Russell, Bertrand Arthur William
Filosofo e logico inglese (Trelleck, Galles, 1872 - Pernhyndeudraeth, Galles, 1970).
Discendente di un’antica famiglia della nobiltà britannica, studiò al Trinity College di Cambridge, dove, fin dalla fine del 19° sec., iniziò con Moore la battaglia contro il neoidealismo di Bradley e McTaggart allora dominante nella cultura inglese. Nella sua biografia, accanto a periodi di studio e d’insegnamento ‒ particolarmente fertile e tranquillo, per es., fu il decennio precedente allo scoppio della Prima guerra mondiale con gli anni di lettorato a Cambridge (1910-16) ‒ troviamo parentesi di viaggi nei più diversi paesi (celebri le sue narrazioni dei viaggi in Russia e in Cina tra il 1920 e il 1921) e infine la partecipazione appassionata a numerose battaglie politiche. Dopo aver fiancheggiato agli inizi del 20° sec. il partito laburista, conquistò nel mondo anglosassone un ruolo del tutto peculiare con il suo coerente impegno, in nome di un rigoroso radicalismo politico, a difesa delle minoranze oppresse (boeri, neri, ebrei, ecc.) e la propaganda a favore dell’obiezione di coscienza e contro la coscrizione obbligatoria (per questo passò anche alcuni mesi in prigione nel 1918). R. partecipò anche a movimenti per l’emancipazione delle donne e per una nuova morale familiare, e particolarmente intense furono le sue iniziative di carattere pacifista che dopo il 1958 lo videro promuovere una campagna per il disarmo nucleare e istituire infine, negli ultimi anni di vita, un Tribunale R. contro le atrocità della guerra nel Vietnam. L’enorme produzione di R., dedicata, oltre che alla filosofia e alla logica, anche alla storia (storia delle idee, storia della cultura, ecc.), alla morale e alla letteratura, gli fece presto guadagnare una popolarità mondiale: nel 1950 gli fu attribuito il premio Nobel per la letteratura.
Il suo contributo logico-filosofico è caratterizzato dal tentativo di raggiungere conclusioni originali, e al passo con i tempi, all’interno del tradizionale empirismo inglese. Particolarmente significativo lo sforzo di R. di portare a compimento i tentativi di fondazione logica dell’aritmetica già intrapresi da Cantor, Peano e Frege. Nelle sue opere (A critical exposition of the philosophy of Leibniz, 1900, trad. it. La filosofia di Leibniz; The principles of mathematics, 1903, trad. it. I principi della matematica; Principia mathematica, 3 voll., in collab. con A.N. Whitehead, 1a ed. 1910-13, 2a ed. 1925-27; Introduction to mathematical philosophy, 1919, trad. it. Introduzione alla filosofia matematica), R., oltre a fornire numerosi strumenti formali largamente utilizzati dai logici del 20° sec., elaborò alcune teorie in grado di risolvere i paradossi di fronte a cui pareva essersi arenato lo studio dei fondamenti della matematica. Particolarmente fortunata la sua teoria dei tipi, per cui ogni funzione proposizionale e ogni classe viene considerata di tipo logicamente più elevato di quello in cui rientrano i loro elementi. R. presentava nelle sue prime opere una filosofia della matematica decisamente realistica che considerava il numero come un’entità esistente; la successiva riflessione filosofica di R. fu rivolta ad abbandonare questa concezione realistica della matematica e della logica. L’originale realismo viene però già superato sia elaborando la teoria delle descrizioni, che permetteva di mettere da parte l’assunzione che ogni termine del linguaggio dovesse necessariamente avere un referente, sia considerando le classi, elemento centrale della ricostruzione logicista della matematica proposta da R., come simboli incompleti, che, pur avendo un uso, non significano niente di per sé.
Nel periodo tra il 1918 e il 1925 R. svolse una serie di ricerche sul problema della conoscenza e sulla filosofia del linguaggio, delineando le tesi principali dell’atomismo logico (Philosophical essays, 1910, trad. it. Filosofia e scienza; The problems of philosophy, 1912, trad. it. I problemi della filosofia; Our knowledge of external world, 1914, trad. it. La conoscenza del mondo esterno; The analysis of mind, 1921, trad. it. Analisi della mente; The analysis of matter, 1927, trad. it. L’analisi della materia; Logic and knowledge: essays 1901-1950, 1956, trad. it. Logica e conoscenza). R. elaborò ‒ risentendo in parte dell’influssso di Wittgenstein ‒ una concezione di un linguaggio ideale concepito come raffigurazione della realtà e costituito di proposizioni molecolari o complesse riducibili a proposizioni semplici o atomiche a loro volta formate esclusivamente di nomi che, a livello linguistico, corrispondono a dati sensoriali non ulteriormente analizzabili. La filosofia di R. più che a elaborare precise teorie fu dedicata alla presentazione di un temperato scetticismo, che, da una parte, sottolineava l’importanza delle verità scientifiche, e, dall’altra, invitava a evitare qualsiasi sistema speculativo, cioè la metafisica (An outline of philosophy, 1928, trad. it. Sintesi filosofica; An inquiry into meaning and truth, 1940, trad. it. Significato e verità; Human knowledge: its scope and limits, 1948, trad. it. La conoscenza umana: le sue possibilità e i suoi limiti; Unpopular essays, 1951, trad. it. Saggi impopolari; My philosophical development, 1959, trad. it. La mia vita in filosofia; Essays in skepticism, 1963, trad. it. Saggi scettici).
Con il passare degli anni, però, R. preferì dedicarsi piuttosto a un’intensa attività di divulgatore di idee e teorie scientifiche e alla «predicazione» di ideali etico-politici ispirati da un mondano utilitarismo che, fatto tesoro dei risultati delle ricerche scientifiche, lotta duramente contro quelle chiusure, intolleranze e fanatismi che di volta in volta emergono nella società inglese dall’epoca vittoriana agli anni Sessanta (si ricordano, tra le opere di divulgazione: The ABC of relativity, 1925, trad. it. L’ABC della relatività; Freedom and organization: 1814-1914, 1934, trad. it. Storia delle idee del 19° secolo; History of western philosophy, 1945, trad. it. Storia della filosofia Occidentale; The impact of science upon society, 1951, trad. it. L’impulso della scienza sulla società; tra le opere di carattere etico-politico: Principles of social reconstruction, 1915, trad. it. Principi di riforma sociale; Why I am not a christian?, 1927, trad. it. Perché non sono cristiano; Marriage and morals, 1929, trad. it. Matrimonio e morale; The conquest of happiness, 1930, trad. it. La conquista della felicità; Education and the social order, 1932, trad. it. L’educazione e l’ordinamento sociale; Power, 1938, trad. it. Il potere: una nuova analisi sociale; Authority and the individual, 1949, trad. it. Autorità e individuo). Ha lasciato anche una ricca e vivace Autobiography (3 voll., 1967-69, trad. it. L’autobiografia).
Biografia