BETANIA
È il nome antico di un piccolo e povero villaggio situato sui fianchi orientali del monte degli Olivi sulla strada che conduce da Gerusalemme a Gerico (Marco, XI,1-2), e preCisamente a 15 stadî dalla santa città (Giovanni, XI, 18), distanza che gli Atti (I, 12) equiparano a quella che si poteva percorrere in giorno di sabato. La località visitata oggi dai pellegrini è chiamata el-‛Āzariyyeh e corrisponde al Lazarium dei vecchi itinerarî. Si suole infatti identificarla con la patria di Lazzaro, il fratello di Marta e Maria, che Gesù richiamò da morte a vita. Betania fu visitata spesso da Gesù, che nella casa ospitale di Marta soleva prendere alloggio. Pure a Betania egli intervenne al banchetto di Simone il lebbroso, e ivi ebbe luogo la scena narrataci in Giovanni (XII, 1 segg.)
Monumenti. - All'infuori della tomba di Lazzaro, e dei monumenti cristiani ricordati dai pellegrini, non restano di Betania che informi rovine. Il sepolcro è una grotta scavata nella roccia, formata di un vestibolo di 3 m. di lato, da cui si discende per tre scalini nella sala mortuaria, ove in apposito loculo era deposta la salma. Restimonianze del sec. IV (Eteria, Peregr., XXIX; S. Girolamo, Onom., XXIX, 23), dànno esistente sopra la grotta una chiesa, visitata poi fin dal sec.VII dal pellegrino Arculfo (670) che vi trovò annesso un grande monastero. Sotto il regno latino, chiesa e monastero furono ingranditi, restaurati e donati nel 1138 da Folco d'Angiò e dalla regina Melisenda ad una comunità di suore benedettine di sant'Anna, la cui prima abbadessa fu Ivette, sorella di Melisenda. A questo periodo risalgono le pareti e la vòlta originale della tomba di Lazzaro che era stata adibita a cripta della chiesa. Con l'avvento di Saladino (1187) i santuarî di Betania caddero nell'abbandono. Nel sec. XVI la chiesa di S. Lazzaro fu trasformata in moschea di cui fu severamente vietato l'ingresso ai cristiani. Ma i francescani ebbero facoltà di praticare un altro ingresso, quello appunto per il quale si accede ora. La bella torre in rovina che si vede vicina, detta fin dal sec. XIII "castello di Lazzaro", fu costruita da Folco d'Angiò a protezione delle suore dalle incursioni arabe. Tutti gli avanzi di qualche interesse storico-archeologico, di stile romano-palestinese che si osservano nel recinto chiamato "casa di Marta" non sono che resti dell'abbazia costruita da Melisenda.
Bibl.: C. Enlart, Les monuments des croisés dans le royaume de Jérusalem, Parigi 1925.
Betania di Transgiordania. - Un passo di Giovanni (I, 28) nomina una Betania "di là dal Giordano" dove Giovanni il Battista battezzava. La difficoltà d'una identificazione di questa seconda Betania hanno indotto alcuni esegeti ad accogliere un'altra lezione, già diffusa in antichi manoscritti del Nuovo Testamento e accettata da Origene, che al posto di Betania mettono Betabara, essa è localizzata generalmente presso l'attuale Makhāḍat al-ḥaglah.
Non va taciuto per che non mancano studiosi i quali credono d'avere identificato Betania di Transgiordania in Tell Medesh, a 40 minuti dal ponte Allenby sulla riva sinistra del Giordano ed a nord dell'uadi Nimrim. L'ipotesi fondata su assai solidi argomenti, quali la postura all'incrocio delle strade della Perea e della Giudea e la facilità del battesimo per l'abbondanza delle acque ai piedi del Tell, non può contare però sull'appoggio né della tradizione, né della toponomastica.