BESANÇON (A. T., 20-21)
Città della Francia orientale, capoluogo del dipartimento del Doubs, capitale dell'antica provincia della Franca Contea, degna di nota per la sua posizione, per il suo splendido passato e per la sua importanza economica presente. Nel 1926 contava 58.525 abitanti.
La città ha un'ubicazione caratteristica, poiché è inserita in un meandro del Doubs, di cui il centro urbano occupa il lobo; mentre la cittadella è appollaiata sulla stretta base rocciosa, i sobborghi si arrampicano su per i pendii ad anfiteatro della riva concava e gli altipiani sovrastanti costituiscono la zona agricola. L'antica strada dall'Italia al Reno, ora la "Grande-Rue" traversa la città in direzione N.-S. dal ponte di Battant alla Porta Nera.
Se l'ubicazione della città ne ha determinata la topografia, la sua posizione geografica vale a spiegare fino a un certo punto la parte ch'essa ha rappresentata nella storia (v. più sotto). Posta sulla valle del Doubs, a contatto col Giura e con gli altipiani calcarei della Haute-Saône, Besançon domina le strade che dalla valle del Reno conducono verso la valle della Saona e verso Lione da un lato, e verso Digione, verso la Borgogna e verso la regione della Loira dall'altro: ha dunque una posizione strategica e commerciale importante. È sede di un corpo d'armata e d'una scuola d'artiglieria e genio, ed è un campo trincerato di prim'ordine. Nel secolo XIX Besançon diventò anche un centro industriale; ed ora può dirsi la capitale dell'industria dell'orologio in Francia: vi si mettono insieme i varî pezzi che compongono gli orologi, mentre i meccanismi sono fabbricati, o nelle officine, o nei laboratorî che sono in seno alla montagna giurassica. Produzione media annua: 640.000 pezzi. Nella città ci sono una scuola nazionale d'orologeria e un osservatorio cronometrico. L'industria degli orologi ha favorito lo sviluppo della meccanica di precisione e delle industrie delle biciclette ed automobili. Le indvstrie tessili sono rappresentate da fabbriche di berretti e da fabbriche di seta artificiale; c'è anche qualche cartiera.
L'università, composta esclusivamente delle tre facoltà di scienze, lettere e medicina fu qui trasportata da Dôle, ove fu fondata nel 1422, alla fine del sec. XVII. Più importante della sua biblioteca è la civica (1694) con 160.000 voll., oltre 1000 incunaboli e 2680 mss.: essa ha pure l'archivio civico (fino alla rivoluzione). Besançon è sede di un'accademia scientifico-letteraria (1752), che pubblica un Bulletin trimestriel, e della Société d'histoire naturelle de Doubs (Bulletin dal 1899 in poi).
Besançon è divenuta il gran mercato della Franca Contea centrale e settentrionale e un rinomato centro di turismo; è inoltre una città balneare (bagni della Mouillère, acque cloruro-sodiche e bromo-iodurate).
Monumenti. - Per quel che concerne i monumenti antichi, avanzi del Capitolium furono trovati nell'anno 1867 nella "Grande Rue"; le sottostrutture dell'anfiteatro furono scoperte nel 1885; otto colonne del teatro, costruito probabilmente sotto Marco Aurelio, sono state poste in un parco archeologico con alcune altre rovine romane; gli archi del ponte romano sono incorporati nel moderno ponte di Battant; la porta di Marte detta Porta Nera, edificata da Marco Aurelio dopo le sue vittorie in Germania, divenne una porta della cinta medievale, e fu restaurata tra il 1820 e il'26; ha due ordini di colonne, fiancheggianti un arco sormontato da un alto architrave; tutte le parti della porta sono scolpite.
Degli edifizî militari, costruiti in età medievale e moderna, sussistono due torri del'400; la porta Rivotte, opera del Vauban (le torri che la fiancheggiano furono costruite per ordine di Carlo V nel 1543); la cittadella e i bastioni, pure del Vauban. Tra le chiese, Notre-Dame, l'antica abbazia di S. Vincenzo, ha pilastri del sec. XI (l'antica cattedrale di S. Stefano fu distrutta dal Vauban per costruire la cittadella). La cattedrale di S. Giovanni, ai piedi della cittadella, fu consacrata nel 1148 da Eugenio III; la pianta ricorda le costruzioni renane, con due absidi opposte. Nella cattedrale si vedono: una cattedra di pietra scolpita (1469); la tomba di Ferry Carondelet, grand'arcidiacono, fatta a Bruges nel 1543 (marmo bianco); la Vergine col Bambino, Santi e il donatore, capolavoro di fra Bartolommeo, dipinto nel 1511 per Ferry Carondelet, già con lunetta dell'Incoronazione della Vergine, opera di Mariotto Albertinelli, tolta nel sec. XVIII e ora nel museo di Stoccarda; la decorazione della cappella del Sudario è di Carlo van Loo (la Resurrezione, 1750), del Troy e del Natoire. Ricordiamo inoltre il tempio protestante, già cappella dell'antico ospedale, costruita dal'200 al'400; la chiesa di S. Francesco Saverio o dei gesuiti (1680-88); quella di S. Maurizio (1712-14); S. Maddalena, opera di Nicola Nicole (circa del 1740), salvo le torri che furono aggiunte nel 1830, con grandi colonne corinzie di grande effetto; la basilica moderna dei Ss. Ferréol e Ferjeux, opera del Ducat, nello stile romanico del sec. XII.
