BERZÉ-LA-VILLE
Località della Borgogna meridionale (dip. Saône-et-Loire), situata a km. 12 ca. a N-O di Mâcon lungo la via che univa questa città con l'abbazia di Cluny.Dell'antico priorato cluniacense si conserva una cappella a due livelli, nota per la sua decorazione pittorica di epoca romanica; la parte superiore dell'edificio, nella quale sono situati i dipinti, è costituita da un vano unico, coperto da volta a botte a sesto acuto e terminante a E con un'abside semicircolare. L'esterno è scandito da lesene e archetti pensili, articolazione parietale caratteristica del primo Romanico. L'abate Ugo di Cluny visitò B. nel 1103 e in altre occasioni successive; segno del suo interesse è anche il testamento, nel quale provvide alla ricostruzione e al mantenimento del priorato. Le fonti, comunque, non forniscono indicazioni precise concernenti la data del monumento e la sua decorazione.Le pitture, scialbate in epoca postmedievale, furono scoperte nel 1887; gli affreschi sono conservati nell'abside e nell'arco presbiteriale della cappella, ma frammenti sono visibili anche sui muri della navata. Il ciclo dell'abside è diviso in tre registri: nella parte superiore viene raffigurato Cristo in maestà, in una mandorla, con ai lati i ss. Pietro e Paolo insieme a un gruppo di apostoli e, in scala minore, i ss. Vincenzo, Lorenzo, Biagio e un santo vescovo o abate non identificato. Il registro sottostante è scandito da archeggiature, con le tre centrali traforate da finestre e le due laterali affrescate con scene di martirio: a sinistra S. Biagio in prigione, al quale una donna porge del cibo, e la Decapitazione del santo; a destra S. Vincenzo o Lorenzo, bruciato su una graticola. Nei pennacchi degli archi sono raffigurati busti di sante, alcune delle quali portano scettri a croce mentre altre porgono vasi; tre di loro - Consorzia, Fiorenza e Agata - potrebbero essere identificate sulla base delle iscrizioni ancora leggibili quando i dipinti furono scoperti. Nel registro inferiore sono raffigurati nove santi, che appaiono a mezzo busto dietro tendaggi: Abdon, Sennen, Doroteo, Gorgonio, Sebastiano, Sergio, una figura non identificata, Dionisio e Quinziano, quest'ultimo perduto, ma con parte dell'iscrizione conservata. L'intradosso dell'arco è decorato con motivi ancora di ascendenza tardoromana, costituiti da morbide fronde vegetali che emergono da vasi. Lungo i lati delle scene di martirio sono due figure erette di abati con aureola, ora particolarmente rovinate, che potrebbero rappresentare gli abati di Cluny Maiolo e Odilone. L'estradosso è sottolineato da un bordo di fogliame lussureggiante con al centro un medaglione con l'Agnus Dei. Al di sopra è ora un oculo vuoto, fiancheggiato da una coppia di angeli in atto di riverenza.Lo stile degli affreschi di B. è isolato nel contesto della pittura murale romanica; la critica è peraltro concorde nell'individuare le origini del pittore nella tradizione artistica italobizantina, i cui esempi migliori sono costituiti da monumenti dei secc. 11°-12° a Roma e nell'Italia centrale. Questa origine, evidente anche per taluni aspetti dell'iconografia degli affreschi, può essere spiegata con lo status di Cluny, un monastero che dipendeva direttamente ed esclusivamente dalla Santa Sede.La data dei dipinti è sconosciuta; le proposte degli studiosi oscillano dal periodo intorno al 1100 (Schapiro, 1964, pp. 44-46) alla metà del sec. 12° (Grabar, 1952; Grabar, Nordenfalk, 1958, p. 108), ma è più plausibile una datazione prossima all'inizio di questo arco di tempo. Lo stesso stile italobizantino delle pitture di B. si trova in miniature di vari manoscritti provenienti da Cluny: il Lezionario dell'abbazia (Parigi, BN, nouv. acq. lat. 2246), una copia del De virginitate di s. Ildefonso (Parma, Bibl. Palatina, 1650) e una Bibbia di cui è rimasto un solo frammento (Cleveland, Mus. of Art).È stato ipotizzato che l'immagine di Cristo in maestà di B. possa derivare dalla perduta composizione absidale di Cluny III, la cui costruzione fu iniziata dall'abate Ugo nel 1088. Alcuni studiosi hanno scorto un'influenza degli affreschi di B. nel dipinto del Martirio dei ss. Cosma e Damiano, nella chiesa inferiore di San Juan de la Peña in Aragona, altra fondazione legata a Cluny (Sureda, 1985). Nella Borgogna stessa, gli affreschi sono stati considerati influenti nella formazione dello stile di Gislebertus (v.), lo scultore attivo alla cattedrale di Autun (Sauerländer, 1965).
Bibl.: L. Lex, P. Martin, Peintures murales de la chapelle du Château des Moines de Cluny à Berzé-la-Ville, BAParis, 1893, pp. 416-422; J. Virey, Saint Hugues et la chapelle de Berzé, Annales de l'Académie de Mâcon, s. III, 25, 1926-1927, pp. 445-450; F. Mercier, Les Primitifs français. La peinture clunisienne en Bourgogne à l'époque romane. Son histoire et sa technique, [Paris] 1931; A. Grabar, Peintures murales, notes critiques, CahA 6, 1952, pp. 177-191: 185-186; C. Oursel, La chronologie de la chapelle du Château des Moines à Berzé-la-Ville, Bulletin annuel des amis de Cluny 9, 1955, pp. 1-8; A. Grabar, C. Nordenfalk, Romanesque Painting from the Eleventh to the Thirteenth Century, Lausanne 1958, pp. 103-108; E. Magnien, Sur la peinture clunisienne, Bulletin trimestriel du Centre international d'études romanes 2-3, 1958, pp. 13-23; M. Schapiro, The Parma Ildefonsus. A Romanesque Illuminated Manuscript from Cluny and Related Works (Monographs on Archaeology and Fine Arts, 11), New York 1964, pp. 44-52; W. Sauerländer, Gislebertus von Autun. Ein Beitrag zur Entstehung seines künstlerischen Stils, in Studien zur Geschichte der Europäischen Plastik. Festschrift für Theodor Müller, München 1965, pp. 17-29; O. Demus, Romanische Wandmalerei, München 1968 (trad. it. Pittura murale romanica, Milano 1969); J. Wettstein, Les fresques bourguignonnes de Berzé-la-Ville et la question byzantine, Byzantion 38, 1968, pp. 243-266; id., La fresque romane. Etudes comparatives, I, Italie-France-Espagne, Paris 1971, pp. 75-96; C.R. Dodwell, Painting in Europe. 800 to 1200 (The Pelican History of Art, 34), Harmondsworth 1971, pp. 171-173; E. Armi, Masons and Sculptors in Romanesque Burgundy, Univ. Park-London 1983, pp. 21-22; J. Sureda, La pintura románica en España, Madrid 1985, pp. 48, 313-314.W. Cahn