Vedi BETLEMME dell'anno: 1959 - 1994
BETLEMME (ebr. Bēt leḥern)
Città della Giudea, 9 km a S di Gerusalemme, un po' fuori della strada principale che corre lungo la linea spartiacque palestinese da N a S.
Originariamente città cananea - il cui nome significava "Casa di Laḥmu" (nome di una divinità) - al tempo della conquista di Canaan da parte degli Israeliti venne nelle mani della tribù di Giuda. Nell'XI sec. a. C. fu la città natale della famiglia di Isai, padre di David, che divenne re di Israele. Questo fatto rese B. distinta dalle altre città della Giudea; fu cantata come la patria del salvatore di Israele dal profeta Michea (v, 2) e, con la localizzazione della morte e della sepoltura di Rachele nelle sue vicinanze (Gen., xxxv, 19), fu messa in relazione con la storia dei patriarchi. La profezia di Michea si compì agli occhi del mondo cristiano per la tradizione concorde dei quattro Evangeli, che pone la nascita di Gesù a B. o nelle sue vicinanze.
L'avvento di Costantino al potere (324) ebbe come risultato l'erezione della chiesa della Natività (330 d. C.) sopra la grotta nella quale la tradizione cristiana aveva localizzato il racconto evangelico. Questa grotta era situata oltre il limite orientale della città, in un bosco sacro a Adone-Tammuz. La chiesa costantiniana originaria, i cui resti furono scavati e investigati nel 1934, consisteva in una struttura ottagonale costruita intorno ad un'apertura nel soffitto della grotta, e di una chiesa a pianta basilicale divisa da ordini di colonne in una navata centrale e quattro laterali, due per parte. Nella chiesa e nell'ottagono fu steso nel V sec. un pavimento a mosaico, ornato di disegni floreali e geometrici. La chiesa costantiniana era preceduta da un atrio quadrato, circondato da portici su colonne. In epoca imprecisata (dopo il 529) la chiesa fu interamente ricostruita per ordine dell'imperatore Giustiniano. L'ottagono fu sostituito da un edificio a tre absidi, tanto la navata centrale che quelle laterali furono allungate e nel lato ovest fu aggiunto un nartece. Gli architetti riadoperarono le colonne costantiniane di pietra calcarea rossa con capitelli corinzî dorati, ma le posero di nuovo su uno stilobate sopra i mosaici anteriori. La chiesa odierna è in sostanza quella di Giustiniano.
L'entrata ad arco acuto che conduce alla grotta e i mosaici alle pareti sono una più tarda aggiunta dell'epoca delle crociate. I mosaici murali furono terminati nel 1169 da un artista bizantino di nome Ephraim, e rappresentano: a) l'albero genealogico di Isai; b) simboli dei sette concilî ecumenici (parete S della navata centrale) e di sei concilî provinciali (parete N).
Nelle vicinanze di B. si trovano inoltre gli acquedotti romani che vanno a Gerusalemme e la tomba di Rachele, edificata sul luogo tradizionale nel XVIII secolo.
Bibl.: L. H. Vincent - F. M. Abel, Bethléem, Parigi 1914; W. Harvey, Structural Survey of the Church of the Nativity, Londra 1935; E. T. Richmond, in Quart. Dept. of Antiquit. Palestine, V, 1936, p. 11 ss.; VI, 1938, p. 63 ss.; L. Stern, in Byzantion, XI, 1936, pp. 101-152; XIII, 1938, pp. 415-459.