Tra gli edifici civili vanno menzionati la casa Mareschal di architettura gotica, con decorazione del Rinascimento; il palazzo Granvelle, costruito dal 1534 al'40; il palazzo municipale, edificato tra il 1565 e il '73; il palazzo di Giustizia, già del Parlamento della Franca Contea, con facciata di Hugues Sambin, di Digione (1582-1585); l'antica abbazia di S. Vincenzo, ora università, del secolo XVII; l'ospedale, opera del Royer (1685-1702); la prefettura, già palazzo dell'Intendenza, opera del Louis e di Nicola Nicole (1771-78). Il teatro, sul tipo di quello di Vicenza, è opera del Ledoux (1778). E ci sono case dei secoli XVI, XVII e XVIII.
Tra le fontane sono notevoli quella di J. Perrette in via Ronchaux, con una statua simboleggiante il Doubs (1750) e la Fontana delle donne, di Luca Breton e A. Bertrand (1776-85).
I Musei civici (Palazzo delle belle arti, palazzo Granvelle e biblioteca), fondati nel 1814, contengono opere provenienti da varie collezioni. Gli oggetti antichi provengono dagli scavi della Franca Contea: preistorici (Courchapon), celtici (Alaise), galloromani (Mandeure); le stoviglie e sculture antiche dalla coll. Paris (c'è una testa di giovane della scuola di Policleto). Tra le seulture medievali sono alcune statue della scuola borgognona del'400; tra le moderne si notano: G. Pilon, due busti di terracotta; Bouchardon, Luigi XV (abbozzo di cera per la statua della piazza Luigi XV a Parigi); numerose opere di Luca Breton; l'Helvetia del Courbet. Tra le pitture e disegni ricordiamo: Francia, Cristo nel sarcofago; S. Vouet, Morte di S. Maddalena; Cl. Mellan, S. Giovanni Battista (abbozzo); Riguad, ritratti; Largillière, ritratti e La famiglia Boutin de Diencourt (circa del 1720); pitture e disegni del'700, provenienti dalla collezione Pâris (il più importante dei gabinetti di disegni francesi con quello del Museo di Valence); Fragonard, paesaggi d'Italia (dieci sanguigne e alcuni disegni); Boucher, disegni e 9 pitture per la manifattura d'arazzi di Beauvais (scene cinesi, 1742); Vincent, disegni e il ritratto del finanziere Bergeret; Hubert Robert, paesaggi d'Italia (due sanguigne e due quadri), ecc. Oltre alla raccolta Pâris vi sono alcuni quadri del David, dell'Ingres, del Boilly, ecc. Finalmente del Courbet (nato a Besançon) si vedono: l'autoritratto a 30 anni, Caccia del cervo sulla neve (1867).
Tra le opere italiane meritano una particolare menzione una Vergine col Bambino della scuola di Filippino Lippi, il Ritratto di Nicola Perrenot de Granvelle del Tiziano, eseguito ad Augusta nel 1548 (collezione Boisot); La Deposizione dalla croce eseguita dal Bronzino per Eleonora di Toledo, duchessa di Toscana, e offerta dal duca Cosimo a Nicola Perrenot de Granvelle (la replica è al Museo degli Uffizî). Notiamo ancora due abbozzi del Goya: L'arcivescovo di Québec presso i selvaggi; Lawrence, Ritratto del duca di Richelieu, un trittico di Nostra Signora dei sette dolori, attribuito a Van Orley, proveniente dal palazzo Granvelle; ritratto di Giovanni Carondelet, segietario di Carlo V, attribuito a Giovanni Mabuse (1514); Luca Cranach, La fonte.
Bibl.: A. Castan, Monographie du Palais Granvelle à Besançon, Parigi 1867; Besançon et ses environs, Besançon 1880; Musées de Besançon, catalogue..., Besançon 1886; L'architecteur Hugues Sambin... auteur de la façade du Palais de Justice de Besançon, Besançon e Digione 1891; H. Bouchot, La Franche-Comté, Parigi 1890; Congrès archéologique, Besançon 1891; J. Gauthier, Étude archéologique sur la cathédrale Saint Etienne, in Bulletin Archéol., 1901; L'Abbaye de Saint-Vincent à Besançon, Besnçon s. a.; J. Magnin, La peinture et le dessin au musée de Besançon, Digione 1919; id., Du fra Bartolomeo et de quelques autres peintures de la cath. de Besançon, Digione 1926.
