BEROIA (Βέροια, Βέρροια; λατ. Beroea)
Colonia macedone fondata da Seleuco Nicatore sul luogo dell'antica Aleppo che era stata il centro di un importante regno nel secondo millennio, ma che non era più che una borgata insignificante al tempo della conquista di Alessandro.
La città di Aleppo (Khalab; Khrb nei testi egiziani, Khallaba in quelli accadici e Khalpash in quelli hittiti) raggiunse la sua massima potenza verso il secondo quarto del II millennio a. C., quando, in seguito all'indebolimento dell'Egitto che seguì alla fine della XII dinastia, divenne la capitale del potente stato di Yamkhad, creato da popolazioni semitiche. La grande espansione hittita che si verificò al tempo di Murshili I portò il re hittita alla conquista di Aleppo (intorno al 1540 a. C.), che però si risollevò ben presto: la corrispondenza politica trovata negli archivi di Mari testimonia l'attività dello stato di Yamkhad, mentre è significativo il trattato che, su un piede di parità, il re hittita Murshili II (1345-1315) fece con Rimisharma di Aleppo. L'invasione dei Popoli del mare verosimilmente pose fine a questo stato; poco dopo una parte della popolazione semitica degli Aramei fondò, non lontano da Aleppo, un nuovo stato con capitale Arpad.
Il sito dell'antica Aleppo non è stato ancora identificato con certezza: secondo alcuni esso si troverebbe negli strati più bassi della collina su cui più tardi sorse la città di B., ma altri (Sauvaget) l'ha identificato col tell del quartiere el-‛Aqabeh nell'odierna Aleppo. Non ancora scavata, la città pre-ellenistica ha tuttavia fornito qualche opera: un ortostato, due piccoli leoni di basalto ed un bassorilievo del IX-VIII secolo, rappresentante due genî alati, sotto i simboli del sole e della luna, muniti di copricapo a punta e in atto di corrersi incontro; si tratta di un'opera appartenente all'arte della Siria settentrionale all'inizio del I millennio, in cui sono ravvisabili svariate influenze, da quella anatolica a quella mesopotamica. I dati archeologici e storici su B. ellenistica e romana sono assai scarsi; la città, senza dubbio troppo vicina alla grande capitale della Siria di quel tempo, Antiochia, rimase durante sei secoli una sentinella avanzata ed un centro di diffusione delle civiltà greca e romana nei paesi d'Oriente. B. possedeva una cinta fortificata formante un quadrato perfetto di circa 1000 m di lato; l'andamento di questa cinta, che è ancora in parte seguito dal bastione medievale, si appoggiava sulla cittadella, sul luogo della quale sorse, in seguito, la bella costruzione araba che è tuttora conservata. Il tracciato delle strade della parte antica della città attuale permette di ritrovare una pianta regolare formata da strade rettilinee orientate sui punti cardinali, perpendicolari fra loro, equidistanti e certo di larghezza costante. Una grande strada principale, fiancheggiata da colonnati, doveva condurre alla piazza pubblica, sulla quale si apriva il tempio di Zeus-Hadad (attualmente la grande moschea che succedette alla cattedrale cristiana). È la pianta tipica di una città ellenistica trapiantata in paese di conquista, senza riguardo alle tradizioni locali.
Bibl.: Periodo antico: P. Thomsen, in M. Ebert, Reallex. der Vorgschichte, V, 1926, pp. 21-22; P. Dhorme, La plus ancienne histoire d'Alep, in Syria, VIII, 1927, pp. 34-41; G. Contenau, Un bas-relief de la citadelle d'Alep, in Revue d'Assyriologie, XXVIII, 1931, pp. 108-110; F. Thureau-Dangin, ibidem, p. 199; J. Sauvaget, Le "tell" d'Alep, in Mélanges Dussaud, Parigi 1939, pp. 59-65. Periodo ellenistico-romano: J. Sauvaget, Alep, Parigi 1941 (esauriente).