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BRECHT, Bertolt

di P. Ch. - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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BRECHT, Bertolt

P. Ch.

Scrittore e uomo di teatro tedesco, nato ad Augusta il 10 febbraio 1898, morto a Berlino il 14 agosto 1956. Figlio di un dirigente industriale, si iscrisse, a Monaco, alla facoltà di medicina, ma frequentò, con interesse ben maggiore, le lezioni umanistiche e soprattutto quelle di Artur Kutscher, che a Monaco teneva fra l'altro cattedra di storia del teatro. Nel 1918 scrisse le sue prime poesie e il suo primo lavoro drammatico, Baal; ma nel 1922, il conferimento del premio Kleist per il dramma Trommeln in der Nacht (1918-1920) significò per lui un balzo verso la notorietà. Nel 1923 è chiamato come Dramaturg presso i Kammerspiele di Monaco, nel 1924 - e sino al 1926 - presso il Deutsches Theater di Berlino, diretto da M. Reinhardt. Collaboratore nel 1927 degli audaci esperimenti teatrali di E. Piscator, viene intanto elaborando, a partire dal 1926, i principî della sua "rivoluzione copernicana" del teatro antidrammatico, anti-aristotelico, epico (cfr. gli scritti: Osservazioni a Mahagonny, 1929; Neue Technik der Schauspielkunst, 1940; Kleines Organon für das Theater, 1948; Dialektik auf dem Theater, 1951), rivoluzione che - applicata ben presto nell'ambito della tecnica dmmmaturgica - poté trovare la via della piena sperimentazione scenica solo nel secondo dopoguerra: quando cioè B., andato in esilio all'avvento di Hitler dapprima in Svizzera, poi in Danimarca, Finlandia e infine negli S.U.A., rientrò (1948) in Europa scegliendo come propria residenza la Repubblica Democratica Tedesca e fondando nel 1949 a Berlino insieme all'attrice Helene Weigel, sua moglie, lo straordinario complesso teatrale del Berliner Ensemble. A questa attività, concretatasi più che in originali e autonome opere letterarie, in una serie di memorabili spettacoli (cfr. il volume collettivo Theaterarbeit, Dresda 1952), B. ha dedicato gli ultimi anni della sua esistenza.

I due primi drammi, i già ricordati Baal e Trommeln in der Nacht, s'inseriscono nella temperie espressionista, pur rivelando una marcata impronta realistica. Poi B. è andato sempre meglio elaborando un originale linguaggio scenico e letterario. Im Dickicht der Städte (1921-1924) è anticipazione in sede di drammaturgia del futuro "teatro epico" come il Leben Eduards des zweiten von England (1924), adattamento da Marlowe scritto in collaborazione con L. Feuchtwanger, ne è l'anticipazione pratica in sede di spettacolo, attraverso i prologhi e gli intermezzi che disponevano il pubblico ad una partecipazione critica e distaccata allo spettacolo stesso. Questo processo di emancipazione dalla drammaturgia tradizionale culmina nella commedia Mann ist Mann (1924-1926), requisitoria contro la riduzione dell'individuo a puro numero nel moderno mondo borghese, e nelle opere Dreigroschenoper (1928, musica di K. Weill), rifacimento della Beggar's Opera di J. Gay in chiave di satira grottesca dei mali della società capitalistica, e Mahagonny (1927-1929, diverse stesure, musica del medesimo), che insiste sullo stesso pedale ma con più cupa virulenza. Qui, proprio perché si serve ancora - recandole all'assurdo - delle strutture normali del teatro corrente o, come egli dice, "culinario", la polemica di B. raggiunge la sua massima tensione. Successivamente, fra il 1929 e il 1934, egli dà vita a un teatro dichiaratamente pedagogico in armonia con la sua rigida interpretazione coeva del marxismo, al quale si era accostato a partire dal 1925-1926. Nascono, così, i drammi didattici (Das Badener Lehrstück vom Einverstündnis, 1929; Der Jasager, Der Neinsager, 1929-1930; Die Massnahme, 1930; Die Ausnahme und die Regel, 1930; Die Horatier und die Kuriatier, 1933-1934). Si staccano invece dagli altri, in questo stesso periodo, per monumentalità di concezione e vigore di stile i pezzi Die Heilige Johanna der Schlachthöfe (1929-1931), una Giovanna d'Arco moderna ambientata fra i mattatoi di Chicago, e Die Mutter (1930-1931, in collaborazione con G. Weisenborn), efficace rifacimento del romanzo di M. Gor′kij. Dopo l'intermezzo di alcuni lavori drammatici immediatamente legati alle vicende politiche della lotta internazionale contro il nazifascismo (Die Rundköpfe und die Spitzköpfe, 1931-1934; Furcht und Elend des III. Reiches, 1935-1938; Die Gewehre der Frau Carrar, 1937), B. ha infine toccato la piena maturità in Leben des Galilei (1937-1939), il dramma della responsabilità dello scienziato di fronte all'utilizzazione pratica delle sue scoperte; in Mutter Courage und ihre Kinder (1938-1939), rievocazione di bruciante attualità e amara, quanto appassionata saggezza, della guerra dei Trent'anni sulla scorta d'un testo del Grimmelshausen; in Der gute Mensch von Sezuan (1938-1941), delicata e angosciosa parabola sulla necessità di sostituire la dominante malvagità con la benevolenza; nel grottesco popolareggiante, tessuto di umorismo sodo e sottile insieme, Herr Puntila und sein Knecht Matti (1940); e in Der Kaukasische Kreidekreis (1943-1945), ammodernamento della leggenda orientale sul tema della maternità efficacemente e poeticamente rivissuta dall'autore in armonia con le sue concezioni ideologiche e sociali. Se in alcuni testi coevi - la satira antinazista Der aufhaltsame Aufstieg des Arturo Ui (1941), Die Gesichte der Simone Machard (1941-1943, in collaborazione con L. Feuchtwanger), un'altra Giovanna d'Arco collocata nella Francia occupata dai nazisti, Schwejk im zweiten Weltkrieg (1942-1943) e Die Tage der Commune (1948-1949) - la vena creativa di B. sembra infatti inaridirsi in una sostanziale povertà d'invenzione e di stile, nei testi prima citati si realizza invece quella felice fusione tra realtà e fiaba, tra analisi precisa e mordente e narrazione incantata, che rappresenta la cifra più profonda e originale dell'arte di B.

