BERTIN
Famiglia di pubblicisti, che ha avuto nel secolo scorso una posizione dominante nel giornalismo francese.
Louis-François, detto B. l'aîné, nacque a Parigi nel 1766, e morì nel 1841. A partire dal 1799 assicurò al Journal des Débats, passato sotto la sua direzione, una grande influenza. Non favorevole a Napoleone perché non lo amava, non contrario perché lo temeva, fu tuttavia (1801) esiliato col pretesto di una cospirazione. Tornato a Parigi (1804), poté pubblicare, sotto il controllo della censura, il Journal de l'Empire, finché nel 1811 ne fu ordinata la confisca. Il Journal des Débats ricomparve nel 1814, e, dopo i Cento giorni, appoggiandosi a Chateaubriand, sostenne per alcuni anni, fino al 1823, la restaurazione. Favorevole al nuovo stato di cose sorto dalla rivoluzione di luglio, il giornale divenne, dopo il 1830, l'organo della borghesia liberale; ed ebbe in B. un direttore eccezionale, tecnicamente espertissimo e sensibile anche alle esigenze culturali del tempo, il quale attirò a sé e protesse letterati ed artisti, sebbene con un orientamento classicheggiante. Traduttore di alcuni romanzi inglesi, critico acre della poesia di Dante, B. è noto per l'assidua opera data a difendere in ogni campo l'egemonia intellettuale francese.
Suo figlio Louis-Marie-Armand, nacque nel 1801 e assunse la direzione del Journal des Débats nel 1841, mantenendolo all'altezza della tradizione paterna e fedele al partito della famiglia: il monarchico costituzionale. Morì nel 1854. Gli succedette il fratello François-Édouard, nato nel 1797, morto nel 1874. Fu il direttore del Journal per quasi tutta l'epoca del secondo impero, e di lui merita di essere ricordato l'atteggiamento apertamente favorevole assunto nella questione italiana, in contrasto con molti dei suoi stessi principali collaboratori. Conosceva bene l'Italia, dove aveva soggiornato in giovinezza, studiando arte e dipingendo. Oltreché come giornalista è infatti noto come pittore. Si affermò per la prima volta al Salon del 1827 con un dipinto di soggetto storico, rappresentante Cimabue che scopre Giotto mentre disegna le capre affidate alla sua custodia. Ma presto si dedicò prevalentemente al paesaggio, ed ebbe una parte importante nella storia della pittura di paese del sec. XIX. È nota l'amicizia che lo legava al Corot, il quale confessava qu'il lui devait d'être resté dans la voie du beau. I suoi paesaggi, quasi sempre ben composti e ispirati da motivi felicemente scelti, hanno pur tuttavia una rigidità un po' fastidiosa. Il museo di Carpentras conserva un certo numero di tele che rappresentano abbastanza bene le sue differenti maniere.
La sorella Louise-Angélique, nata nel 1805, morta nel 1877, fu musicista e fece parlar di sé più di quanto comportasse il suo reale valore. Compose varie opere, fra cui un Faust, rappresentato al Théâtre des Italiens nel 1831; e per lei V. Hugo trasse da Notre-Dame de Paris un libretto intitolato Esmeralda (1836); ma anche quest'opera fu un insuccesso, sebbene si vociferasse che ad alcuni passaggi avesse collaborato Berlioz. Non mancava tuttavia di talento. Lasciò ariche un volume di versi: Glanes (1842).
Pierre-Louis B. de Vaux, fratello di B. l'aîné, nato nel 1771 e morto nel 1842, fu magistrato e uomo politico: collaborò nei primi anni alla direzione del giornale e vi svolse alla vigilia del '30 una vigorosa campagna d'opposizione, schierandosi poi fra i fedeli degli Orléans, dopo la rivoluzione di luglio.
Il figlio Auguste-François-Thomas B. de Vaux, nato nel 1799, morto nel 1879, militare e uomo politico, già ufficiale d'ordinanza del duca d'Orléans, aiutante di campo del conte di Parigi, poi deputato, pari di Francia (1845), partecipò alla direzione del Journal des Débats, ispirandovi, fra altro, una serie di articoli sull'Algeria, che ebbero notevoli ripercussioni politiche.
Bibl.: Le livre du centénaire du Journal des Débats, Parigi 1889; per F. E. B. il pittore, v. Geffroy, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, III.