BERTRANDO da San Ginesio
Di nobile famiglia guascone, prima coltivò gli studî legali, poi entrò nella carriera ecclesiastica. Fu, per 17 anni, auditore del Sacro Palazzo. Nel 1334 fu chiamato alla sede patriarcale di Aquileia, in uno dei momenti più critici di questo principato, insidiato dal conte di Gorizia, dal duca Alberto III d'Austria e da Venezia, che dalla crisi aquileiese si lusingavano trarre il massimo profitto. Nel Friuli, poi, i grandi feudatarî, apertamente o di nascosto, osteggiavano il patriarca. Perciò, nel suo lungo e travagliato governo, B. non poté coglier frutto né dal buon esito della guerra contro Venezia per il possesso di Pola (pace di Venezia, 15 luglio 1335), né contro i conti di Gorizia (1336), né dalle intestine discordie degli stessi conti (1342), né dal loro contrasto con Venezia (1346-47), né dalla rivolta di Capodistria contro la Serenissima (1347-48). Fu buona ventura che queste vicende esterne tenessero divisi i nemici del patriarcato, sì che restasse salvo il Friuli da un'invasione. Non per questo la feudalità friulana si rassegnò a subire passivamente il governo del patriarca; reagì, uccidendo il patriarca (6 giugno 1350), cui, a torto o a ragione, si faceva risalire la colpa della situazione. Sta di fatto che il B. non aveva rafforzato il dominio al di fuori, e neppure gli aveva dato la pace interna.
Bibl.: B. M. De Rubeis, Mon. Ecclesiae Aquileiensis, Strasbrgo 1740; Liruti, Notizie delle cose del Friuli, Udine 1776-77; F. di Manzano, Annali del Friuli, Udine 1858; B. Benussi, Nel Medioevo: pagine di storia istriana, parenzo 1897; id., L'Istria nei suoi due millenni di storia, Trieste 1924; A. Tamaro, Storia di Trieste, I, Roma 1924.