Assai valida anche la lirica (Hauspostille, 1927; Lieder Gedichte Chöre, 1934; Svendborger Gedichte, 1939; Hundert Gedichte, 1955; Gedichte, 1955; Kriegsfibel, 1955; Gedichte und Lieder, 1956), che svaria dai toni ballateschi e popolareggianti delle prime composizioni al lapidario stile gnomico e sentenzioso degli ultimi versi. Occorre infine ricordare le meno numerose, ma sempre importanti pagine a carattere narrativo (Dreigroschenroman, 1934; Die Geschäfte des Herrn Julius Caesar, edito in volume nel 1957; Kalendergeschichten, edite in volume nel 1953 ma cominciate a pubblicare nel 1930).

Edizioni: Versuche, 15 voll., Berlino 1930-1957; Gesammelte Werke, 2 voll., Londra 1938; Stücke, finora 12 voll., Berlino 1953-1957. Gli scritti teorici sono in gran parte riuniti in Schriften zum Theater, Berlino-Francoforte sul Meno 1957. In italiano: Teatro, 2 voll., Torino 1951-1954; Io Bertolt Brecht. Canzoni ballate poesie, Milano 1956 (3ª ed. 1959); Canzoni e poesie, Torino 1959; Il romanzo da tre soldi, Torino 1958; Gli affari del signor Giulio Cesare e Storie da calendario, ivi 1959.

Bibl.: G. Nellhaus, B. - Bibliographie, in Sinn und Form, ''Sonderheft B. B.'', 1949; W. Nubel, B. B. - Bibliographie, ibid., IX (1957), n. 1-3, pp. 479-623. Cfr. inoltre: R. Wintzen, B. B., Parigi 1954 (nuova ed. 1956); G. Serreau, B. B. Dramaturge, ivi 1955; E. Schumacher, Die dramatischen Versuche B. B.s 1918-1933, Berlino 1955; V. Klotz, B. B. Versuch über das Werk, Darmstadt 1957; O. Mann, B. B. - Mass oder Mythos?, Heidelberg 1958; K. Fassmann, B., ein Bildbiographie, Monaco 1958; W. Haas, B. B., Berlino 1958; J. Willett, The Theatre of B. B. A study from eight aspects, Londra 1959; W. Hinck, Die dramaturgie des späten B., Gottinga 1959; M. Esslinn, B.B. A choice of Evils. Londra 1959; M. Kesting, B. B., Amburgo 1959; H. Ihering, B. B. und das Theater, Berlino 1959; R. Grimm, B. B. Die Struktur seines Werkes, Norimberga 1959; C. Walko, B. B., Budapest 1959; P. Chiarini, B. B., Bari 1959.

Vedi anche
Berliner Ensemble Complesso teatrale fondato nel 1949 dal ministero dell’Istruzione della Repubblica Democratica Tedesca su suggerimento di H. Weigel e di B. Brecht, ai quali ne venne affidata la direzione. satira Composizione poetica che rivela e colpisce con lo scherno o con il ridicolo concezioni, passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone o anche di un solo individuo, che contrastano o discordano dalla morale comune (e sono perciò considerati ... commèdia Secondo la definizione invalsa nel 16° sec., rappresentazione scenica, generalmente in versi, di una vicenda tratta dalla vita comune, che, attraverso un susseguirsi di casi divertenti, si risolve lietamente. Sopravvive oggi come forma d’arte drammatica pressoché unica, in cui però il lieto fine non ... cinema Il complesso delle attività artistiche, tecniche, industriali che concorrono alla realizzazione di spettacoli cinematografici (film) e anche l’insieme di questi, come opera complessiva, in quanto concreta espressione d’arte nel campo della fantasia o strumento d’informazione, di documentazione scientifica, ...
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Vocabolario
brechtiano
brechtiano ‹breht-› agg. – Relativo allo scrittore e uomo di teatro ted. Bertolt Brecht (1898-1956), con riferimento soprattutto ai temi e ai caratteri della sua ricca produzione teatrale, volta a rappresentare le misere condizioni esistenziali...
estraniaménto
estraniamento estraniaménto (anche straniaménto) s. m. [der. di estraniare, straniare]. – L’estraniare o l’estraniarsi da qualche cosa; è forma concorrente con estraneazione. Con accezione partic., in riferimento ad alcuni aspetti del teatro...
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