Storia. - L'età antica. - Vesontio (talvolta Visontio, in greco Βεσοντίων o Οὐεσοντίων) era la città principale dei Sequani. Ne abbiamo per la prima volta notizia in Cesare (De bell. gall.,1,38), a proposito della guerra contro Ariovisto, re dei Germani (58 a. C.): avendo questi invaso la Gallia e dirigendosi ad occupare la città, Cesare lo prevenne. Già Cesare rilevava la forte posizione naturale della città: il fiume Dubis la circondava come in un anello da ogni parte, tranne per un brevissimo tratto, dove, d'altro canto, si alzava un monte, che, munito da un muro, ne costituiva l'acropoli. La medesima descrizione ci dà l'imperatore Giuliano, in una sua lettera (Epist., 38). Costituita, dopo Diocleziano, la provincia Maxima Sequanorum, Vesontio ne divenne la metropoli (Not. Gall., 9, 1).
Bibl.: Corp. Inscr. Lat., XIII, ii, p. 70; Castan, Vesontio colonie romaine, Parigi 1877.
L'età medievale e moderna. - Cristianizzata nel sec. III, la città fece parte del territorio sottomesso nel sec. V dai Burgundi, poi dai Franchi. Entrata a far parte del regno dell'alta Borgogna, passò con esso nel cosiddetto regno d'Arles (v.) e quindi, dopo il 1038, sotto la sovranità dell'impero tedesco. Tuttavia, il potere episcopale vi si era sviluppato prestissimo e in condizioni tali che la città ebbe forme di vita analoghe a quelle delle città della Germania. L'arcivescovo Ugo di Salins, per resistere agli usurpatori locali, riconobbe quale sovrano diretto l'imperatore di Germania. Ma nuovi afflussi di popolazione, e, fin dal 1180, il riscatto della manomorta, produssero lo sviluppo di uno spirito municipale assai radicale, che diede vita, sotto l'arcivescovo Gerardo di Rougemont, all'istituzione di un comune. I perpetui conflitti tra questo e gli arcivescovi furono sfruttati dai più potenti signori della Franca Contea per intervenire nella città, la quale si fece riconoscere repubblica cittadina dipendente direttamente solo dall'impero, da Rodolfo d'Asburgo (1282). Così evitò di essere sottomessa all'autorità del re di Francia, Filippo il Bello, che aveva allora comprato la Franca Contea dal conte Ottone IV. Incorporata dunque, territorialmente, alla Franca Contea, ma giurisdizionalmente indipendente da essa, seguì, in questo modo tutto singolare, le vicende della Franca Contea; anche quando la Franca Contea fece parte del ducato di Borgogna, ossia, praticamente, della Francia, Bsançon si richiamò alla sua diretta dipendenza dal Sacro Romano Impero. Passata agli Asburgo col resto della Borgogna, Carlo V le concedette il diritto di battere moneta e di avere uno stemma. Ma perdette la sua indipendenza formale e fu incorporata alla provincia spagnola della Franca Contea, quando la Spagna cambiò la fortezza di Frankental con il territorio di Besançon. Luigi XIV rivendicandone il possesso quale genero di Filippo lV di Spagna, se ne impadronì al tempo della guerra di devoluzione, ma la restituì col trattato di Aquisgrana (1668), per riprendersela definitivamente, in seguito alla guerra d'Olanda, col trattato di Nimega (1679). Besançon, fortificata dal Vauban, fu, d'allora in poi, capitale della generalità della Franca Contea. Difesa dal generale Marulaz nel 1814, da Cambriels nel 1870, la piazzaforte di Besançon costituì un importante elemento per la difesa francese dell'est.
Diede i natali ad uomini celebri: al cardinale di Granvelle, che, dopo essere stato ministro di Filippo II, fu arcivescovo di Besançon (1584-86), dove fondò un'università; ai teorici del socialismo Fourier e Proudhon, e al poeta Victor Hugo.
Bibl.: Dunod, Histoire de l'église, ville et diocèse de Besançon, voll. 2, 1750; Castan, Origines de la commune de Besançon, Parigi 1858; L. Ordinaire, Deux époques militaires à Besançon et en Franche-Comté, Parigi 1856; Droz, Recherches historiques sur la ville de Besançon, voll. 2, Besançon 1857-70; L. Loge, Hist. de l'église de Besançon, voll. 6, Parigi 1902-03; L. Pingaud, Le blocus de Besançon (janvier-mai 1814), Besançon 1910.