il suo nome compare per la prima volta in una lettera comune di Giovanni XXII, del 14 nov. 1316 (e non del 16, come registra il Dict. d'Hist. et de Géogr. EccIés.), con la quale si ratifica la decisione già presa, dopo la morte di Pietro, dal capitolo vescovile rapollanense, di destinare B., già arcidiacono di Venosa, alla cattedra episcopale di Rapolla e si concede a Berengario vescovo di Tuscolo la facoltà di consacrarlo. Una lettera del medesimo pontefice, del 4 sett. 1321, recante l'ordine all'arcidiacono di Fréjus e rettore di Benevento di citare presso la Curia romana B., ci dà notizia di una grave colpa commessa dal vescovo. B., infatti, insieme con altri armati, aveva aggredito Nicolò di Guido di Ripacandida, gli aveva rubato la lettera apostolica relativa alla concessione del beneficio della chiesa di S. Donato e, spogliatolo di detta chiesa, lo aveva imprigionato, minacciandogli la segregazione fino alla morte del pontefice: senonché, dopo sette mesi di carcere, Nicolò era fuggito ed aveva denunciato il sopruso alla Santa Sede. Non sappiamo quali fossero le conseguenze della citazione: risulta, invece, da una letteta di Giovanni XXII del giorno successivo, il 5 settembre, che B. non era più vescovo di Rapolla. Il papa, infatti, procedeva alla nomina di un arcidiacono di Venosa, beneficio vacante per la consacrazione del suo titolare Raimondo a vescovo di Rapolla. A questo punto, nel Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., che conosce la lettera del 5 sett. 1321 nella edizione del Mollat, troviamo formulate due ipotesi: o B. ha lasciato il vescovato di Rapolla nel 1321, o la lettura "Raimondo" è errata. Eliminata la seconda ipotesi dopo l'esame della lettera nei registri avignonese e vaticano (Reg. Av.,16, f. 38 a; Reg. Vat., LXXIII, ep. V), neppure la prima appare soddisfacente. B. compare ancora come vescovo di Rapolla nel 1325, quando paga le decime alla Chiesa. Soltanto in una lettera di Giovanni XXII, del 22 ott. 1330, si ha notizia della avvenuta morte di B., in seguito alla quale, rimasta vacante la cattedra episcopale di Rapolla, si rende necessaria una nuova elezione, cioè quella di Bernardo de Parma (de Palma). Si potrà pertanto supporre non troppo infondatamente che B., riconosciuto colpevole dalla Curia romana nel 1321, sia stato temporaneamente sospeso dalle sue mansioni vescovili e temporaneamente sostituito da Raimondo.
Ughelli, Chiaramonte e Gams confondono B. con il suo successore Bernardo de Parma (de Palma), già canonico di Aversa (e non di Ascoli di Puglia, come registrano Ughelli e Chiaramonte) ed uno degli esecutori testamentari di Carlo II d'Angiò; Bernardo di Parma conservò il beneficio vescovile di Rapolla fino alla morte, avvenuta nel 1341.
Fonti e Bibl.: Archivio Segreto Vaticano, Regestrum Vaticanum, LXIV, ep. 1185; LXXIII, ep. V; Regestrum Avenionense, 16, f. 38 a; G. Mollat, Yean XXII (1316-1334), Lettres communes…, I, Paris 1904, n. 1897; III, ibid. 1906, n. 14075; IV, ibid. 1907, n. 14416; X, ibid. 1930, n. 51294; Rationes Decimarum Italiae: Apulia-Lucania, Calabria, a c. di D. Vendola, Città del Vaticano 1939, p. 152; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, VII, Venetiis 1721, col. 880; F. Chiaramonte, Rapolla, in Cenni storici sulle chiese arcivesc. e vesc. e prelatizie (nullius) del Regno delle Due Sicilie, a c. di V. D'Avino, Napoli 1848, pp. 556-562; C. Eubel, Hierarchia catholica…,I,Monasterii 1913, p. 412; II, ibid. 1914, p. XXXV; P. B. Gams, Series episcoporum…, Graz 1957, p. 915; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., VIII, col. 730.