Brecht, Bertolt (propr. Eugen Berthold Friedrich)
Scrittore, poeta e drammaturgo tedesco, nato ad Augusta il 10 febbraio 1898 e morto a Berlino Est il 14 agosto 1956. Il rapporto di B. con il cinema risulta complesso in quanto articolato su più livelli di influenza diretta e mediata. Se infatti il suo coinvolgimento fu marginale rispetto all'imponente lavoro compiuto per rinnovare la concezione stessa del teatro e le strutture dello spettacolo novecentesco, pure fu indubbio il suo interesse nei confronti delle modalità della produzione cinematografica, legate all'affermarsi di nuove tecniche che B., come Walter Benjamin, ritenne segnassero la fine di una concezione tradizionale ed elitaria dell'arte e del concetto dell'autore unico, per sostituirli con un rivoluzionario processo di creazione collettiva. Egli, però, avvertì con altrettanta chiarezza i pericoli insiti in un mezzo facilmente utilizzabile come strumento di manipolazione delle masse e di asservimento al capitale cinematografico. Al contempo, il suo concetto di teatro epico, finalizzato a stimolare una presa di coscienza consapevole nello spettatore, attraverso una serie di shock e di intervalli mirati a limitare l'illusione del pubblico, divenne essenziale punto di riferimento per una concezione del cinema basata su un'analoga predisposizione critica.Il rapporto di B. con il cinema iniziò nel 1931 quando Georg Wilhelm Pabst diresse il film Die Dreigroschen-oper (L'opera da tre soldi), tratto dalla sua opera omonima e alla cui sceneggiatura collaborò anche Béla Bálasz. L'adattamento però provocò la reazione di B. e di Kurt Weill (autore delle musiche del testo teatrale) che intentarono un processo contro la casa di produzione, la Nero Film, e contro il regista, accusato di aver tradito significato e spirito del testo originario. La corte non riconobbe però le ragioni di B. e anzi lo condannò al pagamento delle spese del processo, non tenendo neanche in considerazione il fatto che lo scrittore aveva partecipato a una prima stesura della sceneggiatura con Slatan Dudow, Caspar Neher e Leo Lania. Nell'importante saggio scritto in tale occasione, Der Dreigroschenprozess (in Schriften zur Literatur und Kunst, 1° vol., 1967, pp. 143-234; trad. it. in Scritti sulla letteratura e sull'arte, 1973, pp. 53 e segg.), B. sottolineò con forza la nuova idea di arte nata dal cinema, evidenziando al contempo l'impossibilità per ogni realizzazione artistica di sottrarsi al processo di circolazione delle merci. L'anno seguente partecipò quindi direttamente alla sceneggiatura del film Kuhle Wampe oder: wem gehört die Welt? diretto da Dudow, con le musiche di Hanns Eisler, e interpretato da Ernst Busch, grande attore del teatro brechtiano. Il film, dichiaratamente comunista, dedicato alla disperata condizione dei disoccupati a Berlino, venne censurato, in particolare per la rappresentazione del suicidio di un giovane operaio (collocata, tra l'altro, all'inizio del film, in un potente anticlimax, come sottolineato da S. Kracauer, 1947). In un breve saggio del 1932, Kleiner Beitrag zum Thema Realismus (in Schriften zur Theater, 2° vol., 1963, pp. 227-31; trad. it. Piccolo contributo al tema del realismo, in Scritti teatrali I. Teoria e tecnica dello spettacolo, 1975, pp. 104-05), in cui viene ricordato l'incontro con il censore, B. sottolineò, con drammatica ironia, la paradossale lucidità della censura in grado di penetrare la sostanza dei meccanismi di rappresentazione e le finalità del progetto artistico "molto più profondamente dei nostri critici più benevoli" (p. 104). Con l'avvento del nazismo B. dovette abbandonare la Germania, e andò in esilio dapprima in Danimarca, Svezia, Finlandia e, infine, negli Stati Uniti dove rimase dal 1941 al 1947. A Hollywood partecipò alla sceneggiatura di Hangmen also die (1943; Anche i boia muoiono) diretto da Fritz Lang, ispirato alla lotta antinazista del popolo cecoslovacco. La collaborazione, però, si rivelò disastrosa tanto che B. fece togliere il suo nome dai credits. Nel 1947, dopo essere stato sottoposto a interrogatorio dall'HUAC (House Un-American Activities Committee) e aver dichiarato di non essere mai stato iscritto al Partito comunista, abbandonò gli Stati Uniti. In Europa scelse come propria residenza la Repubblica Democratica Tedesca e nel 1949 inaugurò il Berliner Ensemble con Mutter Courage und ihre Kinder, protagonista Helene Weigel, dedicando gli ultimi anni della sua vita a questa attività che si concretò nella realizzazione di una serie di fondamentali spettacoli. Alle opere teatrali di B. rappresentate al Berliner Ensemble sono legate anche alcune rappresentazioni cinematografiche, rilevanti per l'attenzione alla messa in scena, come quelle di Herr Puntila und sein Knecht Matti (1956) di Alberto Cavalcanti, di Die Mutter (1958) di Manfred Wekwerth e di Mutter Courage und ihre Kinder (1960) diretto da Peter Palitzsch e Wekwerth. *
S. Kracauer, From Caligari to Hitler, Princeton (NJ) 1947 (trad. it. Torino 2001, pp. 305-08); G. Aristarco, L'utopia cinematografica, Palermo 1984, pp. 18-21, 253-56 e passim.